Adiós, mamà

di Rosealice
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Adiós, mamà

 
Fiori d’arancio, neve fresca, zucchero.
Odori che da quel momento in poi avrei associato all’amore, gli odori di quel 15 dicembre.
L’immagine di io che presto avrei sollevavo il velo dal volto della mia Robertita, scoprendo i suoi occhi cioccolato e le labbra stese in un sorriso commosso, mi metteva agitazione.
E se mi fossero tremate le mani?
Una mano piccola, più della mia ormai, mi si posò sulla spalla.
Calda, rassicurante, empatica.
Flor, la mia Flor.
Quella che era stata la nostra ancora di salvezza in tutto quell’oceano di dolore che avevamo docuto subire, più di una semplice bambinaia, più di una qualunque amica, e, se possibile, più di una madre.
Guardava il mio riflesso allo specchio e mi sorrideva, coi suoi occhi da cerbiatta scintillanti di emozione.
“Assomigli così tanto a lui.”, e si portò una mano all’altezza del cuore.
“Sarebbe orgoglioso dell’uomo che sei ora, Tommy.”
 Mi voltai per abbracciarla, tutti i ricordi che avevo con lei strariparono dagli argini del fiume del mio cuore, riscaldandomi le membra, rilassando i muscoli.
Vedevo tutto appannato, ma non ci feci caso.
Gracias, mamà.”
 
-
 
Disinfettante, rose appassite, caramelle vecchie.
Odori che da quel momento in poi avrei associato alla morte, gli odori di quel 15 dicembre.
Nella stanza d’ospedale tutto ciò che si poteva percepire era il costante bippare dell’elettrocardiogramma, lievi singhiozzi, quasi impercettibili.
Sdraiata sul letto c’era lei.
La bella Flor, la nostra Cenerentola, una nuvola di riccioli bianchi le incorniciavano il volto rugoso.
Ora aveva novantasei anni, ma i verdi occhi avrei potuto giurare fossero quelli di una bambina.
Navigando dolcemente in quel mare di dolore, i suoi occhi colmi d’amore trovarono i miei , e rividi la ventitreenne pasticciona per cui avevo sempre straveduto.
“Perché piangi, bimbo mio?”
Solo in quel momento mi resi conto che, bollenti e silenziose, delle stille salate stavano scavando le mie guance.
Non avevo voce, come potevo?
Allora lo dissi tra i denti, ma sapevo che lei lo avrebbe sentito lo stesso.
Lo supplicai, quasi, singhiozzando: “Non andartene.”
La mano di Roberta strinse la mia, come se cercasse un punto d’appoggio, e io la strinsi di rimando, sono qui, le stavo silenziosamente comunicando.
Flor sorrise, tra le lacrime, poi chiuse per sempre gli occhi.
 
“Adiós, mamà.”, e chi l'avrebbe mai detto che l’avrei dovuto dire una seconda volta nella mia vita ?

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Spero che vi sia piaciuta, è la mia primissima fanfiction in assoluto.
Flor è una serie che mi ha accompagnata sin dall'infanzia, e ancora oggi posso affermare che la ami da impazzire, questo è quello che ho immaginato potesse essere un "molto dopo", il rapporto tra Flor e Tomàs è adorabile e DOVEVO scrivere di loro!
Mi raccomando, recensite, che voglio sapere cosa ne pensate !
Baci, 
Rosealice
 




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