Fandom: Good Omens
Personaggi:
Crowley, Aziraphale
Words: 499
Beta: none
Disclaimer:
i personaggi non mi appartengono.
Note:
Scritta per il drabble event del 23/08 - 28/08 2019 con il prompt:
Crowley&Aziraphale, "Quindi.. è la fine del mondo,
che si fa?" - "Ubriacarci è sempre un'ottima risposta,
angel."
Of alcohol
and good choices
«Quindi
è la fine del mondo» constata Aziraphale. Si agita
sul posto, mentre lancia uno sguardo furtivo al resto dei clienti. Si
tratta di un piccolo locale di lusso, aperto da poco. Ha avuto voglia
di provarlo fin da quando gli è giunta notizia della sua
creazione: lo chef, a quanto pare, è molto giovane ma
comunque dotato di uno spiccato genio nell'arte culinaria. Eppure
adesso, quando si porta una forchettata alle labbra, mastica il cibo e
lo ingoia senza riuscire a gustarselo. Il suo corpo è
pervaso da questa energia irrequieta e non può esimersi dal
muoversi, che sia un ticchettio delle dita sulle proprie ginocchia o lo
sguardo che continua a lanciare attorno alla sala, come se da un
momento all'altro si aspettasse un attacco improvviso. Da chi non
è sicuro. Un demone, forse. Oppure un angelo. È
possibile che ciò accada se mai dovessero vederlo
lì in compagnia di Crowley.
«Che si fa?» domanda veloce, ansioso, in cerca di
una qualche sorta di rassicurazione da parte dell'altro.
Crowley distoglie gli occhi dal bicchiere di vino che è
rimasto a fissare per gli ultimi dieci minuti. Lo guarda con
un'espressione corrucciata, una che Aziraphale, nonostante gli occhiali
scuri, è sempre stato in grado di leggere; Crowley
è in grado di parlare tanto con gli occhi quanto con le sole
sopracciglia.
Sembra arrivare a una decisione, poi si porta il bicchiere alle labbra
e ne trangugia il contenuto tutto in una volta.
«Ci ubriachiamo, angelo. Ecco cosa facciamo. Ubriacarsi
è sempre un'ottima scelta.»
Si versa un'altra generosa porzione di vino.
Aziraphale lo guarda dubbioso. È abbastanza sicuro che
annegare i propri problemi nell'alcol non sia la soluzione ottimale.
C'è chi lo definirebbe un problema, ad esempio gli alcolisti
anonimi. Loro, di sicuro, avrebbero da ridire sulle affermazione di
Crowley, il tutto mentre ti fissano il bicchiere con nostalgia e sensi
di colpa.
È anche vero che entrambi, al momento, hanno un problema
molto più grosso tra le mani. Quindi bere, forse, non
è poi tanto una cattiva idea.
Non è una conclusione molto logica, la sua, ma Aziraphale
è rimasto a guardare Crowley versarsi da bere per la terza
volta e sente l'acquolina in bocca per quello che, sicuramente,
è un ottimo vino rosso. Quindi come spiegazione se la fa
bastare e porge il proprio bicchiere all'altro in modo che possa
riempirlo.
«Be', può sempre darsi che riusciremo a trovare
una risposta dopo aver ampliato le nostre menti» prova a
giustificarsi un'ultima volta, mentre Crowley, il volto sempre
più rilassato, si lascia andare ad un risolino un po'
stridulo.
« Certo, certo» concorda sarcastico, non
che Aziraphale se ne accorge. Non lo fa mai, il che è un
peccato: il sarcasmo è una delle sue qualità
più belle.
L'angelo, invece, gli sorride, contento e rassicurato.
Quella notte, probabilmente, finiranno di nuovo per parlare delle
balene.
Crowley riempe il bicchiere dell'altro ancora una volta. Domani
penserà a qualcosa: non può, dopotutto, far
ubriacare Aziraphale ogni volta che è preoccupato.
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