Il riflesso del demone

di lmpaoli94
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Inuyasha fissava l’orizzonte dalle splendide colline verdeggianti della Spagna.
Non aveva mia visto così tanto verde nemmeno quando era in Giappone.
< Davvero un posto splendido, non trovi anche tu Inuyasha? >
< Sì. Un bel posto > replicò il ragazzo con indifferenza < Ma dov’è che dobbiamo andare? >
< Al castello di Astorga > replicò Kagome con tono raggiante.
< Questo più che un castello sembra più un’abbazia. >
< Ma è lo stesso un posto magnifico. Gaudi, l’architetto che l’ha progettato, ha fatto un bellissimo lavoro. >
< Io non ho ancora capito cosa ci trovi di magnifico in questo posto… >
< Inuyasha, non cominciare a lamentarsi. Stiamo insieme da più di un anno e secondo me era giunta l’ora di fare un viaggio noi due da soli. >
< Occorreva andare così lontano? >
< La Spagna mi ha sempre affascinato. Ed è per questo che oggi siamo qui. >
Inuyasha fissava la ragazza con sguardo serio e nervoso.
Non riusciva andargli a genio quella vacanza, preferendo rimanere in Giappone e visitare tutti i luoghi di culto del paese.
< E’ una vacanza diversa dal solito. Vedrai che ti divertirai. >
< Lo spero tanto. >
< L’importante è che tu non mi metta il muso in quel modo. Sai che non lo sopporto. >
< Quando mi divertirò sul serio, comincerò a ridere. >
< Sei davvero noioso > replicò la ragazza dandogli un pizzicotto sul braccio.
< Ahi! Mi fai male! >
< E’ quello che ti meriti. >
< Se solo avessi le mie arti da demone… >
< Che cosa faresti? Mi daresti una lezione? Peccato, ti è andata male. Adesso sei un umano a tutti gli effetti. >
< Non mi fare pentire di questa mia scelta… >
< Ma tu mi ami, giusto? > domandò la ragazza stringendolo a sé.
< Solo quando non mi fai arrabbiare. >
< Ah sì? Sei veramente antipatico > fece Kagome dandogli un colpo alla spalla.
< Le tue botte non mi fanno niente… Vuoi che cominci io? >
< Faresti del male ad una donna? >
< Non lo so… Dovrei visto che una donna mi ha quasi ucciso. >
< Ma quello era tanti secoli fa’. Adesso siamo nell’era contemporanea e le donne non si picchiano. >
< Chi l’ha detto? >
< Lo dico io. >
< Questa poi… >
< Inuyasha! Smettila di mandarmi fuori di testa. >
< Ahahah forse così mi sto divertendo… >
Mentre i due ragazzi si stavano incamminando per raggiungere il castello, sentirono alcuni rumori provenire dalle loro spalle.
< Aspetta un attimo, Kagome. >
< Che succede? >
< Qualcuno ci sta seguendo. >
Rimanendo immobile per capire chi potesse fare quel rumore tra i cespugli, Inuyasha riuscì ad inquadrarlo quando si stava avvicinando sempre di più.
< Preso! >
Vedendo chi era, Inuyasha e Kagome rimasero di sasso.
< Shippo! Che diavolo ci fai qui? >
< Lasciami andare, Inuyasha. Mi fai male! >
I due ragazzi non credevano ai loro occhi.
< Come hai fatto ad arrivare fin qua? Pensavamo che il passaggio verso il vostro tempo fosse stato chiuso per sempre. >
< Infatti era così… >
< Quindi? Come hai fatto a raggiungerci? >
< Ho seguito Inuyasha senza farmi vedere. >
< Che cosa?! Ma sei impazzito?! >
< Mi annoiavo moltissimo a stare senza di voi. >
< Ma così non potrai crescere e diventare un demone. >
< Fa lo stesso… E poi questo mondo mi piace. >
< Bella roba... T’immagini una volpe parlante nel XX secolo? A me viene da ridere. >
< Che cos’hai contro le volpi parlanti, Inuyasha? > domandò Shippo adirato.
< Niente. Basta che non ti fai vedere in giro che parli, altrimenti la gente comincerà a farsi delle domande. >
< Tranquillo. Rimarrò muto insieme a voi. Come se fossi un animaletto domestico. >
< Meno male che in questa vacanza dovevamo essere solo noi, Kagome. >
< Inuyasha, non possiamo lasciarlo qui. >
< Perché no? Siamo in mezzo alla natura. >
< Scusate se vi ho rovinato la vacanza… Vi giuro che non vi darò fastidio. >
< Non ti preoccupare > replicò Kagome con un sorriso.
< Kagome, tornando a noi, sai quanto manca per l’abbazia? >
< Eccola là. Siamo quasi arrivati. >
L’edificio era posto su di una collina completamente spoglia.
< Strano che non ci sia nessuno > fece Kagome guardandosi intorno < Non riesco a vedere nemmeno dove si fa il biglietto >
< Biglietto? E che cos’è? >
< Serve per entrare dopo che hai pagato una somma di denaro. >
< Bisogna pagare per visitare questo posto? Che cosa stupida. >
< Immaginavo che dicevi così… Infatti non ti sto a spiegare cosa significa quando si paga un servizio. Adesso voi aspettatemi qua. Vedo se riesco a trovare dove si fanno i biglietti. >
< Vai pure. Noi non ci muoviamo. >
Una volta rimasti soli, Inuyasha e Shippo visitarono il giardino nel retro dell’abbazia.
< Secondo te gli animali come me devono pagare? >
< Shippo, credo proprio che tu non puoi nemmeno entrare visto che non sei un essere umano come noi. >
< Che cosa? Questa è una vera ingiustizia. >
< Ti penti di aver lasciato la tua epoca, non è vero? >
< Ancora no… >
Passando dinanzi ad alcune statue, Inuyasha rimase sorpreso nel vedere che forma avevano.
< Perché ti sei fermato? >
< Questa raffigurazione… l’ho già vista da qualche parte… Capelli lunghi e sguardo tremendo… >
< Inuyasha! Inuyasha! >
Ma il ragazzo non riuscì a capire chi è, concentrandosi sull’urlo di Kagome.
< Allora? Hai risolto con quel biglietto? >
< No, non c’è nessuno. Però il castello è aperto. Forse oggi l’entrata è libera. >
< Allora sì che siamo fortunati! > esclamò Shippo < Così posso venire anch’io. >
< E chi ti ha detto che ti vogliamo? >
< Sei crudele, Inuyasha > replicò Shippo mettendo il broncio.
< Già, Shippo ha ragione. Che fastidio ti da? >
< Nessun fastidio. Stavo solo scherzando… Possibile che nel tuo mondo non si può fare nessuna battuta? >
< Tu scherzi troppo per i miei gusti… Mi stai ascoltando?! >
< Sinceramente no. Stavo fissando questa statua. Ti ricorda qualcuno di nostra conoscenza? >
Kagome fissò la statua come stava facendo Inuyasha, ma non notò niente di strano in essa.
< E’ una statua raffigurante un angelo. Perché mi dovrebbe ricordare qualcosa? >
< Perché il suo viso non mi è nuovo. >
< Tu stai sognando, dammi retta. Entriamo nell’abbazia? Il giardino potremmo visitarlo più tardi. >
< Sì, andiamo > disse infine Inuyasha senza poter togliersi dalla mente quelle statue.
 
 
L’entrata dell’abbazia era costituita da vetrate colorate in cui si riflettevano i raggi solari.
< Questo spettacolo di luci è bellissimo > fece Kagome rimanendo estasiata < L’unica cosa che non riesco a sentire a mio agio è la vostra compagnia… >
< Perché? Hai paura di noi? Infatti dovreste averne visto il nostro passato da demoni. >
< Ah ah ah spiritoso… E’ solo che mi sembra strano che non ci sia nessuno a parte noi tre. >
< Meglio così. Almeno l’abbazia è a nostra completa disposizione > rispose Shippo < A meno che oggi non sia chiusa al pubblico. >
< Ma l’entrata era spalancata. È questa la cosa strana. >
< Potrebbe anche essere un avvertimento a stare alla larga da questo posto > fece Shippo con tono serio.
< Adesso basta pensare al peggio. Siamo venuti qua per goderci una giornata diversa ed è quello che faremo > replicò Inuyasha ammirando le bellezze del posto.
Arrivando nel punto più alto dell’abbazia, Kagome vide un portone completamente rivestito di nero.
< E questa? Che stanza potrebbe essere? > domandò la ragazza.
< Non lo so. Prova ad aprirla > la incitò Inuyasha.
Ma il portone era misteriosamente chiuso a chiave.
< Non si apre. Prova tu. >
< Se è chiuso a chiave, ci deve essere un motivo. >
< Ma io volevo entrarci! >
< Magari riusciremo a trovare la chiave da qualche parte nelle vicinanze… Ci resta altro da vedere? >
< Siamo solo a metà del nostro percorso… Guardate che tramonto! >
Grazie ai raggi del sole che penetravano tra le finestre colorate dell’abbazia, Kagome trascinò Inuyasha e Shippo verso l’uscita dell’abbazia.
Ma qualcosa di strano attirò di nuovo la sua attenzione.
< Che cosa? Perché il portone d’entrata è chiuso? >
< Non ne ho la minima idea > rispose Inuyasha.
Cercando di aprirlo in tutti i modi, fu tutto inutile per Kagome.
< E’ chiuso! Adesso che cosa facciamo? >
< Lascia provare a me. Scansati. >
Ma né Inuyasha né Shippo riuscirono nel loro intento.
< Questo sì che è un problema… >
< Oh no! Questo vuol dire che rimarremo chiusi qua dentro per il resto della nostra vita morendo di fame e di sete! > sbraitò Shippo in preda ad una crisi di nervi.
< Cerchiamo di mantenere la calma. Agitarsi non serve a nulla. >
< Shippo, ha ragione… Moriremo qua dentro se non troviamo una via d’uscita. >
< E’ impossibile che questo portone si sia chiuso da solo… Ci deve essere un motivo. >
Mentre Inuyasha stava pensando come uscire dall’abbazia, la voce di un giovane uomo attirò la loro attenzione.
< Benvenuti nell’abbazia. >
< Chi ha parlato? >
Uscendo allo scoperto, un monaco completamente vestito di nero uscì dall’oscurità per mostrarsi agli ospiti dell’abbazia.
< E le chi sarebbe? > domandò Kagome cercando di tenere a freno la sua paura.
< Il mio nome è Miroku, il custode dell’abbazia. >




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