Caffè Solubile

di Tatika_Tai_Tacchan
(/viewuser.php?uid=136019)

Disclaimer: questo testo è proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Come fa il caffè solubile ad essere neanche passabile ma rassicurante  allo stesso tempo?

                                                                        Ore 21.55

Apro il rubinetto con un scatto, acqua fredda, me ne frego del calcare che non ha tempo di depositarsi. 
Attacco il bollitore alla presa, apro la credenza: una di quelle bianche senza fantasie oggi. Ci faccio scivolare dentro tre cucchiai di polvere scura e quattro di zucchero.
L'acqua bolle.
C'è vapore ovunque perché non ho aperto la cappa d'aspirazione. L'interruttore scatta e spegne l'elettrodomestico.

Batto le palpebre e sono seduto sul pavimento della cucina.
Schiena contro il forno in una mano tengo la tazza nell'altra il bollitore vuoto.
Le mie gambe nude non rispondono ai comandi di alzarsi.

Le mie cosce sono rosse e ricoperte di bolle da ustione.

Dolore, cara vecchia amica, sei ancora la cosa più vicina al sentirsi umano.

                                                                    Ore 23.13

Lo schermo del cellulare unica luce nella cucina buia, mi informa che è passata più di un'ora. 

Mi alzo.

Non scivolare, è tutto bagnato, le piastrelle sono tiepide. 
Non scivolare, patetico guscio vuoto con pretese d'identità. 

Pulisco. 




Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3856855