.
.
Uccidimi, tanto sono
già morto
.
Without you I feel broke like
I'm half of a whole
Without you I feel torn,
like a sail in a storm
(Sad song - We the Kings
ft. Elena Coats)
Una
parte di te è già morta giorni prima, quindi che
senso
ha continuare a vivere? Non comprendi nemmeno tu il motivo per cui ti
ostini a
tirare avanti. Forse è l’istinto di sopravvivenza
che non vuole ascoltare né il
cuore né il cervello.
Sei
già morto. Sei il prossimo cadavere, e lo hai compreso
soltanto adesso. Non hai nessuna speranza di vincere questi dannati
“Giochi” e
anche se ne avessi, non sei sicuro di voler cogliere al volo le
opportunità che
ti daranno gli sponsor.
Ti
eri offerto volontario per questa edizione, certo che la
tua vittoria avrebbe portato gloria e ricchezze alla tua famiglia
– del resto
vieni da uno dei Distretti più forti e abbienti, ti sei
allenato per anni
proprio per questo e vuoi seguire le orme di chi, come prima di te,
è riuscito
in questa impresa.
Ma
poi è andato tutto allo scatafascio. Di tutto quello che
avevi programmato, solo la tua presenza nell’arena e
l’iniziale alleanza con
gli altri Favoriti sono
rimaste una
certezza. Quello che non avevi calcolato era lei,
e l’effetto che avrebbe potuto avere sulla tua parte
più
irrazionale.
Prima
ancora che tu te ne potessi rendere conto, eri già
perso per lei – sei perso
per lei. Lei
che sapeva lanciare i coltelli con tanta grazia quanta letale
precisione, le
che era minuta e bassina in confronto alla tua enorme figura, lei che
non era
solo una maschera di freddo cinismo.
Quanto
ti sei maledetto, scoprendo che per essere il
campione avresti dovuto uccidere qualcuno che ami? Quanto hai odiato
l’intero
sistema? Hai tentato in ogni modo di reprimere tutti i tuoi sentimenti,
ma è
stato un tentativo inutile. Ti sei innamorato di Clove.
E ti è caduto il
mondo addosso quando hai scoperto che lei ricambiava il tuo amore. Hai
promesso
a te stesso che l’avresti portata fino alla finale,
l’avresti protetta a
qualunque costo e poi le avresti lasciato il posto da vincitrice.
Sì, era
questo il tuo piano.
Dopotutto,
dall’arena ne sarebbe potuto uscire solo uno
vivo.
Tuttavia
la tua idea è andata a farsi benedire la sera delle
interviste. I famigerati Amanti Sventurati del Distretto Dodici hanno
subito
conquistato il pubblico di Capitol con la loro farsa più di
quanto siano
riusciti il vostro carisma e la vostra apparente audacia. Non
c’è stata storia,
moltissima gente – insulsi e frivoli capitolini –
ha iniziato a simpatizzare
per loro. Solo il cielo sa quanto li avete detestati tu e Clove.
Ma
in fondo anche tu e lei eravate due Amanti Sventurati. E dentro
di voi avete gioito quando è stata annunciata la nuova
regola: erano ammessi
due vincitori, a patto che fossero dello stesso Distretto. Quelli del
Dodici.
Oppure
voi due.
Avevate
una possibilità di tornare a casa insieme, di poter
continuare a vivere fianco a fianco, e questa speranza vi aveva fatto
andare
avanti; avete schiacciato i tributi più insignificanti senza
voltarvi mai indietro,
un unico obbiettivo in mente.
Poi
un sasso e un colpo di cannone hanno spezzato ogni cosa.
Era ad un passo dal liberarsi della ragazza con arco e frecce, Clove, e
invece
è stato proprio il cuore della lanciatrice di coltelli a
fermarsi per sempre. Non
sarebbe mai più tornata a casa, lei.
Il
tuo intero mondo ha come cessato di esistere. Hai supplicato
non si sa bene chi di non far scivolare via la vita della ragazza come
acqua
tra le rocce di un ruscello, ma l’universo
non ha voluto ascoltare – e Clove se
n’è andata lentamente, mentre tu la
stringevi tra le braccia e ti aggrappavi a lei che era diventato il tuo
unico
appiglio.
Hai
perso la tua parte migliore e da quel momento non sai
nemmeno tu in cosa ti sei trasformato. Sei andato avanti per
chissà quanti
giorni solo grazie all’inerzia della tua rabbia
più violenta – hai ucciso il
ragazzo dell’Undici senza neppure rendertene conto.
Eppure
la sua morte – la vostra vendetta – non ti ha fatto
stare meglio per niente.
Adesso
sei lì, alla resa dei conti finale. Gli ultimi
ostacoli sono solo un tributo ferito e una ragazza disperata.
Ti
sei fatto prendere dall’ira più nera e li hai
attaccati a
testa bassa; perché se tu e la tua amante non avete potuto
avere un finale
felice allora non è giusto che loro invece possano cavarsela
come niente. Hai già
dato per scontato che morirai, ma chi tra gli altri due sarà
il vincitore dovrà
patire la stessa sofferenza che tu hai provato quando hai perso Clove.
Esorti
Katniss ad ucciderti, perché tanto ormai tu non hai
più una vera vita. Hai la voce spezzata dal pianto imminente
finché parli,
mentre il tuo pensiero va alla tua famiglia –sai che saranno
distrutti dalla
tua scomparsa, ma hai fiducia nella loro forza d’animo
– e subito a Clove.
La
vedi che sorride. È così vicina a te che riesci a
contare
ogni singola macchiolina sulle sue guance e puoi vedere le scintille
nei suoi
occhi color nocciola scuro e le ciocche castane che le incorniciano il
viso. Potresti
arrivare a toccarla, se solo volessi.
Ti
ricordi degli altri due tributi e degli ibridi ringhianti
alle tue spalle solo quando un lampo di dolore ti esplode nella mano e
capisci
che la stronza del Dodici ti ha appena colpito. Il ragazzo si libera
dalla tua
presa e finite per lottare confusamente, ma non sei più te
stesso, perciò gli è
anche troppo facile sopraffarti e spingerti di sotto, verso le bocche
fameliche
dei mostri di Capitol.
Addentano
la tua carne e tu urli, un grido così straziante
da far ghiacciare il sangue nelle vene. Urli e scalci e invochi la
morte – che qualcuno
ti uccida, perché devi soffrire a questo modo se tanto sei
già condannato e la
tua vita è terminata molto prima, con una pietra e un colpo
di cannone?
Alzi
la testa al cielo e sorridi come uno spiritato. L’hai
sentito, quel fischio impercettibile che ha tagliato l’aria;
nel suo essere
flebile sovrasta comunque i ringhi mostruosi degli ibridi tutto intorno
a te. Katniss
ha scagliato una freccia verso di te.
Il
fischio è a un millesimo di secondo dalla tua testa.
Hai
tempo solo per un ultimo pensiero.
Sto arrivando, Clove.
.
.
Hola gente
So che esistono
già milioni di versioni,alcune anche molto simili tra loro,
sul rapporto tra Cato e Clove durante i 74esimi Hunger Games, ma ho
voluto comunque provare a dare anche io il mio contributo e spero di
esserci in qualche modo riuscita.. Preghiamo anche che l'html non si
inventi di sballarmi l'ultimo paragrafo come ogni tanto fa (o
addirittura l'intera storia, dato che una volta è successo e
non ho ancora capito perché)
Il titolo fa
riferimento alla frase che Cato pronuncia nel film quando durante lo
scontro finale sulla cornucopia sta tenendo Peeta ed esorta Katniss ad
ucciderlo in modo che Peeta cada in basso verso gli ibridi con lui:
è disperato e distrutto perché ha capito che da
quell'arena non ci uscirà mai, ma mi piace pensare che si
senta "già morto" perché una parte di lui se
n'è andata con Clove - dopotutto, nel libro è
lì che la supplica di non lasciarlo, quando lei sta morendo..
Eee niente, spero
possa piacere. Ringrazio chi recensirà e anche chi
leggerà e basta
Alla prossima
gente
Adios
|