La stirpe mai spezzata

di lmpaoli94
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Nel mentre l’equipaggio continuava a festeggiare la morte delle manzoniane, Harlock se ne stava tutto solo in preda ai suoi pensieri nella sua cabina.
“Adesso che è tutto finito non c’è più nessuno che mi leghi a questo pianeta… Se non fosse…”
Il Capitano odiava molto gli esseri terrestri, definendoli come arroganti, egoisti e senz’anima.
“Non meritate di vivere… Però questo è il pianeta in cui sono nato. E lo difenderò fino alla mia morte.”
La sua espressione, mista a rammarico e tristezza, non riusciva a trovare un senso di minima felicità.
Nemmeno festeggiare in compagnia del suo equipaggio poteva farlo sentire una persona migliore.
< Capitano, posso disturbarla? >
< Ormai l’hai già fatto, Yuki. Posso fare qualcosa per te? >
< Io e gli altri membri dell’equipaggio desidereremmo che lei venisse a festeggiare con noi. Ci manca molto la sua presenza. >
< Non mi va, Yuki. Ma grazie dell’invito. >
Fissando lo sguardo triste del Capitano, la giovane dolce ragazza si avvicinò a lui senza paura.
< C’è qualcosa che la preoccupa? >
< No. Sono estremamente felice di aver liberato per sempre il Pianeta Terra dalla minaccia di quelle aliene. >
< Davvero? Perché allora capisco che c’è qualcos’altro che non volete dirmi? >
< Non devo dire niente, Yuki. Non insistere. >
< Si tratta degli esseri umani? Da quello che so il Primo ministro non ci ha nemmeno ringraziato per il nostro operato. >
< Che vada pure al diavolo… Non m’interessano i suoi ringraziamenti. >
< Capitano, a questo punto vi pregherei di non essere così triste e di aggregarvi a noi. Saremo molto felici. >
< Credo di non sentirmi bene, Yuki. Sono molto stanco dopo il nostro ultimo combattimento. >
< Mi dovrei fidare? >
< Sì. Perché sono le mie parole. >
Evitando di insistere ulteriormente, alla fine Yuki decise di non controbattere ulteriormente.
< Va bene. Se cambiate idea, mi trovate in sala di pilotaggio. >
< D’accordo > rispose Harlock ritornando ad immergersi nei suoi pensieri.
“Mayu, quando sarai abbastanza grande verrò a prenderti per portarti verso l’esplorazione dell’universo… Ma adesso è troppo presto. Sei ancora troppo piccola e non puoi ancora intraprendere un simile viaggio.”
I suoi pensieri furono però interrotti dagli schiamazzi della sua ciurma e dai continui rumori di balli e feste che avevano trasformato l’Arcadia.
Spazientito dai continui rumori e dalle continue grida, Harlock si recò in sala di pilotaggio interrompendo la festa della sua ciurma.
< Ripartiremo tra poche ore > fece l’uomo appena capì di avere gli occhi di tutti addosso < Vi consiglio di riposarvi. Sarà un viaggio molto lungo. >
< Come quelli che abbiamo fatto finora > rispose il Dottor Zero.
< Ma questa volta non torneremo mai più su questo pianeta. Abbiamo ben altri piani da portare avanti. Ricordate? >
< Quali piani? Non capisco > mormorò il timoniere.
< A tempo debito lo saprete… Siamo tutti sull’Arcadia? >
Guardandosi attorno in maniera spaesata, i membri della nave capirono che mancava qualcuno a bordo dell’Arcadia.
< Allora? Perché non parlate? Mi nascondete per caso qualcosa? >
< Non vediamo da nessuna parte Tadashi > rispose il timoniere < Anzi, a dir la verità, non l’abbiamo più visto in giro da quando abbiamo vinto la battaglia. >
< Se è sceso dalla nave vi consiglio di riportarlo subito da me, altrimenti non farà più parte di questa spedizione. Sono stato chiaro? >
< Harlock, perché si comporta in maniera così fredda e cupa? >
< Perché io sono questo, Yuki! Mi dispiace che voi tutti non l’abbiate capito… Vi consiglio di ascoltare il mio avvertimento. Non sarò molto paziente. >
Fissandosi a vicenda con sguardo rattristito, i membri dell’equipaggio ubbidirono alla richiesta del loro capitano mettendosi alla ricerca del giovane Tadashi.
< Yuki, ma tu non sai… >
< No, Yattaran. Non so cosa sta succedendo al nostro capitano… Da quando siamo riuscite a sconfiggere le manzoniane, è profondamente cambiato. >
< Direi peggiorato > replicò il Dottor Zero.
< Secondo me devi provare a parlarci. >
< Ma è lui che non vuole parlare con me e con nessun’altro. >
< Perché dovrebbe essere arrabbiato? Non ha gradito i ringraziamenti mancati del Primo Ministro? >
< Non gl’importa niente del Primo Ministro > spiegò Yuki < Secondo me è frustrato perché non rivedrà più Mayu. >
< Adesso è tutto chiaro… >
< Meglio che vada a cercare Tadashi. Non sarebbe contento se lo lasciassimo qui sulla Terra. >
< Mi stavate forse cercando? >
Sentendo la voce del giovane ragazzo, i membri dell’Arcadia furono pronti ad accoglierlo come un grande eroe di guerra.
< Grazie al tuo contributo sei riuscito a sconfiggere i nostri più grandi nemici > fece Yattaran.
< Ma io non ho fatto niente. Siete stati voi e il Capitano a darmi man forte per non fermarmi dinanzi a niente. >
< No è vero, Tadashi. Tu sei un eroe come tutti gli altri. >
Vedendo che il ragazzo aveva portato con sé anche la piccola Mayu, i membri dell’Arcadia rimasero impietriti quando la videro.
< Tadashi, perché l’hai portata qui? >
< Perché voleva vedere la nave di Harlock. >
< Meglio che ti parli un attimo in privato > fece Yuki.
< Perché? Che succede? >
Trascinandolo lontano dagli altri, Yuki gli disse che Harlock non sarebbe stato felice di vedere la bambina sulla sua nave.
< Allora cosa devo fare? >
< La devi riportare a casa. Immediatamente. >
< E spiegargli che non avrebbe mai visto Harlock? È fuori discussione. >
< Ascolta Tadashi, la situazione è già abbastanza delicata… Ti prego di ascoltarmi. >
< Se non vuole più rivedere la bambina, dovrà dirglielo personalmente. Perché fa il codardo in questa situazione? >
< Perché ho ben altre cose a cui pensare. >
La voce perentoria di Harlock spaventò il povero Tadashi, ritraendosi verso Yuki.
< Mi scusi, Capitano. Non volevo mancarle di rispetto. >
< Hai solo detto quello che pensavi ed io ti ammiro per questo… Il nostro compito su questo pianeta è finito. Hai portato con te le tue cose? >
< Sì. Ma ho anche portato un ospite inatteso… >
< Se si tratta di Mayu… >
< Lei vuole vederla, Capitano. E non accetterà mai un no come risposta. >
< Tadashi, digli che non posso. Bisogna ripartire. >
< Capitano Harlock! > gridò la bambina felice di vederlo.
Vedendo che si stava avvicinando a lui, il giovane Capitano non fece niente per indietreggiare, acconsentendo al suo tocco e al suo abbraccio.
< Gli altri mi hanno detto che stai per partire… Ma è vero? >
< Tra qualche ora salperò insieme ai miei membri dell’equipaggio. >
< Perché te ne vai via subito? Non puoi rimanere un po’ con me? >
< Mi piacerebbe molto, ma non posso. >
< Perché? Che cosa devi fare? >
< Devo solcare l’infinito universo. E ho bisogno di partire subito. >
< L’universo è forse più importante di me? > domandò Mayu con tono triste.
< Certo che no. Che cosa ti viene in mente? >
< Allora vedi di rimanere ancora un po’ di tempo qui con me. Mi farebbe molto piacere. >
< Ma io… >
< E poi sono convinta che i tuoi membri non partirebbero ben sapendo che hai ancora da fare su questo pianeta. >
Non sapendo cosa rispondere, alla fine Harlock decise di tacere.
< Cara Mayu, non saremo partiti comunque. L’Arcadia ha un problema al motore che deve essere al più presto risolto > spiegò il timoniere.
< E quando avevi intenzione di dirmelo, Yattaran? >
< L’ho appena scoperto, Capitano. Mentre stavo facendo una prova con i motori. >
< E quando è grave il danno? >
< Devo ancora vedere. Comunque non partiremo nel giro di alcuni giorni se è questo quello che voleva sapere. >
< Urrà! Così potremmo rimanere ancora un po’ insieme. >
< Sì… sembrerebbe di sì > replicò Harlock cercando di essere minimamente felice.
< Allora, che cosa vorresti fare insieme? Io preferirei fare una bella passeggiata in tua compagnia. Così mi racconterai le tue avventure nello spazio. >
< Non c’è molto da dire. Gli ultimi anni che sono rimasto nello spazio era per combattere le manzoniane. >
< Allora vuol dire che mi parlerai di loro > replicò sorridente la bambina < Allora? Andiamo? >
< Oh... sì. Se avete bisogno di aiuto contattatemi in qualsiasi momento, va bene? >
< Tranquillo, Capitano. La situazione è tutta sotto controllo > fece Yattaran
< Molto bene. Ci vediamo più tardi. >




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