8° e ultimo capitolo:
L’alba di una nuova Era
– Cadute rovinose
(seconda parte) –
Mare del Nord, direzione confine Nord
Sul vascello di comando di Dwr si sta svolgendo una riunione.
«La nostra intenzione è di raggiungere Port Pearl,
scoprire cosa stia succedendo al Confine Nord e nel caso intervenire in
aiuto dei nostri compatrioti» dice l’ammiraglio
Lyngesydd a Oceanya.
«I tempi di navigazione per Metel sono minori per me che
tornare a Otoke, imbarcare l’esercito e poi tornare a Dwr
quindi sono d’accordo con lei e parteciperemo alla vostra
azione» risponde Oceanya sorprendendo il suo interlocutore.
«Ero convinto che avrebbe deciso diversamente mia
Signora.»
«Dwr è in guerra con Tan, Re Titan ha fornito a
mia sorella una flotta di navi ed io ricambio il favore.»
Lyngesydd continua a mostrarsi perplesso ma Oceanya ha compreso cosa
stia passando per la mente dell’uomo. «Ammiraglio,
se crede che io stia cercando gloria in battaglia si sta sbagliando. Il
mio ruolo di comandante impone disciplina, onore e abnegazione e non
sono donna che si vanta dei propri successi; oggi posso essere
acclamata, ma domani una caduta rovinosa metterebbe in dubbio ogni mia
parola passata.»
Ohlaka, la Saggia di Metel, annuisce alle parole di Oceanya e Lyngesydd
si convince che la ragazza non è un lupo vestito
d’agnello. «Siamo d’accordo, torno sul
mio vascello e inizieremo il viaggio.»
La delegazione di Metel esce dall’alloggio del comandante nel
quale rimangono Oceanya ed Eas che sta sistemando le carte nautiche
appena consultate. La principessa si alza dalla sedia dirigendosi verso
l’uscita, deve impartire i nuovi ordini, ma prima si ferma
davanti a Eas.
«Volevo ringraziarti per avermi protetta sul vascello di
Tan» le dice Oceanya sorridendo.
Eas sta per rispondere ma la principessa la bacia sulle labbra ed esce
dall’alloggio lasciando il caporale interdetta.
Lyngesydd arriva a bordo del suo vascello proprio quando la vedetta
annuncia l’arrivo di due navi portanti bandiera di Metel.
Il generale Moncai non ha dubbi. «Sono i due galeoni di
Ceilog; ciò vuol dire che nel mare e al confine Est non
cisono stati problemi con Tera.»
«Segnalategli immediatamente di seguire le nostre
navi» ordina l’ammiraglio.
Le flotte si mettono in movimento mentre le navi di Tan, conquistate e
trasformate in galere galleggianti, dirigono la prua verso
l’isola di Otoke.
Regno di Metel, Port Pearl
Torcon è ancora scosso per gli avvenimenti che sono accaduti
al villaggio, ma deve tenere saldamente in testa quale sia il suo
obiettivo. Le truppe di Tan hanno terminato l’inseguimento
dei soldati di Metel che hanno trovato rifugio a Port Pearl. Il
capitano Capall è una furia scatenata, la diserzione di
molti soldati e la morte di Ciffredynol l’ha reso una belva
feroce e la ferita alla gamba, che si sta infettando, offusca la sua
mente facendogli compiere delle scelte discutibili.
Alle porte della città si scontrano nuovamente le truppe
appiedate; Capall ha piazzato molti uomini a difesa del porto e mandato
allo sbaraglio una piccola pattuglia, Torcon interviene con la
cavalleria distruggendo la prima difesa di Metel in pochi minuti. Ruga
avanza con gli archibugieri attraversando le vie principali del porto e
non permette a nessun soldato di entrare nelle case, anche se questa
scelta potrebbe rivelarsi un errore per la possibilità
concreta che qualche soldato si sia nascosto pronto per
un’improvvisa sortita.
Torcon guida la cavalleria e l’esercito
direttamente verso i moli del porto perché vuole conquistare
le torri di guardia che sono fornite di cannoni ed è proprio
il posto in cui si sta riparando Capall. Il capitano di Metel, pur
zoppicando, si mette in prima linea e attende le mosse
dell’avversario.
L’ennesimo scontro cruento tra gli eserciti lascia sul campo
migliaia di vittime, soprattutto dalla parte di Metel, mentre i civili
non si muovono dalle proprie case e nessuno partecipa allo scontro
così Ruga, persuaso che non ci possano essere disordini,
lascia indietro pochi uomini e raggiunge il principe alle torrette.
Capall urla ai suoi soldati: «Dobbiamo difendere le torri a
tutti i costi» ma mentre parla, si accorge che alcuni di loro
non lo stanno neanche a sentire, soprattutto l’uomo che
dovrebbe garantirgli la sicurezza. Il capitano di Metel si avvicina a
Juwelo e lo redarguisce: «Maledizione, che
cos’è questa faccia?»
Il soldato è stanco, le battaglie che si sono susseguite
l’hanno snervato a tal punto che la sua risposta è
ingiuriosa. «Se non siete capace di governare un esercito
dovevate starvene in casa!»
Capall non risponde, estrae la pistola e spara al soldato uccidendolo
sul colpo. Gli altri hanno osservato la scena e come Juwelo sono
stanchi di questa battaglia già persa, ma nessuno dice una
parola dopo ciò che è successo.
Torcon e Ruga sono entrambi vicini alle torrette, il principe ordina la
carica di pochi uomini che si scagliano con violenza contro i
difensori. La difesa regge a questo piccolo manipolo di uomini ma
Torcon ha usato questa strategia per scoprire quanti arcieri siano
ancora a disposizione del nemico e si accorge che il comandante
avversario non ne ha messi sulle torrette.
«Ruga, tocca a te» dice Torcon al suo attendente e
immediatamente gli archibugi iniziano a sparare, la falange armata di
spade penetra all’interno della difesa creata da Capall e il
capitano di Metel si ritrova circondato mentre la cavalleria di Tan
colpisce i soldati che tentano la fuga.
Gli scontri cessano, Torcon raggiunge Capall ormai legato.
«Sono contento che siate ancora vivo, capitano.»
«Non osate parlarmi con quest’accondiscendenza
fasulla, avete macchiato il vostro onore con l’omicidio del
generale Ciffredynol nonostante fosse disarmato» urla Capall
febbricitante.
«Gli ho offerto la resa e lui ha cercato di colpirmi con una
pistola . Quell’uomo insulso ha ricevuto ciò che
meritava!»
Capall cerca di scagliarsi contro Torcon ma il principe non ha
difficoltà a farlo cadere a terra con una leggera spinta.
«Mi dispiace che quella brutta persona fosse tanto importante
per voi» dice Torcon con tono quieto ma nello stesso tempo
molto duro.
«Anche voi avrete ciò che meritate» urla
Capall prima di essere colpito con un calcio allo stomaco da Ruga.
«Mio Signore, che ne dobbiamo fare di questo?»
«Guardalo, la ferita deve essere infetta, la sua mente
è sconvolta e irragionevole, però ha dimostrato
onore nella nostra sfida. Fallo portare nelle celle portuali e che sia
ben curato. Poi Ruga organizza un gruppo e prendi possesso delle
torrette.»
«Ci fermeremo qui?» chiede Ruga.
«Riposiamo e poi ripartiremo» risponde preoccupato
Torcon.
«Sipestro, vero?»
«Sì amico mio, temo il peggio, il suo amato corvo
doveva essere già qui.»
Ponte doganale Nord/Ovest
La casermetta del ponte resiste all’attacco
dell’artiglieria di Tan, il capitano Ohoma di Dwr
è uscito allo scoperto con gli uomini a sua disposizione e
tiene testa a Cevalo mentre gli arcieri dalle torrette scoccano frecce
verso i soldati che proteggono gli artiglieri. Cindroj agita un
fazzoletto rosso ed è il segnale che Fajro stava attendendo.
Il commando guidato dal principe si avvicina alla riva opposta della
casermetta senza trovare nessun tipo di ostruzione, lanciano gli
arpioni, scalano la piccola rupe e si ritrovano proprio al lato della
costruzione devastato dalla flotta navale di Goj.
«Mio Signore, non c’è nessuno?»
chiede perplesso il Saggio Saga.
«Possibile che non abbiano pensato a questo tipo di assalto
da parte nostra? Dall’altra parte infuria la battaglia e qui
pare di essere in villeggiatura» risponde Fajro anche lui
dubbioso.
Intanto sul ponte, per la prima volta i due comandanti sono molti
vicini tra loro. Entrambi studiano le mosse dell’altro mentre
devono difendersi da altri soldati e non sono in grado di affrontarsi
per il caotico movimento degli eserciti. Cindroj ne approfitta, prova a
raggiungere la casermetta, ma deve indietreggiare perché gli
arcieri di Metel colpiscono senza errori i suoi compagni. Finalmente
l’artiglieria riesce a sparare qualche colpo ma la mira
è tutt’altro che precisa perché il
tempo per manovrare i “pezzi” è troppo
lungo e l’assalto dei soldati nemici non si placa. Una delle
palle di cannone colpisce un lato della torretta di sinistra e le
macerie crollano molto vicina al gruppo di Fajro.
«Dobbiamo avvertire Cevalo che non hanno nessuno nelle
retrovie» dice il principe a uno dei suoi uomini, poi si
rivolge al Saggio: «Saga dobbiamo intervenire nella
battaglia, sei pronto anche tu?»
«Mio principe, ordinate e non avrete di che
lamentarvi.»
«Vecchio testone!» bisbiglia tra sé
Fajro. «Soldati, entriamo nella casermetta e dirigiamoci
verso l’entrata, fate attenzione sopra le vostre teste,
potremmo trovare degli arcieri. Andiamo!» è infine
l’ordine del principe.
Sul fondo del ponte nella terra di Tan, un folto gruppo di persone si
è nascosto nella boscaglia e osservano gli sviluppi della
battaglia.
«Come farete?» chiede Metalo a Kumari, ma il
mercenario non risponde, è più interessato allo
svolgersi della battaglia che alle parole del principe di Metel.
«Che scontro formidabile, mi piacerebbe essere in mezzo
loro» dice Kumari estasiato da ciò che sta
guardando.
Ponte doganale Sud/Est
La caduta delle guarnigioni a difesa del ponte Sud/Est è
completa. Draak e Geel hanno messo in sicurezza la cittadina mentre le
barricate di Fharsa sono state distrutte dalla magia della vecchia
Graniette a costo della propria vita. Wasa ha raggiunto il generale e
parla con lui mentre il Saggio Wijs è vicino al corpo
esanime dell’anziana amica.
«Mia cara, spero che nel tuo nuovo cammino tu possa
incontrare il giovane principe e che lui, magnanimo come lo era in
vita, perdoni la tua scelta di non essere stata al suo fianco quel
triste giorno di otto anni fa.»
Il gruppo è raggiunto anche dal comandante in capo Hebber il
quale si congratula con Draak. «Generale siete stato
formidabile.»
«Siete troppo gentile comandante, il grosso del lavoro
è stato compiuto da quella donna che ora è
distesa a terra. Dovremmo tributare a lei ogni onore per la conquista
del ponte.»
Wasa chiede subito a Hebber: «Mia figlia? Ditemi che non ha
fatto ciò che penso!»
Il comandante scuote il capo e sbuffa.
«È tutta colpa mia se quella ragazza ha quello
spirito combattivo di tutte le donne di Tera.»
«Mia signora, fra poco la vedrete, indossa
quell’armatura e sembra che lo spirito del ragazzo sia dentro
di lei. I cittadini di Winkel hanno reagito con un boato di
approvazione quando si è mostrata al castello fiera e
risoluta.»
«Hebber, tu sei troppo permissivo con quella
ragazzina» risponde Wasa ridendo.
«Maestà, non sono io, è lei che si
prende le libertà che vuole» risponde il
comandante ridacchiando proprio mentre Aarde li ha raggiunti in
città.
«Qualcosa mi dice che stavate parlando male di me!»
dice la principessa prima di brontolare gonfiando le guance rosee.
Hebber chiede a Haag informazioni sulla battaglia navale che
è ancora in corso dietro di loro e l’ufficiale si
dimostra aggiornatissimo.
«Signore, la flotta del capitano Mijin ha lasciato la parte
sinistra del ponte e si è diretta verso la costa sud di Dwr
pronta a creare copertura qualora decideste di avanzare; le navi
dell’ammiraglio Raal, a destra del ponte, hanno tenuto testa
al nemico e presumo che si siano già mosse per raggiungere
la costa est di Dwr, mentre siamo troppo lontani per sapere come stia
procedendo la battaglia a Port Winkel tra le imbarcazioni del capitano
Vaandrig e le forze nemiche.»
«Ottimo lavoro Haag per quanto concerne la comunicazione
militare, mentre per quanto riguarda la protezione della principessa
dovrei metterti in galera a vita» dice Hebber mostrando il
viso serio da comandante ligio al dovere.
«Se lo rinchiudete, io aprirò personalmente la
cella» dice Aarde simulando il tono di voce di Hebber facendo
ridere tutti i presenti.
Haag, invece, arrossisce e la regina Wasa non perde un attimo per farlo
vergognare ancora di più. «Giovanotto, mia figlia
non si tocca!»
Anche il viso della bella Aarde diventa rosso fuoco mentre esclama:
«Madre!»
Le risate lasciano il posto alla serietà della discussione
principale.
«Maestà, i nostri obiettivi primari sono stati
tutti raggiunti, ma non sappiamo cosa sia accaduto nel Mare e al
confine del Sud. A questo punto ha una decisione difficile da prendere
ed è conscia che potremmo finire tutti in
trappola.»
Wasa non ha mai pensato di cambiare il suo obiettivo primario e
risponde a Hebber con decisione ferrea e determinazione assoluta.
«Comandante, procediamo con l’invasione di
Dwr.»
Nel frattempo la fuga del generale Fharsa si arresta davanti alla
piccola guarnigione dell’ufficiale Dam, rimasta a protezione
della via principale della Reggia di Dwr.
«Signore, che cosa è successo? Qual è
il motivo per cui siete qui?» chiede Dam con crescente
preoccupazione.
Fharsa osserva quel piccolo manipolo di uomini e risponde con voce
tremolante: «Stanno arrivando e noi non potremo
fermali.»
Regno di Tera, Port Winkel
La battaglia al largo di Port Winkel è tutt’altro
che conclusa e il capitano Vaandrig fatica a tenere a bada il capitano
Luchag, mentre la cittadina portuale è definitivamente
tornata nelle mani del popolo di Tera permettendo a un distaccamento
dell’esercito di partire verso il ponte doganale.
– Il messaggio
–
Regno di Metel, Port Pearl
L’apparente tranquillità di Port Pearl dopo la
battaglia è subito spazzata via da Ruga che corre per verso
una locanda nella quale Torcon ha creato il suo quartier generale.
«Mio Signore, navi in arrivo. Non sono nostre.»
Torcon scatta in piedi. «Andiamo, dobbiamo essere pronti a
colpire senza che possano capire la nuova situazione del
porto.»
I due uomini escono dalla locanda, Torcon ferma degli ufficiali e
ordina: «Date immediatamente l’allarme, voglio
delle falangi pronte allo scontro frontale.»
Ruga anticipa le parole del principe. «Io preparo gli
archibugieri al combattimento.»
«Perfetto. Io raggiungo le torrette dei cannoni.»
Le navi del generale Moncai di Metel sono le più vicine alla
costa e Torcon capisce che dall’altra parte hanno previsto la
possibilità che il porto sia caduto in mani nemiche, poi,
osservando meglio con il cannocchiale, il principe si avvede di alcune
imbarcazioni portanti le bandiere di Dwr. «Maledizione, sono
sicuramente quelle che erano andate a Otoke. Non vorrei che
fosse…» Torcon smette di parlare, cancella i
pensieri e si concentra per scegliere il momento giusto per dare inizio
al cannoneggiamento.
«Ammiraglio, il generale Moncai segnala che fino a questo
momento non ci sono movimenti sospetti al porto» dice il
marinaio Gwyn a Lyngesydd.
«Troppo tranquillo per i miei gusti. Dopo aver visto la calma
di Sipestro, è presumibile che laggiù qualcuno
sia un maestro di strategia e non mi fido più di
nulla» dice l’ammiraglio alla Saggia Ohlaka, poi
chiama il timoniere e gli ordina: «Rallentiamo e lasciamo
passare il vascello di Dwr per primo.»
Sulla nave comando Oceanya osserva con il cannocchiale la situazione
sulle rive del porto poi lo passa a Eas dicendole: «Guarda
anche tu e dimmi cosa ne pensi.»
La ragazza scruta la zona portuale, ma anche le torri di guardia e le
casupole costruite ai margini dei pontili. «Ci stanno
aspettando e non sono amici» dice Eas con assoluta
convinzione.
«Sono perfettamente d’accordo e ora guarda alle
nostre spalle; anche Lyngesydd ha la nostra stessa sensazione e ci sta
mandando avanti.»
«Che cosa dobbiamo fare?» chiede Eas.
Oceanya grida al suo timoniere: «Cambiare rotta, andiamo
sulla costa e non al porto!»
«Mia Signora, volete scendere con le scialuppe?»
chiede Eas
«Esatto, colpiremo l’esercito che si sta
nascondendo ai nostri occhi.»
Torcon sta controllando i movimenti delle navi, vede le azioni di Dwr e
quelle della retroguardia di Metel, deve prendere una decisione prima
che le imbarcazioni dell’avanguardia siano troppo vicine al
porto. «Fuoco!» è il suo grido e i
cannoni di Port Pearl iniziano a sparare contro le navi di Moncai.
Il principe scende dalla torretta e impartisce altri ordini.
«Muoviamo le falangi verso est e andiamo ad intercettare
l’approdo di Dwr.»
La flotta di Moncai è diventata il bersaglio dei cannoni del
porto, Oceanya scruta nuovamente le coste e si avvede dei movimenti
delle truppe di Tan rimanendo perplessa dalla scelta del loro
comandante. «Non capisce che se mi mette davanti
l’esercito prima di scendere noi lo prenderemo a cannonate?
Chi può...»
Oceanya smette di parlare.
«Mia Signora?» chiede Eas
«C’è sicuramente lui su quella spiaggia,
ecco perché si muove in quel modo, ha previsto tutto e mi
sfida apertamente.»
«Di chi state parlando?»
«Eas, sulla spiaggia avrai l’onore di incontrare il
principe Torcon di Tan.»
L’attacco contro Moncai forza la mano a Lyngesydd che fa
ripartire a tutta velocità la sua flotta per dar manforte al
generale, così il porto subisce una tempesta di cannonate e
le palle di ferro che sfrecciano nella città senza guardare
in faccia a nessuno s’infrangono anche sulle case degli
abitanti di Port Pearl.
I sospetti di Torcon e Oceanya si sono rivelati esatti; i due sono gli
strateghi più preparati dell’intero mondo e avendo
riconosciuto la mano dell’altro nei movimenti delle truppe o
delle navi sono in grado di prevedere le mosse in anticipo: Torcon
manda sulla spiaggia pochi soldati perché deve attirare il
fuoco delle navi sapendo che le palle di ferro faranno pochi danni dato
che la sabbia bloccherà il loro rimbalzo, mentre sposta il
folto dell’esercito in una zona poco più lontana e
coperta dalla vegetazione; Oceanya scende con le scialuppe in quella
zona facendole muovere dietro alle navi così da essere
coperte alla vista degli artiglieri delle torrette. Ma come ogni
strategia c’è sempre qualcosa che può
determinarne la riuscita e Torcon ha dalla sua parte un importante
vantaggio: sulla spiaggia c’è l’esercito
mentre Oceanya dovrà sbarcare con dei marinai.
Ponte doganale Nord/Ovest
I mercenari nascosti al ponte sembrano immobili ma Metalo si accorge
che qualcosa è cambiato nel loro schieramento.
«Kumari, ma le due graziose donzelle dove sono finite? Non
vorranno farci scoprire per qualche bravata» chiede Metalo
continuando a guardarsi intorno.
«Stanno facendo il lavoro per cui siamo stati
pagati» risponde il mercenario piuttosto stizzito
dall’insistenza del principe di cercare una comunicazione tra
loro due.
Kaia e Makara sono vicine alla riva e nessuno si accorge della loro
presenza perché impegnati nel combattimento.
Sul ponte Cevalo e Ohoma continuano a far scontrare gli eserciti, ma
dall’interno della casermetta esce il commando guidato da
Fajro. Il capitano di Dwr si accorge e tenta di dare ordini agli
ufficiali, ma Cevalo riesce finalmente a stargli addosso. I due
comandanti iniziano a duellare, Fajro avanza con i suoi uomini colpendo
alle spalle l’esercito e il suo intervento permette agli
artiglieri di sferrare dei colpi precisi verso le torrette degli
arcieri che finalmente crollano. Fajro e Saga, anche questa volta, si
salvano miracolosamente dalla caduta delle macerie pur trovandosi
proprio nel mezzo delle due costruzioni.
Ohoma è alle strette, non è riuscito a mettere in
atto il suo piano, ora ha così pochi uomini che nella sua
testa inizia a prendere corpo l’idea della resa.
Regno di Dwr, Reggia.
La Reggia di Dwr è protetta da un solo battaglione di cui
Fharsa ha assunto il comando al suo arrivo. Il generale si è
nascosto all’interno del palazzo e ha lasciato Dam sul campo.
Il giovane ufficiale non è avvezzo alle strategie, vede i
vessilli di Tera e lancia un attacco con tutti i soldati disponibili ed
è ormai troppo tardi quando si accorge che gli avversari
sono duecento volte di più. È lo stesso Hebber a
uccidere il giovane ufficiale con un solo movimento della spada e gli
uomini di Metel, tra i quali alcuni fuggiti dalla città del
porto doganale, si arrendono immediatamente.
Dei soldati di Tera spalancano il portone della Reggia tenendo le spade
in pugno e alti gli scudi, ma nessuno li aggredisce. Haag e Hebber
entrano per primi, camminano nella sala principale e davanti alla porta
della biblioteca trovano il generale Fharsa inginocchiato mentre porge
la sua spada verso gli invasori.
«Siamo rimasti poco più di mille e la mia resa
è inevitabile.»
Wasa raggiunge i due uomini e prende dalle mani di Fharsa la spada che
poi gli rivolge contro. «Generale, accetto la vostra resa,
alzatevi, quella non è la posizione giusta per un ufficiale
importante come voi.»
Fharsa si alza in piedi inchinando il capo poi dei soldati gli legano
le mani e lo portano fuori dalla Reggia.
Hebber è sbalordito da questa situazione surreale ma Wasa
dice subito ciò che ha sempre pensato. «Quella
stupida ragazzina ha spostato tutte le sue truppe per dimostrare di
essere la migliore fra tutti noi e non mi meraviglierei di sapere che
ha anche invaso Tan. Avrà creduto che Metel e Apen le
fornissero la loro alleanza incondizionata senza dovere niente in
cambio solo perché l’economia dei due regni
dipende, per certi versi, dalle sue scelte. Solo una stolta come lei
poteva pensare che Wit combattesse contro Explodon, proprio il padre
dell’uomo cui vuole dare sua figlia in sposa e soltanto
un’inetta poteva credere che Titan mettesse in gioco la sua
vita e le ricchezze per i capricci di una regina che non comprende la
differenza tra amici e conoscenti. Cristalya, tra noi tre re in guerra,
era l’unica che doveva stare nel suo regno, proteggere tutto
ciò che ha con le unghie, per poi ricacciare gli invasori
indietro e invece ha mostrato di non essere all’altezza di
governare un grande popolo come quello di Dwr.»
Aarde chiede alla madre: «Secondo te, dove si trova in questo
momento?»
«Qualunque sia il posto dove si trova, è quello
sbagliato e lo capirà soltanto alla fine» risponde
Wasa in modo lapidario.
Regno di Dwr, Port Ear
Le flotte dell’ammiraglio Raal di Tera e
dell’ammiraglio Haranche di Dwr hanno raggiunto la costa di
Port Ear sull’isola di Dwr. Raal ha sperato di arrivare in
quella zona accolto dai soldati del suo regno e il suo desiderio si
è avverato. Le guarnigioni del generale Draak hanno
conquistato il porto senza fatica e bombardano la flotta di Haranche
che invece si aspettava di avere copertura dall’isola. Per
l’ammiraglio di Dwr l’unica soluzione è
ritornata sull’isola di Puna, recuperare l’esercito
e tentare di riconquistare il porto facendo scendere le truppe.
Regno di Tera, nei pressi di Port Winkel
Vaandrig riesce a rientrare nel porto, sistema le sue navi in modo che
diventino una barriera e apre ogni bocca da fuoco sparando a
ripetizione. Il capitano ha pensato che se non dovesse riuscire a
salvare le proprie navi era meglio che affondassero davanti alla baia
in modo da rendere inagibile un tentativo d’invasione
terrestre.
Mare dell’Ovest, direzione Dwr
Sulla nave comando Cristalya sta festeggiando la vittoria bevendo senza
sosta e macabramente offre del liquore alla testa di Explodon, avvolta
da dei teli, che è posizionata sul tavolo davanti a lei.
«Carissimo ex re, vuoi da bere anche tu? No? Hai proprio la
testa dura», fa una pausa e aggiunge: «Anche il
collo ma quello te l’ho tagliato lo stesso!»
Cristalya scoppia in una risata isterica mentre versa il liquore sul
capo mozzato del re di Tan.
Il saggio Glic osserva inorridito quella scena, come fa spesso da
quando ha preso il posto di Dheat rimane in silenzio per non scomparire
come il suo predecessore, ma deve per forza interrompere la sua regina.
«Mia Signora, dovremmo comunicare al mondo la notizia della
Vostra vittoria in modo che Tan si arrenda alla Vostra
superiorità.»
Cristalya guarda in malo modo il Saggio. «Perché
mai dovrei volere che si arrendano? Io desidero che muoiano
tutti!»
«La resa di Tan costringerà Tera a chiedervi un
armistizio e Voi, come vincitrice, potrete ottenere ogni cosa che
Vorrete.»
La regina sembra persuasa anche se non da una risposta definitiva al
Saggio, poi, dopo l’ennesimo sorso di liquore, quasi per
accontentare la richiesta di Glic, gli ordina: «La battaglia
è vinta, domani è un altro giorno, oggi puoi
usare i tuoi malefici come ti pare.»
Glic inizia la fase meditativa, poi esclama da alta voce:
«Pappagallo dalle piume colorare, usa il vento e diffondi la
mia voce in ogni angolo di questo mondo.»
Il Saggio usa la sua magia elementare dell’aria, dal suo capo
esce lo spettro di un pappagallo che sale verso l’alto,
attraversa il legno della nave e giunto oltre le nuvole inizia a
parlare diffondendo la voce di Glic in ogni luogo.
«Io Glic, Saggio di Dwr, rispettando la Legge, vi
dirò soltanto la verità. Popolo dei Cinque Regni
ascoltatemi: la regina Cristalya di Dwr, figlia di Fond, Re prima di
lei, ha ucciso Re Explodon di Tan e pertanto è la trionfante
vincitrice della battaglia contro il nemico che le ha recato offesa.
Popolo dei Cinque Regni gioite insieme a Dwr perché
giustizia è stata fatta.»
– Vincitori e vinti
–
In ogni angolo del mondo la voce di Glic risuona forte e chiara.
Regno di Dwr, Reggia
«Madre» esclama Aarde preoccupata e Wasa chiede al
Saggio Wijs: «È vero?»
«Sicuramente sì, non può mentire,
è legato come me alla Legge.»
«Non ci credo, è impossibile che quella stupida
sia riuscita a uccidere Explodon, qualcuno deve averla aiutata, non ci
sono dubbi!»
«Può essere come dite mia Signora, ma è
sicuro che sia stata Cristalya a dare il colpo di grazia al
re» dice con assoluta certezza il Saggio Wijs.
Mare del Sud, isola Raumati
Wit ha un mancamento e la Saggia Wicaksana riesce appena in tempo a
tenere in piedi il re.
«Amico caro, come hai fatto a perdere?» si chiede
Wit disperandosi.
Mare dell’Ovest
La nave di Oak sta tornando ad Apen quando giungono le parole di Glic.
Il principe non mostra nessuna reazione mentre il generale Prau sembra
contento che il re di Tan sia stato sconfitto.
Confine Est
«Avete sentito anche voi Sire?» chiede il capitano
Tyred.
«Mi dispiace che sia finita in questo modo per Explodon
però ha voluto rischiare puntando tutto sulla
guerra» risponde Titan. «Tyred, il nostro compito
qui è terminato, appena gli uomini sono pronti torniamo a
casa» aggiunge mentre si risiede sullo sgabello.
Confine Sud
La principessa Willa scoppia in lacrime mentre il capitano Serpe,
sconvolto dalla notizia, cerca di organizzare velocemente il trasporto
per la principessa. Dall’altra parte del confine il generale
Terwelu è scioccato, ma non può stare fermo a
compiangere la morte di Explodon e si mette in azione per raggiungere
velocemente la principessa Willa.
Ponte doganale Nord/Ovest
La battaglia sul ponte doganale è sempre più
accesa; Cevalo ha capito che le forze armate di Ohoma sono solo i
soldati che vede di fronte a lui, fa smettere l’artiglieria e
da ordine ai soldati che proteggevano gli artiglieri di ingaggiare i
nemici. Fajro combatte con vigore e lentamente, ma inesorabilmente, si
sta ricongiungendo con Cindroj e il resto dei soldati. Poi…
il messaggio di Glic.
In un attimo tutto si ferma, la voce del Saggio di Dwr rimbomba nelle
orecchie di ogni soldato e Cevalo stenta a credere a quelle parole.
Fajro è immobile come una statua, gli occhi sono gonfi ma
non scendono lacrime, il Saggio Saga lo abbraccia e il giovane principe
capisce che non si tratta di una burla mentre i soldati di Dwr esultano
per la vittoria della loro regina.
Poco lontano, Kaia e Makara, le due mercenarie, intonano insieme una
formula: «Che il Mare dell’Ovest ruggisca, su di
loro la sua furia finisca!» e subito dopo la magia elementare
dell’acqua crea due gigantesche onde a forma di leone che si
abbattono ruggendo sul ponte doganale; Ohoma, proprio al centro di
queste due furie, è travolto e gettato nel mare con tale
violenza che il suo corpo si disfa come schiacciato da una roccia
gigantesca, tutti i soldati posti al centro del ponte finiscono
risucchiati dai “leoni” che ruggendo completano la
loro opera devastatrice distruggendo quasi completamente il ponte che
si inabissa portandosi dietro quasi tutti.
Regno di Metel, Port Pearl
La battaglia del porto, così come aveva preventivato Torcon,
si è risolta con la vittoria delle navi di Metel e Dwr, ma
con grandi perdite grazie alla caparbietà dei soldati di Tan
che hanno combattuto fino all’ultimo uomo. Il capitano
Moncai, sbarcato per primo, ha liberato il capitano Capall, poi
è sopraggiunto l’ammiraglio Lyngesydd che come
ufficiale con grado superiore ha ordinato ai soldati del capitano
Capall, che si erano arresi, di dirigersi alla spiaggia per dare
manforte agli alleati di Dwr.
Sulla spiaggia la battaglia è cruenta, Torcon sfrutta
nuovamente le potenzialità degli archibugi per sedare le
controffensive organizzate da Oceanya. Il principe sta dominando per
l’ennesima volta un campo di battaglia terrestre mentre la
principessa tenta in ogni modo di raggiungere il suo avversario per
avere uno scontro diretto con lui. In quel momento i soldati liberati
da Lyngesydd raggiungono la spiaggia e Ruga impegna la propria
retroguardia contro di loro. Oceanya ne approfitta, spedisce Eas avanti
con un gruppo di marinai per contrastare gli archibugieri che non
riescono a caricare velocemente la loro arma, mentre lei raggiunge il
suo obiettivo.
«Ciao Torcon» dice Oceanya con una certa dose di
reverenza per l’uomo che è più grande
di età di lei, ma che conosce da tutta la vita avendolo
incontrato alla scuola imperiale dove studiava con Fajro.
«Ciao Oceanya, vorrei dirti che è bello vederti,
ma oggi sarebbe una pura bugia» risponde il principe cercando
di mantenere il sorriso. «Sei sempre stata un passo avanti a
tutti gli altri ragazzi della tua età e se avessi diritto di
parola, ti farei sposare quello scavezzacollo di mio fratello, magari
riusciresti a tenerlo a bada.»
Oceanya arrossisce. Lo fa sempre quando conversa con gli uomini e anche
in questo frangente, non può nascondere la sua timidezza ma
Torcon non sta cercando un vantaggio, le sue sono parole vere e lei lo
sa bene.
«Forza, facciamo vedere a tutti i pivelli che agitano la
spada come se fosse un lenzuolo cosa vuol dire un vero
duello» dice Torcon facendole il saluto arma in pugno.
«Non chiedo altro» risponde Oceanya ricambiando il
saluto.
In un istante i due sono quasi avvinghiati, Torcon è
più possente ma Oceanya non indietreggia più di
due passi nonostante la spinta continua e uguale dell’uomo.
Le due spade s’incrociano e guizzano tanto da sembrare due
serpenti che stanno lottando bloccando il corpo del nemico tra le
proprie spire, e sono così affascinanti da vedere che
qualche soldato si ferma a osservare la loro danza mortale.
Il primo sangue è per Oceanya. La ragazza reagisce a un
fendente con una stoccata repentina che ferisce superficialmente la
coscia di Torcon. Il principe pareggia un istante dopo. Finta di
affondo e fulminea imboccata che ferisce la spalla della principessa.
La concentrazione è altissima, chi sbagli in modo grossolano
è morto, sudano, digrignano i denti quando una loro mossa
non va a segno, s’incrociano le spade vicine al loro petto, i
loro occhi sono puntati dritti dentro quelli dell’altro, e
intorno la battaglia continua senza disturbarli. Poi, la voce di
Glic…
Torcon abbassa la spada. È smarrito e confuso, Oceanya gli
ha ferito di striscio la gola perché si è fermata
prima di compiere quello che per lei sarebbe stato un omicidio. Ruga,
gli uomini di Tan, tutti, il tempo sembra che si sia fermato
così com’è successo nel mondo intero,
Torcon cade in ginocchio, la sua presa sulla spada viene meno e
l’arma scivola nella sabbia, Oceanya punta la sua sciabola
alla testa del principe, anche lei è sconvolta dalla
notizia, ma allo steso tempo è felice che sua sorella sia
stata la vincitrice. Lei non è un ipocrita, lo dice
apertamente al suo avversario. «Non sono sicura che riuscirai
mai a perdonarmi, ma sono contenta che la mia regina abbia
vinto.»
Torcon la guarda ma i suoi occhi sono assenti, la rabbia gli fa
compiere gesti inconsulti, fruga nella rena alla ricerca della sua
spada che è lì vicina ma che lui non riesce a
vedere. Oceanya grida: «Basta Torcon! Sei un principe, mostra
a tutti la tua dignità e non questa forma patetica di uomo
che ho davanti agli occhi!»
Il principe di Tan è come scosso da quelle parole, ritrova
la sua spada, guarda Oceanya e poi tutto intorno a sé; i
suoi uomini possono ancora vincere ma il loro spirito combattivo
è svanito, se attacca la sua avversaria può
vincere il duello ma tutti i suoi soldati moriranno. Riguarda la
ragazza e dice poche parole: «Che i miei avi mi
perdonino» mentre consegna la sua arma nelle mani di Oceanya.
Il Regno di Tan è definitivamente sconfitto.
Regno di Tan, Villa Reale
C’era una donna, bellissima, i suoi capelli lunghi e rossi
attiravano l’attenzione di ogni uomo e donna del mondo, i
suoi occhi verdi splendevano e nessuno era in grado di distogliere lo
sguardo da questa creatura simile a una Dea. Un giorno
incontrò un uomo, molto alto, certamente nobile ma di
carattere affabile, i due s’innamorarono e lui
svelò il suo grande segreto. Era un principe e avrebbe
occupato il posto del padre sul trono di Tan. Lei era felice, non per
questa nuova qualità di quell’uomo, ma
perché la faceva sentire bene, la proteggeva dalle
“linguacce” di corte e le insegnava tutto, anche
come chiudere quelle “boccacce” senza modi
offensivi. C’era… perché le parole di
Glic sono arrivate anche a lei. Bruligida urla disperata, piange tutte
le lacrime che non ha mai versato nella sua vita, impazzisce dal dolore
mentre è sdraiata sul pavimento della loro bella casa.
Sì, per lei questa è una casa perché
rappresenta la famiglia, non è la Villa Reale di Tan, è sua,
di suo marito e dei loro figli. Ora, Explodon, l’uomo che
l’ha resa infinitamente felice non le sarà
più accanto, il cuore della regina sembra cedere, le sue
ancelle cercano di prendersi cura di quella che era la donna
più bella del mondo. Era… sì
perché dalla disperazione i suoi capelli diventano bianchi,
tutti tranne una piccola ciocca che cambia colore da rosso a ruggine, e
i suoi occhi sembrano spegnersi, il verde brillante si offusca mentre
le pupille continuano a sgorgare lacrime.
La capitale di Tan è completamente ammutolita e
l’eco dell’urlo di Bruligida si abbatte sui vetri
di ogni casa, li fa tremare come una tempesta scuote le fronde degli
alberi. Il popolo ascolta la tragedia nell’urlo della regina,
piange il suo amato re scomparso.
Regno di Dwr, Reggia
La flotta di Dwr è giunta a Port Iar mentre quella di Metel
si era staccata alla partenza dall’isola Ngahuru per
raggiungere il proprio regno senza sapere che il ponte doganale
Nord/Ovest è stato distrutto. Cristalya e il suo seguito
salgono velocemente sulla carrozza, la regina vuole raggiungere la sua
Reggia per continuare a festeggiare mentre l’esercito si
ferma al porto per rifocillarsi e qualche ora di sonno
perché poi dovrà rimettersi in marcia, la guerra
con Tera è ancora aperta, non possono rilassarsi
più di quel che basta.
Il Saggio Glic, durante il percorso in carrozza, nota
l’assenza di soldati sulle strade principali, si stupisce di
non trovare qualche mendicante ma l’ora è tarda e
si convince che siano tutti a dormire. Anche lui è stanco,
l’uso della magia è sempre estenuante, chiude gli
occhi tentando di dormire ma la sua regina, totalmente sbronza,
continua a parlare.
La carrozza giunge alla Reggia, il cocchiere apre la porticina e si
dilegua nell’oscurità della notte destando nuovi
sospetti, ma è Glic il solo a notare questi particolari.
Scende dalla carrozza per ultimo e rallenta il passo, guarda intorno,
ma è tutto a posto, forse troppo normale per un regno in
piena guerra.
Cristalya è furente, la stanno facendo attendere davanti
all’entrata ed è qualcosa che non digerisce.
Sbraita e continua a imprecare nonostante le porte inizino ad aprirsi.
«Maledetti incapaci» grida la regina agli uomini
addetti al portone che rimangono inchinati e silenziosi. La regina e le
sue ancelle entrano nella Reggia, uno degli addetti al portone solleva
il capo e guarda intensamente Glic, lascia la sua posizione e si
avvicina, apre la bocca e con voce bassa, ma dal tono brusco, gli dice:
«Avete già usato la vostra magia; per oggi
è meglio che stiate fuori dalla Reggia.»
I timori di Glic si palesano attraverso le parole pronunciate da
quell’uomo che utilizza un accetto forestiero.
«Farò come dite voi» risponde il Saggio
con timore crescente.
Nella Reggia Cristalya ulula forsennatamente, chiama a raccolta i suoi
servitori ma nessuno di loro accenna a raggiungerla. La regina,
spazientita, si reca nella sala del trono, apre la porta e fa il suo
ingresso pomposo; le luci sono tutte spente, ma
nell’oscurità Cristalya nota una figura femminile
seduta sul suo seggio regale.
«Stupida sgualdrina, cosa credi di fare? Invece che tenere
pulito ti siedi e insudici il mio trono?» grida furiosamente
Cristalya mentre si avvicina al podio.
La figura femminile e altre persone, sbucate da dietro il trono e dai
lati della sala, accendono ognuno contemporaneamente una candela e i
loro volti zittiscono la regina di Dwr. Davanti a lei ci sono la regina
di Tera, il comandante in capo Hebber e cinque soldati armati di tutto
punto. Wasa si avvicina a Cristalya, la fissa negli occhi facendo un
sorrisetto sarcastico e le dice con tono sprezzante: «Stupida
mocciosa, prima hai vinto una battaglia, ma io adesso ho appena vinto
la guerra!»
§ § §
Avevano solcato i mari quattromilacinquecento navi e sono tornate in
porto in milleottocentonovanta, erano partiti tre milioni e cinquecento
mila soldati e sono tornati a casa un milione e cinquecentosettanta
mila.
La speranza dei popoli del mondo è che il domani sia
l’alba di una nuova era di pace, ma da una guerra
così sanguinosa nasce sempre il desiderio di rivincita o
l’atroce brama di vendetta!
§ §
§
Il bambino chiude il secondo tomo, si appoggia allo schienale della
sedia e sospira sognante. Negli ultimi due giorni si è
dedicato alla lettura dei due enormi libri che gli ha prestato il
vecchio maestro, ha sognato di vivere le avventure e le battaglie dei
personaggi che sono stati nominati. Leggere ogni rigo scritto a mano di
quei grossi volumi è stato come viaggiare nel tempo e la
sua fantasia l’ha portato a vedere ogni luogo e a incontrare
ogni persona, a fuggire dai mostri o a seguire i suoi nuovi eroi.
Il bambino si alza in piedi, sbuffa e si affaccia alla finestra.
– E adesso? Domani consegnerò i libri al maestro e
le avventure saranno finite? Avrà voglia e tempo per
continuare il racconto di quell’epoca travagliata?
– pensa il bambino mentre osserva il giardino di casa.
– E poi ci sono tante cose che mancano, soprattutto non si
parla nemmeno di quell’uomo scampato al deserto! Deve
continuare assolutamente! – si convince il bimbo
mentre ripone il secondo tomo nella sacca scolastica dove è
già contenuto il primo volume.
Una voce di donna: «Oggi ceni con noi oppure hai ancora da
studiare?»
Il bambino apre la porta della sua stanzetta e risponde sorridente:
«Ho finito madre, oggi ho una gran fame.»
«Da che io mi ricordo, questa è la prima volta che
ridi dopo aver studiato così tanto» dice la madre
mentre gli accarezza la testa.
Il bimbo non risponde ma continua a sorridere perché in cuor
suo ha deciso: due libri non bastano per sanare la sua
curiosità e l’indomani obbligherà il
maestro a dire tutta la verità così come
è scritto nella Legge dell’Imperatore dei Cinque
Regni.
N.d.A.
- Eccoci giunti all’ultimo capitolo della prima serie che
lascia molti interrogativi aperti al lettore che voglio immaginare sia
come il bimbo curioso che vuole sapere tutto .^^
- La prima serie completa la traccia #1 (Animo Guerriero) della challenge di molang
- Annuncio anche un piccolo cambiamento di programma che spero possa
farvi piacere: la saga dell’Imperatore dei Cinque Regni
durerà per quattro serie (invece di tre) da otto capitoli
ciascuna.
- Vi ringrazio infinitamente per avere scelto di usare il vostro tempo
per leggere il mio racconto e vi do appuntamento alla seconda serie
mentre, come sempre vi invito a commentare, criticare in modo
costruttivo e, se volete, segnalare gli immancabili errori.
Grazie a tutti
Ivan
CAST
Anziano Maestro – Insegnante della scuola imperiale e
narratore della storia
Atua Primo del suo nome – Leggendario primo Imperatore dei
Cinque Regni [deceduto]
Kwakhala – Regina dei mostri marini
Atua CCXV (vero nome Ukwu) – Imperatore dei Cinque
Regni [deceduto]
L’Inquisitore [personaggio soltanto nominato]
- Regno di Apen
Wit – Re di Apen
Pine – consorte del Re di Apen
Willa – principessa di Apen
Oak – principe ereditario di Apen
Wicaksana – Saggia reale di Apen
Panglito – comandante in capo dell’esercito
Macan e Terwelu – generali dell’esercito
Catur e Jaran – capitani dell’esercito
Miral – ammiraglio della marina
Prau – generale della marina
Altri: Ijo (ufficiale della marina), Kayu, Gedhe (ufficiale
dell’esercito)
- Regno di Dwr
Cristalya – Regina di Dwr
Oceanya – sorella e principessa ereditaria di Dwr, comandante
in capo dell’esercito
Dheat – Saggio di Dwr [prigioniero dei mercenari]
Glic – Saggio reale di Dwr
Fharsa e Each – generale dell’esercito
Ohama [deceduto nella battaglia al ponte doganale Nord/Ovest] e Foeil
– capitani dell’esercito
Haranche – Ammiraglio della marina
Tarley – generale della marina
Luchag – capitano della marina
Altri: Eas (caporale dell’esercito), Dubh, Geodha (soldato
dell’esercito), Loch, Dam (ufficiale dell’esercito)
[deceduto nella battaglia a difesa della reggia di Dwr]
- Regno di Metel
Titan – Re di Metel e comandante in capo
dell’esercito
Metelo – principe ereditario di Metel
Ohlaka – Saggia reale di Metel
Ciffredynol – generale dell’esercito [deceduto
nella battaglia del Confine Nord]
Capall, Tyred e Meirge – capitani dell’esercito
Lyngesydd – ammiraglio della marina
Moncai e Ceilog – generali della marina
Altri: Nasc (ufficiale della marina)[deceduto nella battaglia
sull’isola Ngahuru], Gwyn, Juwelo (soldato
dell’esercito) [giustiziato dal suo comandante a Port Pearl],
Copar (soldato dell’esercito)
- Regno di Tan
Explodon – Re di Tan [deceduto nella battaglia
sull’isola Ngahuru]
Bruligida – Regina di Tan
Torcon – principe ereditario e comandante in capo
dell’esercito
Fajro – principe di Tan
Saga – Saggio reale di Tan
Brigada [deceduta nella battaglia sull’isola di Ngahuru] e
Standarto – generali dell’esercito
Goj (capitano dell’esercito)[deceduto nella battaglia
sull’isola Ngahuru], Serpe e Cevalo (capitani
dell’esercito)
Sipestro – ammiraglio della marina [deceduto nella battaglia
navale nel Mare del Nord]
Turo – generale della marina
Altri: Ruga e Cindroj (soldati dell’esercito), Lumo
- Regno di Tera
Wasa – Regina di Tera
Aarde – principessa ereditaria di Tera
Wijs – Saggio reale di Tera
Hebber – comandante in capo dell’esercito
Buffel e Draak – generali dell’esercito
Paard – capitano dell’esercito
Raal – ammiraglio della marina
Geit – generale della marina
Mijin e Vaandrig – capitani della marina
Altri: Zeug, Haag, Geel (ufficiali dell’esercito), Graniette
(saggia residente a Tera) [deceduta in battaglia]
- Mercenari
Kokiaka – Capo dei mercenari
Fiskabur, Kaia, Kumari, Makara – comandanti dei mercenari
Nove Personaggi in nero – identità sconosciute
MAPPA
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