Errare è umano, e ha un prezzo

di Artemys22
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Cinque aveva sempre ragione. Faceva ogni cosa pensando ad ogni conseguenza, diceva ogni parola ponderandone il significato. Una sola volta, da quando aveva iniziato a lavorare per la Commissione, si era sbagliato, ed è stato appena prima che l'Apocalisse che tanto aveva cercato di sventare li polverizzasse tutti.
Perché Vanya, aveva chiesto uno dei suoi fratelli. Se è lei la cuasa dell'apocalisse non è come portarsi dietro una bomba ad orologeria, aveva chiesto un altro. No, ovviamente Cinque aveva ragione. Proprio per questo, essendone lei la causa se l'avessero portata con loro l'avrebbero curata, aveva spiegato ai suoi ottusi fratelli.
Curata.
Se Vanya lo avesse sentito... ma era priva di sensi, e chiederselo sarebbe tentare un salto in un baratro di solitudine, delusione e dolore che solo lei conosce. Il fatto è che non andava curata, qui sbagliava Cinque. Il freddo e calcolatore Cinque, quello sempre logico e metodico, con la coscienza sporca di un saggio cinquantottenne nel corpo di un ragazzino, quello che non sbaglia mai, o quasi. E forse con questa mentalità che aveva insediato anche nei fratelli, magari volontariamente, magari no, sarebbero potuti sorgere nuovi problemi. Non andava curata, aveva sempre avuto bisogno solo di una famiglia in cui sentirsi amata, che si fidasse di lei. Vanya era sola, delicata, emotiva ma non certo stupida. E c'è differenza, e lei l'avrebbe sentita, fra l'amare per un fine e l'amore fine a se stesso.

Nota:
Stimo Cinque dal primo episodio e ho sempre pensato che s'interessasse dei suoi fratelli e sorelle in ogni azione che sceglieva di compiere. Soltanto una parola, alla fine, mi ha lasciato l'amaro in bocca, e leggendo spero traspaia bene il motivo. Perciò mi sono sentita in dovere di, o forse più semplicemente volevo farlo e basta, esprimere il mio disappunto e spiegare a me e a Cinque cosa ci fosse di sbagliato.




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