Arte,
smoking ed esplosioni
Suzuri
Hideto apprezzava l’arte ed era capace di ammetterlo
senza alcun problema, come ammetteva senza esitazione che il suo
interesse si
fosse sempre fermato a livello superficiale. Suzuri Hideto non sarebbe
stato in
grado di indicare i quadri di uno stesso pittore.
Inogashira
Nanao, invece, era un giovane magnate della
tecnologia e appassionato d’arte. Inogashira conosceva
perfettamente le
correnti artistiche, le minuscole differenze tra i diversi artisti, i
sottili
significati delle pennellate e dei colori.
Ed
era per questo che, quella sera, all’inaugurazione della
mostra della collezione privata c’era Nanao e non Hideto.
Nanao che passava di
quadro in quadro, un calice di champagne in mano, l’abito di
alta sartoria di
taglio elegante ma non pacchione, e che era in grado di sciorinare
aneddoti e
analisi su qualunque fosse la crosta che i suoi bersagli desideravano
ammirare
in quel momento.
A
fine missione, avrebbe dovuto fare un regalo a Stella.
Senza l’aiuto e gli appunti di una sua vecchia amica studiosa
d’arte, entrare
in contatto con il petroliere Joseph
Harrington Price
sarebbe stato molto più difficile.
Invece,
quella serata sarebbe stato l’ultimo pezzo del
puzzle che avrebbe mandato in carcere l’uomo, per traffico
d’armi, droga e
riciclaggio. Doveva solo trovare il momento di allontanarsi dal gruppo.
Il
suo bersaglio scoppiò a ridere sguaiatamente, afferrando
un nuovo calice di champagne da un cameriere. Con un cenno
indirizzò il gruppo
di imbellettati uomini d’affari, mogli ed escort (Hideto non
era nato ieri,
sapeva riconoscere un’attrice per quanto brava fosse). Il
nuovo quadro era un
quadrato bianco, con sopra spruzzi casuali di colori.
Nanao
dimostrò con poche e mirate parole il suo
apprezzamento, Hideto si chiese perché un quadro che avrebbe
potuto replicare
ribaltando le tempere di sua nipote potesse valere così
tanto.
“Opera
ammirabile. Non immaginavo foste un tale estimatore.”
Hideto
strinse impercettibilmente le dita attorno al calice,
sforzandosi di non mostrare la tensione istintiva dei muscoli. Invece,
imbastì
il miglior sorriso di Nanao e si voltò verso il nuovo
arrivato.
“Potrei
dire lo stesso.”
Izaz
ghignò e sorseggiò dal suo calice, posandolo poi
direttamente
sul vassoio di un cameriere.
“Ci
sono ancora molte cose che non sapete di me, mio caro
amico. Oh, Mister Price…”
Izaz,
fiore all’occhiello dell’agenzia privata che
offriva i
propri agenti al miglior offerente, si infilò nel gruppo
come la serpe che era,
ammaliando le dame e conquistando con la sua parlantina gli uomini.
Hideto
digrignò i denti e arretrò di un passo, portando
con
nonchalance il polso alla bocca.
“Abbiamo
un problema.”
“Agente
Suzuri, qual è la situazione?”
“Izaz
è qui.”
Stella
imprecò dall’altra parte
dell’auricolare. “Possiamo
scommettere che ha il nostro stesso obbiettivo.”
“Non
ci sono dubbi.”
“Ma
guardate, che sbadato, quasi dimenticavo. Ho un
appuntamento al quale non posso mancare alle 21:43:05.”
Hideto trasalì e si
rese conto di essere di nuovo circondato dal gruppo di uomini
d’affari. “Non
avete idea di quanto mi dispiaccia. Vi lascio nelle sapienti mani di
mister
Inogashira.”
Tutti
si voltarono verso di lui e Izaz ghignò, facendogli un
veloce gesto di saluto. “Alla prossima volta.”
Hideto
faticò a non imprecare e rovinare così la sua
copertura. Nel tempo che gli servì per liberarsi di loro,
Izaz era svanito tra
la folla. Si fermò in mezzo al salone, voltandosi in tutte
le direzioni.
“Riesci
a individuarlo?”
“Negativo.
Deve essere riuscito a manomettere le
telecamere.”
“Non
posso aspettare. Mi dirigo al-”
Un’esplosione
coprì le sue parole. Una nube di polvere e
detriti riempì la scalinata, riversandosi sulla folla che
prese a correre
urlando dal panico.
“È
già in azione.”
“Suzuri,
devi assolutamente recuperare quei documenti.”
“Affermativo.”
Iniziò
a correre nella direzione opposta della folla,
facendosi largo a gomitate. Afferrò la pistola nascosta
sotto a uno dei tavoli
e attivò i visori infrarossi. Arrivato al piano superiore,
tolse la sicura e si
avviò con passo felpato verso l’ufficio di Pierce.
Aveva pochi minuti prima che
pompieri e uomini di Pierce realizzassero che era tutto un diversivo.
Un’ombra
saettò nell’angolo sinistro dell’suo
campo visivo.
Hideto parò la mano con il coltello puntato alla sua tempia
e incrociò il
ghigno divertito di Izaz.
“Che
bello rivederci di nuovo, non trovi?”
E
iniziarono a lottare, distruggendo soprammobili e usando
parti di mobili come armi, pistola e coltello ormai persi in qualche
angolo.
“Suzuri,
che sta succedendo?”
Hideto
parava i colpi con bracci, mani, gambe e piedi con
l’istinto nato da anni di addestramento, dedicando tutta la
sua concentrazione
nell’individuare dove Izaz avesse la pendrive con i documenti.
Izaz
gli sferrò un nuovo colpo rivolto verso la testa, che
evitò per un soffio. “Se sapevo che avremmo
ballato, mi sarei messo le scarpe
da ballo.”
Erano
ormai sul balcone centrale. Nella nube dell’esplosione
dentro il corridoio, riuscì a sentire il rumore di passi
concitati dirigersi
nella loro direzione. In lontananza si sentivano le sirene di pompieri
e
polizia. Non avrebbe avuto una seconda occasione.
“Mai
stato un ballerino,” replicò afferrandolo e
immobilizzandogli il braccio dietro alla schiena. “Preferisco
il paracadutismo.”
E
spinse entrambi oltre il parapetto. Izaz emise uno verso
stridulo che sembrò uno squittio terrorizzato. Hideto
infilò la mano nella
tasca della giacca del rivale, afferrò la pennetta, e lo
usò come perno per
voltarsi verso l’alto. Izaz cercò di abbrancarlo
imprecando, ma Hideto allungò
il braccio e sparò il rampino nascosto nella giacca.
Il
gancio fendette l’aria e si conficcò
sottò alle tegole
del tetto della villa, trascinandolo verso l’alto.
“SUZURI!”
“Al
prossimo ballo!” Hideto rise anche quando un proiettile
sibilò a fianco della sua orecchia.
Atterrò
sul tetto con una semplice acrobazia. Si voltò verso
il giardino e, tra la folla in panico, scorse la figura di Izaz.
Ovviamente, il
suo rivale era riuscito a non far calare il sipario cadendo da tre
piani.
“SUZURI!”
Hideto
ghignò e si spazzolò l’abito ormai
quasi distrutto
dalla colluttazione.
“Materiale
recuperato. Mi dirigo verso al punto di
estrazione.”
“Suzuri,
mi è arrivata la notifica che hai usato il
rampino. Se hai distrutto un altro completo, giuro che chiedo al
consiglio-”
Gettò
un’occhiata alla giacca rovinata e la camicia
annerita, mancavano ancora dei bottini, e sorrise.
“No,
tranquilla. L’abito è perfetto. Forse le scarpe
sono un
po’ sgualcite.”
E
silenziò l’auricolare. Correndo sul tetto per poi
calarsi su
un albero e, da lì, superare la cinta del giardino sul
retro, si segnò un
appunto mentale.
Passare
in sartoria e comprare uno smoking identico.
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NOTE DELL’AUTRICE:
Salve a tutti! Eccoci qui
con il primo
giorno del Battle Spirits Week. E questa volta un po’ di
fretta perché,
genialmente, ho rimandato fino all’ultimo e, quando
è arrivata l’ispirazione,
ovviamente non era una drabble come l’anno scorso.
Comunque, spero che vi
piaccia. Io mi
sono divertita un mondo a scrivere di Hideto in versione spia e di Izaz
(ancora
un po’ versione Zazie) come suo rivale. Forse non
è la mia migliore storia,
sono dovuta andare un po’ di fretta, ma per questa volta ho
voluto abbracciare
lo spirito della BS Week e non preoccuparmi di creare headcanon per
Resurgence.
Grazie a
quelli che leggeranno e/o recensiranno.
A domani,
HikariMoon
P.S. il
nome sotto copertura di Hideto è l’unione del nome
di due personaggi di Toppa Bashin,
la serie mai trasmessa in Italia prodotta prima di Gekiha.
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