L'ultimo saluto

di shaolin7272
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Capitolo 3

André tornò a casa con l'intento di tornare in ospedale il giorno successivo per parlare con il medico che aveva in cura il padre e soprattutto capire perché non l'avesse avvisato di stare male.

Dopo una lunga notte insonne André avvisò Semir che sarebbe arrivato in ritardo e si avviò al Koln Klinik.

Il Dottor Matthias lo ricevette nel suo studio con una stretta di mano cordiale lo fece accomodare. Fux arrivò al punto senza indugio. “Vorrei avere informazioni sulle condizioni di mio padre.”

L'uomo si schiarì la gola “Non ci sono mai le parole giuste in questi casi. Suo padre ha un tumore al cervello, ultimo stadio.”

“Ultimo stadio? Cosa intende per ...”

“Si sta spegnendo. L'abbiamo ricoverato quindici giorni fa perché non era più autosufficiente. Non ci vede più e non è più in grado di camminare.” Lo informò il più gentilmente possibile “Ma, non sapeva che suo padre stava male?”

“L'ho scoperto per puro caso ieri, non mi ha nemmeno chiamato. Niente di niente. E da quello che intuisco, lui non ha detto a nessuno della mia esistenza.”

“A volte capita che tra genitori e figli non ci siano buoni rapporti.”

André scosse la testa “L'ultima volta che l'ho sentito stava uscendo con una donna che aveva la metà dei suoi anni e stava progettando un week end romantico. Non mi ha detto che stava male. Vorrei credere che sia per non farmi stare in pensiero, ma temo che lui si sia dimenticato di avere un figlio molto prima di ammalarsi.” Disse amaramente “Quanto gli rimane ?”

“Un mese, forse due.” Gli comunicò dispiaciuto.

“Ok” mormorò “Posso vederlo?”

“Sì, certo. Devo dirglielo, potrebbe non riconoscerla, non è sempre lucido.”

André fece un breve riso sarcastico. “Non sarebbe una novità.”

Il Dottor Matthias chiamò la capo sala per farlo accompagnare.

La stanza era in penombra, André rimase sulla soglia dietro all'infermiera che si era avvicinata al letto. “Camill, Camill?”. Mormorò la donna toccando lievemente la figura distesa.

“Ho sonno, ho tanto sonno, figliola, voglio dormire.”

“Hai una visita, solo cinque minuti, forza.”

“No, non voglio vedere nessuno, non voglio che nessuno mi veda in queste condizioni.”

“Papà!”Prese coraggio André entrando nella camera.

“André?” Chiese stupito Camill

“Sì, sono io.”

“No, va via André, va via! Vattene!” Fece l'uomo agitandosi nel letto “Non voglio che tu mi veda così, va per la tua strada ! Goditi la vita finché puoi!” Disse quasi urlando.

L'infermiera guardò André e gli fece cenno di uscire. Lui non si fece pregare. Uscì di corsa senza quasi rendersi conto di dove andava, arrabbiato, addolorato, confuso. Non era suo padre quello.


 





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