Fandom: DC's Legends
Of Tomorrow
Personaggi:
Sara Lance, Rip Hunter
Words: 765
Genere:
Hurt/Comfort
Rating: verde
Contesto:
post 2x13
Beta: Nais
Disclaimer:
i personaggi non mi appartengono.
Note:
Scritta per il Bingo
Challenge del gruppo Hurt/Comfort
Italia - Fanfiction & Fanart con il prompt "Cibo Ospedaliero".
Un
tocco che
ha
il sapore di una promessa
Rip
si porta una mano allo stomaco. Geme, a bassa voce, mentre avverte la
nausea che lo ha svegliato nel bel mezzo della notte crescere con una
velocità allarmante.
Mandare
giù il cibo di quell'ospedale, a quanto pare, non
è stata una
grande idea.
Fa
dei respiri profondi e cerca di calmarsi, ma il disagio raggiunge ben
presto livelli troppo alti perché possa ignorarlo. Sospira,
affranto, e con una mano sul materasso prova a fare leva per mettersi
seduto. Anche questa sembra essere una pessima idea e quando lo
spazio attorno a lui inizia a girare, il suo corpo si sporge
pericolosamente in avanti. Qualcuno lo afferra per le spalle
impedendogli così di capitolare giù dal letto e
Rip sobbalza,
sorpreso.
«Idiota»
gli viene mormorato sulla nuca con uno sbuffo a metà tra il
divertito e l'esasperato. Conosce quella voce fin troppo bene.
Con
cautela poggia le spalle contro il muro e si volta.
«Sara»
le lancia uno sguardo torvo «Che cosa ci fai qui?»
È
una domanda lecita. Sono nel bel mezzo della notte e Rip è
abbastanza sicuro che l'orario di visita sia finito da un bel pezzo.
Un
sorrisetto divertito fa la sua comparsa sul viso della ragazza. Anche
se la stanza è in penombra, Rip ne può vedere
chiaramente i
contorni. Sara, dopotutto, ha questo modo di sorridere che potrebbe
illuminare l'universo.
«Sospettavo
che se avessi avuto bisogno di aiuto saresti stato abbastanza stupido
da non chiamare l'infermiera. Così mi sono intrufolata nella
tua
stanza dopo l'orario di visita.»
Mette
un punto alla spiegazione con una scrollata di spalle incurante. Rip
deve trattenersi dall'alzare gli occhi al cielo. Lo fa solo
perché
il movimento sarebbe stato senza ombra di dubbio in disaccordo con il
suo stomaco.
«Devo
solo andare in bagno. Non ho bisogno di aiuto per quello, Capitano».
Sara
inarca un sopracciglio in segno di sfida. Sa che Rip, in queste
situazioni, usa il suo titolo solo quando è irritato con
lei. Non
che abbia importanza. È sempre irritato per qualcosa quando
ha a che
fare con il team e Sara inizia a pensare che ormai lo faccia solo per
una questione di abitudine.
«Ovvero
non hai bisogno di aiuto per andare in bagno a vomitare le
budella?»
lo aiuta ad alzarsi e poi si porta un suo braccio sulle spalle
così
che possa poggiare gran parte del suo peso su di lei. Rip la lascia
fare. Con chiunque altro avrebbe impastato qualche altra protesta, ma
con lei è diverso. Sara è sempre stata al suo
fianco. Fisicamente o
nei suoi ricordi. Persino il suo sé malvagio ne ha fatto il
centro
del suo odio. A volte si domanda se è perché
temeva che potesse
fermarlo, che in qualche modo il solo starle accanto avrebbe potuto
riportarlo indietro, al suo essere debole, patetico, una povera scusa
per un capitano.
Il
suo stomaco ha uno spasmo e arrivano in bagno appena in tempo prima
che sia costretto a piegarsi sulla testa del water per vomitare
l'anima. I muscoli continuano a contrarsi con una violenza
inaspettata e ben presto Rip non ha più cognizione di nulla
se non
il dolore che lo assale all'addome e i brividi di freddo che hanno
preso a scuotergli il corpo in un ritmo serrato. Si ritrova a
pregare, quasi inconsciamente, per l'arrivo del resto del team, che
Jax sia riuscito a riparare la Waverider così che possa
scappare di
lì e somministrarsi alle cure di Gideon, sicuramente
più efficaci
di quelle di un ospedale del ventesimo secolo.
Il
dolore è insopportabile, ma poi avverte una mano
sorreggergli la
fronte impregnata di sudore e un'altra massaggiargli la schiena.
Cerca di concentrarsi su questo e sulla voce di Sara.
«Andrà
tutto bene. È quasi finita.» e fin quando continua
a concentrarsi
su di lei, tutto sembra più tollerabile. Prima che se ne
renda
conto, non ha più nulla da rimettere.
È a
malapena sveglio adesso e quasi non si accorge quando Sara gli porge
un bicchiere d'acqua per sciacquarsi la bocca e berne qualche sorso.
Lo aiuta ad alzarsi e il tragitto per tornare a letto è solo
un
ricordo sfocato. Quando la sua testa tocca il cuscino, Rip ha
già
gli occhi chiusi, ma prima di cadere completamente addormentato
riesce comunque ad allungare un braccio e afferrarle una mano.
«Grazie.
Grazie per essere venuta.» ha la voce impastata e un moto di
gratitudine nel petto. Potrebbe giurare di sentirla sorridere,
ma l'ultima cosa che ricorda prima di addormentarsi è la
stretta
della mano di Sara nella sua.
È
un tocco che ha il sapore di una promessa.
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