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Sono tornata dalle vacanze (e anche per aggiornare questa storia!) <3
Spero di non avervi fatto aspettare tanto, in tal caso mi farò perdonare.
- Gloria
Capitolo trentasette
• La Teoria del Caos e l'Effetto Farfalla •
Victoria's POV
Ho fatto girare la chiavetta più di tre volte, ma il carillon
non vuole suonare. Ho bisogno di sentire la sua melodia almeno una
volta a settimana, o quando sono arrabbiata o triste. In verità,
dovrei smettere di piangere per la perdita di mia madre, perché
lei non lo vorrebbe. Sono già passati millenni, lei non è
tornata in vita come me, Jackie e nostro padre.
Mia madre è stata uccisa, mio padre si è tolto la vita
dopo l'assassinio di quest'ultima, mia sorella è caduta in
guerra ed io non mi ero concentrata abbastanza. D'altronde, lei stessa
mi ha costruita, ma non è la ragione per cui il mio cuore e il
resto di me sono pieni di difetti e malfunzionamenti: non pensava che
una gemma come lo zircone mi avrebbe donato un potere grande e
difficile da controllare, ma nonostante tutto, sono riuscita a rendermi
conto che non tutto va liscio come l'olio. Devo smetterla di soffrire
per qualcosa che è accaduto solo mille anni fa, ora sono rinata
come Victoria Kamesuke, la ragazza androide nata da un esperimento
scientifico importante: il Sailor Mecha-Senshi Project - anche se il mio vero nome, in teoria, è composto di soli numeri.
«Non vieni a cena, tesoro?» la voce di papà mi rilassa sempre, proprio come quella della mamma.
«Scusa, ma non ho fame» rispondo un po' triste tenendo tra le mani il carillon.
«Non riesci a fare a meno di quel prezioso regalo, vero?»
sorride entrando nella mia stanza, avvicinandosi lentamente alle mie
spalle. «Avevi pochi mesi quando tua madre lo ha costruito, lo
aveva pensato per farti smettere di piangere.»
Accenno un sorriso.
«Eri proprio una piagnucolona, facevi cadere ogni cosa dalle mani
e piangevi pur di riaverlo indietro» ridacchia appena, «ma
ora sei diversa, sei molto più fredda e quasi insensibile.»
«Lo so, ma non è colpa sua se sono diventata quello che
sono», ammetto «è colpa della cicatrice e di tutti
quei dolori che ogni giorno sono costretta a sopportare»
«Non ho mai visto la natura nella sua piena purezza, non ho
ammirato un paesaggio da lontano... le uniche cose che vedo tutti i
giorni sono la scuola e il tuo laboratorio» la mia voce s'incrina
di colpo.
«Vorrei poterti far uscire più spesso, ma ricorda che sei
nata robot e hai dei limiti e delle regole da rispettare - vale anche
per tua sorella, ovviamente. Purtroppo non diventerai mai un umana a
tutti gli effetti, ma farò in modo che tu possa avere quello che
loro hanno e che tu ancora non hai.»
Mi sfugge un sorriso, abbraccio forte mio padre con le lacrime agli
angoli degli occhi. So che potrò sempre contare su di lui.
«Allora, se non hai davvero fame, ti lascio sola» si libera
dal mio abbraccio e lascia la mia stanza chiudendo la porta scorrevole.
Il mio cuore, nonostante sia ferito, sa che posso contare anche su
un'altra persona: la mia adorata Regiela.
*
Elvira's POV
«Come sarebbe a dire "non posso venire"?» sbraito. «Me lo avevi promesso!»
«Mi dispiace, Elvy, ma devo andare da mio padre per farmi
sistemare le mie protesi», risponde Jackie a malincuore
dall'altro capo del telefono «lo so che avevamo un programma un
pomeriggio tra amiche con Rei e Minako, ma non posso muovermi di casa
finché non starò bene.»
«Capisco.»
«Non essere arrabbiata, ti prometto che troveremo un altro giorno e questa volta saremo solo noi due.»
«Va bene», sorrido «allora... vai pure da tuo padre.»
«Scusami ancora» conclude la chiamata ed io mi ritrovo con un suono continuo che entra ed esce dalle mie orecchie. Perché proprio oggi? Uffa!
Getto il telefono a terra con gli occhi lucidi, ma mi rendo conto di
essere una perfetta idiota. Lei è un robot, ha tanti problemi.
Perché devo mettermi sempre in mezzo?
Improvvisamente, un bussare attira la mia attenzione. Il rumore non
viene dalla porta della mia cameretta, ma dalla finestra. Afferro la
mazza da hockey e la impugno mentre apro la finestra. Una ragazzina dai
capelli rosa e dall'acconciatura strana si mostra ai miei occhi, lascio
cadere la mazza di legno sul tappeto.
«Chibiusa!» esclamo sorpresa.
«Ciao» saluta con un sorriso.
«Ehm, ci sono anch'io» aggiunge mentre la bambina dai
capelli turchese si mostra ai miei occhi, «scusa se ti abbiamo
spaventata.»
«Tranquilla, testolina pompon, non
mi spavento così facilmente» rispondo «uso sempre
quella mazza per picchiare i bulli che mi perseguitano o chi mi prende
in giro per l'altezza.»
«Wow, che grinta» commenta Chibiusa osservandola meravigliata.
«Sputate il rospo: perché siete qui e non a casa vostra?»
A farsi avanti è proprio Haiyuki, la piccola Lady Sapphire
nonché Neo Princess Dahlia. La bambina mette le mani nelle sue
tasche e mostra due ciondoli a forma di farfalla, un'ala è fatta
di cristallo trasparente, come se fosse vetro.
«Che cosa sono?» chiedo curiosa.
«Questi sono i ciondoli Butterfly» risponde lei «una
profezia narra che il suo potere è collegato alla Teoria del
Caos.»
«Perdonate la mia ignoranza in materia, ma che cosa sarebbe questa... ehm, Teoria del Caos?» chiedo ignorantemente.
«Secondo quanto dice internet, è lo studio dei sistemi fisici dinamici che esibiscono una sensibilità esponenziale rispetto alle condizioni iniziali» spiega Chibiusa.
«Detto in parole povere?»
«Non è altro che la principale conseguenza dell'effetto
farfalla cioè,» continua leggendo il suo tablet rosa
«delle piccole
variazioni nelle condizioni iniziali che producono grandi variazioni
nel comportamento a lungo termine di un sistema.»
Inarco un sopracciglio e la ragazza dai capelli blu sospira scocciata -
non prendetemi in giro, non sono mai stata brava in matematica, eppure
sono una Sailor Andromeda. «Ogni singola azione dell'individuo può nuocere il futuro negativamente.»
«E come possono due ciondoli come questi essere paragonati a questa Teoria?»
Le due ragazzine si guardano per un po' realizzando che nemmeno loro
conoscono l'origine dei due talismani, soprattutto io. A quanto ho
capito, i due ciondoli sono in grado di squilibrare gli avvenimenti
all'interno di un pianeta o una galassia attraverso la teoria del caos,
ma tutto questo a cosa è collegato? Se Vicky e Gwen sono davvero
le guerriere prescelte a cambiare il corso degli eventi, allora, i
ciondoli saranno i due talismani - preceduti dalle gemme - che
porteranno al tanto atteso cambiamento.
«Che sia legato al Quinto Emendamento di Andromeda?» chiede Chibiusa.
«Potrebbe essere», rispondo «ma non dobbiamo trarre
conclusioni affrettate, non sappiamo esattamente a cosa sono collegati
i talismani con le gemme di Gwen e Victoria.»
«L'unica cosa da fare è darglieli e vedere che cosa
succede» aggiunge Haiyuki «anzi, osservarli. Come puoi
vedere, un'ala della farfalla è di cristallo: secondo la Teoria,
chi la indossa sarà in grado di gestire e limitare i suoi poteri
più grandi - il cristallo si colora a seconda della
personalità dell'individuo.»
«Quindi non valgono i primi quattro Emendamenti?»
«Dipende, se le personalità corrispondono alle gemme
sacre, proibite, demoniache o alle fusioni, in questo caso valgono solo
il Terzo, il Quarto e il Quinto Emendamento - poichè la regola
stabilisce che ad indossare il ciondolo Butterfly deve essere una
persona che custodisce un forte sentimento d'amore nel cuore, profondo
o semplicemente una cotta e che sia riferito al passato o al
presente.»
Ora che ci penso bene, Vicky e Gwen sono legate da un amore passato,
anche se quest'ultima ha rovinato la speranza di poter arrivare al
Cambiamento ma, come disse Dio, "un sentimento forte come l'amore può contrastare qualsiasi tipo di peccato". Anche se quel sentimento è nascosto da una corazza di ghiaccio, so per certo che non svanirà.
«Ho solo un'altra domanda: come faccio a dare uno di quei ciondoli a Vicky?»
«Conosci sua sorella, no? E poi, lei ti stima tantissimo»
risponde Chibiusa «perché non provarci?»
Allunga la sua mano e mi lascia un ciondolo tra le mani, io mi avvicino
e osservo il colore luminoso del talismano e l'oro brillante che lo
circonda.
«A Gwendaline ci penseranno Usagi e Lisa, dal momento che fanno parte del club di manga» aggiunge Haiyuki.
«Hey hey hey, un momento», la interrompo «Gwen legge i manga?»
«Solo gli shojo, quelli
noiosi e ripetitivi» risponde la bambina zaffiro «ma non
pensare ai suoi hobby, pensa alla tua piccola missione.»
Faccio un piccolo cenno con la testa e osservo nuovamente il ciondolo. Spero solo che tutto vada bene.
Victoria's POV
Dolci parole entrano nella mia testa: të dua. Sento
il piacevole tepore del sole su di me, mi rilassa tantissimo. Non ho
mai provato una sensazione così bella, non sapevo come ci si
sentisse a dormire in una coperta calda e non nel solito letto di
metallo in verticale e senza un lenzuolo addosso.
Ho preferito non dormire a casa mia, perciò ho deciso di venire
a casa di Regiela. Mi mancavano le sue coccole - non riesco a farne a
meno, ogni volta che le sue dita mi sfiorano riescono a scacciare i
miei incubi.
«Sei già sveglia?»
A risvegliarmi, stavolta, non è il solito rumore di un computer, ma la sua bellissima voce.
«Sì», mormoro «in verità, proprio ora mi sono svegliata.»
«È la prima volta che dormi in un letto morbido?»
Annuisco. «Confesso che si sta davvero bene qui sotto il piumone.»
Regiela sorride e si mette sopra di me sfiorandomi il naso. Ho una
ragazza che mi ama tanto, sono riuscita a trasmettere le mie emozioni,
ora lei è su di me. Non posso chiedere di meglio.
«Adesso come si sta?»
«Meglio di prima» rispondo con tono divertito circondandole
il collo con le braccia, per poi lasciarmi baciare lentamente.
«Non potrò dormire con te per molto, vista la mia... ehm. situazione.»
«Puoi venire da me quando vorrai, la porta di casa mia
sarà sempre aperta per te» sorride dolcemente appoggiando
la testa su di me. Non mi sono mai sentita così amata,
così felice; non avrei mai pensato di regalare un sorriso ad una
ragazza come lei, nonostante la mia vera natura.
Con lei al mio fianco dimentico ogni mio pensiero negativo. Mi basta
incrociare il suo sguardo e il mio cuore va in estasi, mi basta un suo
abbraccio per sentire il suo calore, mi basta un suo bacio per sentirmi
amata. Ogni cosa che mi trasmette, riesco a viverla. Lei mi completa.
«Come fai a vivere da sola, senza nessuno che ti aiuta?» le chiedo senza un motivo.
«Me lo chiedo anch'io», risponde sussurrando «ormai sono abituata a vivere nella solitudine.»
«Non hai mai ospitato nessuno, a parte me?»
«Sei l'unica ragazza che ho voluto accogliere nella mia casetta,
la tua compagnia non mi dispiace affatto anzi, vorrei che restassi qui
a lungo.»
«Finché non guarirò, non potrò farlo»
dico con tono un po' triste «ma ci saranno altre occasioni per
stare insieme sotto il piumone.»
Intanto, lei si diverte a stuzzicare con le dita il mio piercing
d'argento sull'ombelico - soltanto mio padre sa cosa sia in
realtà.
«Ti dona questo gioiello, sai?» sussurra baciandomi la pancia con amore.
«Davvero? Credevo non ti piacessero accessori del genere»
rispondo «e poi, se non erro, a te piacciono di più gli
orecchini.»
«Già, e anche tu ne porti uno» ridacchia toccando il
mio orecchio sinistro con le stesse dita che hanno sfiorato il mio
piercing, «indossi solo questo?»
«Sì, perché non mi piace agghindarmi tanto -
cioè indossare tanti gioielli, altrimenti finisco col
trasformarmi in un albero di Natale» sorrido immaginando la
scena, mettendomi poi le mani dietro la nuca «anche perché
odio gli oggetti luccicanti, preferisco le pietre scure come lo
zircone.»
«Allora è vero che la gemma che porti sotto il polso
è di colore scuro», dice sfiorando di poco il piercing con
le labbra «mi sono sempre chiesta chi fosse quella guerriera
angelo dal ciuffo d'argento e il vestito blu cobalto.»
«Adesso lo sai, bimba» mi sfugge una risata e le sue labbra
arrivano a toccare dolcemente le mie. Fa tante domande, ma adoro stare
in sua compagnia. Mi sento proprio a mio agio.
«Ora io dovrei essere sopra di te» mormoro.
«Perché non lo fai, allora?»
Sorrido ribaltando dolcemente le posizioni, lascio che il piumone mi
copra parte delle cosce e riscaldi le mie gambe. Osservo il suo corpo
mezzo nudo esposto ai miei occhi, un leggero brivido mi percorre la
schiena, devo essermi ancora eccitata. Dannazione!
«È soddisfatta, mia signora?» sorrido maliziosa
avvicinandomi alle sue labbra rosee, il cuore che palpita di gioia e
una sensazione strana tra le gambe. «O preferirebbe
qualcos'altro?»
«Preferirei la compagnia di un'androide perverso e terribilmente
attraente» sussurra dolcemente cinghiando i miei fianchi con
lussuria e desiderio, le coppe dei nostri reggiseni che si sfiorano
amorevolmente. È questo che voglio: sentirmi amata e, ogni
tanto, lasciarmi andare.
«Il suo desiderio sarà esaudito, mia regina» e la bacio cadendo nel secondo cerchio dell'Inferno.
*
Mi rivesto e scendo le scale, noto la cucina in disordine e ripulisco
tutto. Fare le pulizie non fa parte della mia routine, ma odio vedere
la sporcizia intorno a me. Lascio da parte i piatti e penso a
spolverare le credenze, ho paura ad aprire il rubinetto.
«Lascia che ti aiuti» sento di colpo la sua voce armoniosa,
mentre si avvicina alla mia schiena e afferra il polverino assieme alla
mia mano. Si alza mettendosi in punta di piedi arrivando in cima ad uno
scaffale pieno di piatti e tazze di porcellana pregiate nere e bianche,
una teiera e due piatti piccoli.
«Perché non hai lavato i piatti invece di spolverare?» domanda sarcastica.
«Non posso toccare l'acqua o rischierò la morte»
rispondo senza pensare «anche solo una goccia innocua può
essere fatale per me.»
«Nemmeno nelle zone biologiche cioè, del tuo vero corpo?»
«No, nemmeno quelle.»
«Allora ci penserò io ai piatti, e poi» mi toglie il
poverino dalle mani, «sei mia ospite, non dovresti assolutamente
fare le pulizie.»
«Ma volevo...» mi tappa la bocca con l'indice avvicinandosi di qualche centimetro.
«Ti ringrazio per la tua gentilezza, ma l'ospite è sacro
per me quindi, guarda la TV o leggi qualcosa, al resto ci penso
io» mi dà un bacio sulla guancia e si allontana con il
polverino tra le mani, lo appoggia sul tavolo e comincia a lavare i
piatti. Volevo rendermi utile ma, se davvero sono sacra, allora
dovrò aspettarla sul divano.
Guardo il soffitto pensierosa. Ripenso a quelle parole, quelle sillabe
che ho sputato in faccia alla guerriera della saggezza. Forse sono
stata un po' troppo cattiva con lei, ma era arrivato il momento che lo
capisse una volta per tutte: sono una ragazza piena di difetti al
corpo, nelle mie vene non scorre sangue, ho anche parti del corpo vere
ma circondate dal metallo e collegate a piccoli cavi elettrici. Non so
perché, ma mi sento in colpa.
«Siete voi le
guerriere destinate a cambiare le sorti dell'universo, cambierete il
corso della storia e degli eventi, il vostro legame sarà la
chiave verso la libertà.»
Sembrano parole così stupide.
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