Tempo di sabbia

di Oblio
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Tempo di sabbia 
 
Ti guardo e capisco: siamo soli e siamo spacciati. Persi.
Gli occhi di nocciola, le iridi di miele. Di foglie autunnali rotte sotto ai miei piedi.
Più in là, la luna e le stelle si illuminano di noi, si sciolgono nel mare.
Ti prendo per mano e camminiamo verso l’acqua.
-è il mio posto preferito- sussurri lasciando che il vento raccolga le tue parole e la tua chioma frondosa.
Intrappolato, spaventato, sta tra i tuoi pensieri un corvo piumato di notte. E notturni sono i suoi racconti.
-è il mio posto preferito- ripeti. Il tuo sguardo su di me, la tua mano puntata contro il mio petto.
Premi il grilletto.
Instabile, barcollo verso di te. Se mi amassi, perché mai dovresti lasciarmi andare?
Mi stringi la vita, mentre cado tra le tue braccia. Cado, rovino.
Baciarmi? Non l’hai mai pensato. Ora le mie labbra cantano respiri cercando un’eco che non sai mimare.
Non sai. Tu, l’unico altro al mondo simile a me, non sai.
Le tue dita sprofondano nella mia schiena, nella mia carne, ma a poco serve. Non mi porterai con te all’inferno.
Aspettare una tua risposta è un eterno limbo. Silenzioso e vuoto.
-freddo- riesco a dire mentre abbandoni l’ultima traccia di me.
Affondo. Affogo.
-chi sei?- chiederai quando tutto sarà finito. Quando sarò soltanto qualcuno che hai conosciuto.
Mi hai conosciuto mesi fa. In un tempo fatto di vetro, in un momento di cristallo.
I cocci mi sono ancora in gola. Soffocano le mie poesie per te.
Altre mani mi prendono. -mi amerai?- domando mentre l’oceano ci inghiotte sempre più.
Dalle viscere della bestia, lontana è la tua voce, la tua luce. -addio-
Arrivo finalmente al fondo, al termine di questa gola incolore.
E nessuno qui ha voce, nessuno ha vita. Li guardo nascondersi dal buio che ci attanaglia.
Memoria, nome, amore. Che altro può toglierci?
-il cuore- richiede il mostro graffiando il mio corpo. Brandelli di carne e carta.
-il cuore!-
Sento il sangue pulsare oltre le labbra, macchiare la desolazione di ferro.
Sa di te. Io so di te.
 A metri, ricordi e vite da me, ecco la tua figura. La tua voce armonica.
Quando guardo tra le tua mani, ciò che resta di me.
Avrei dato la mia vita per te, il mio tempo di sabbia per i tuoi occhi di nocciola.
 
 Le tue dita traballano e, non sapendo che fare, lasci cadere il mio cuore. Clessidra di vetro.
Il mio tempo di sabbia s’interrompe con te.
O forse da te non s’era mai smosso.




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