Chiusa nella torre più alta, si guardò al grande specchio infisso sulla parete.
Dov’era finita la sua bellezza?
Spariti i morbidi capelli scuri, la carnagione fresca e rosea, il viso incantevole dal profilo purissimo, le mani piccole e ben disegnate… Al suo posto, si ergeva una tigre bianca, dalle dimensioni ragguardevoli e dai denti micidiali.
Solo i suoi occhi erano rimasti immutati, ambrati e scintillanti, dolci come un tempo. Come in quel tempo lontano in cui cavalcava per il bosco in sella a Philippe, con le chiome al vento e la felicità nel cuore.
Prima che quella maledizione cambiasse la sua vita per sempre.
In uno scatto di rabbia, distrusse lo specchio con una zampata poderosa, e rimase a guardare la sua immagine ora deformata, sorda al dolore pungente delle schegge di vetro conficcate nella carne e cieca di fronte al sangue che gocciolava sui cocci.
Le lacrime, fedeli compagne nella sua sventura, iniziarono a scorrerle sul muso, perdendosi nei meandri della pelliccia bianca.
Il giorno del suo ventunesimo compleanno era sempre più vicino, e lei stava ormai perdendo ogni speranza.
Chi avrebbe mai potuto spezzare l’incantesimo?
Chi avrebbe mai potuto amare una bestia? |