Non tutti gli esperimenti riescono col buco

di Midnight Sunflower
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Parte II

 
Le panchine sono più scomode del solito e il ronzio del neon è una vera tortura per la sua povera testa.

Oh, quando ci fanno entrare?

Bucky sbuffa, spingendosi ancora di più contro lo schienale e rimediando una capocciata alla parete.

«Ben ti sta» bercia Sam in maglia della salute, seduto di fronte a lui a braccia conserte.

«Oh andiamo!» Bucky si leva l’asciugamano dal collo e inizia a frizionare i capelli ancora umidi. «Non è colpa mia se il lanciafiamme di Tucla–»
«Il. Bruciatore. Di. Teclu.»
«Quello che è!» Bucky alza ancora di più la voce, tentando di ignorare le saette lanciate dagli occhi neri dell’amico. «Non gli ho detto io di far scattare l’allarme antincendio!»

Sam serra le labbra, riducendole a una linea sottilissima, e Bucky teme che nel giro di qualche secondo possa alzarsi per dargli un bel cazzotto sul grugno. «Sei un idiota» soffia poi, come un gatto selvatico.

Pensavo peggio!

«Ad ogni modo,» continua Sam, «l’anno scolastico è iniziato da appena due mesi e questa è la settima volta che finiamo nell’ufficio di Fury.»

«E allora?»

«Allora? Di questo passo non arriviamo vivi al pranzo del Ringraziamento.»

«Esagerato!» Bucky ride di gusto. «Adesso mando un messaggio a Steve e gli chie–»

«Steve è fuori città, ricordi?»

Colpo di scena.

E adesso chi può convincere il Vecchio Monocolo a non sospenderli e a concedere loro l’ennesima seconda possibilità?

Cavolocavolocavolo.

«Okay, siamo fregati.» Bucky lancia la tovaglia sulla seduta e inizia a giocare con un filo sfuggito da una cucitura della sua t-shirt mezza fradicia.

«Ragazzi, il preside può ricevervi.»

Miseriaccia!

La vice preside Hill li coglie di sorpresa. In un’altra vita deve aver sicuramente lavorato per la CIA: è silenziosa come una spia!

Bucky fa a Sam un cenno d’intesa e cauti, si avvicinano alla donna che con sguardo divertito sussurra: «Buona fortuna», facendosi poi da parte per lasciarli passare. Lesta, chiude la porta dell’ufficio alle loro spalle.

E siamo di nuovo qui…

«Barnes, Wilson, sedetevi.» Dalla scrivania, Fury rivolge loro un sorriso affettato e ciò può significare solo una cosa: ha intenzione di ridurli in polvere ed eliminare le loro tracce con l’aspirapolvere.

«Signore, possiamo spiegare.» Bucky tenta un approccio degno dei migliori diplomatici dell’ONU, mentre spinge con malagrazia Sam sulla prima sedia disponibile e prende posto di fianco a lui. «È stato solo un piccolo incidente di percorso. Sa come funziona nei laboratori di Chimi–»

«Ragazzo,» lo interrompe l’uomo, «il ritiro di Jordan nel millenovecentonovantatré, dopo il three-peat, è stato un incidente di percorso.» Ha scomodato His Airness: la situazione è brutta, bruttissima. «I vostri sono attentati alla mia salute mentale» aggiunge, assottigliando l’occhio sano.

Sam si passa una mano sui corti capelli scuri. «Signore,» prova a rabbonirlo, «noi–»

«Siete delle mine vaganti.» Fury è carico a pallettoni. «Delle piaghe bibliche con cittadinanza americana.»

Seh, va be’!

Bucky rotea gli occhi, il preside sta esagerando: in due mesi hanno staccato un canestro, ostruito un termosifone, bloccato la porta blindata della segreteria, rigato accidentalmente l’Audi nuova del professor Stark, intasato lo scarico dei bagni della palestra, rotto gli amplificatori della sala musica e per ultimo, quasi dato fuoco al laboratorio di Chimica… semplici incidenti, non possibili minacce alla sicurezza nazionale. Cavolo, possono capitare a tutti delle giornate no!

L’uomo si schiarisce la voce e porta le mani giunte alle labbra, incorniciate dal solito pizzetto. «Questa è l’ultima volta che evitate la sospensione,» sentenzia poi, con tono da colonnello dei Marines, «ma vi aspetta una punizione indimenticabile.»

Bucky inizia a sudare freddo.

«L’uniforme delle nostre mascotte si intona benissimo coi suoi occhi azzurri, signor Barnes.»

A.I.U.T.O.


 
*

 
Note a piè di capitolo

Prompt #01: A e B finiscono in punizione insieme.
Parole: 600


1. Three-peat: nella pallacanestro americana, è il conseguimento da parte di una squadra del titolo NBA per almeno tre volte consecutive.
2. His Airness: uno dei soprannomi del campione di pallacanestro Michael Jordan.

 

L’angolino della scribacchina
Dovrei smettere di scribacchiare durante le sessioni d’esame, perché la mia mente partorisce idee più folli del solito e a pagarne le spese sono i poveri personaggi, che hanno la sfortuna di capitarmi a tiro.

Spero che questa storia vi abbia strappato un sorriso e grazie per essere giuntu fin qui.

À bientôt!

Midnight Sunflower




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