Firmato, Wolfgang Amadé Mozart

di Wildflowers
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Vienna, Austria, 2006

Un visitatore si aggira per l'appartamento con passo calmo, in qualche modo incerto, e l'espressione in volto è difficile da decifrare: è sorpreso, forse confuso, ma mai spaventato. I suoi occhi blu perlustrano ogni teca di vetro esposta, ogni quadro appeso, ogni video che scorre sullo schermo. E, quasi sempre, sulle sue labbra c'è l'ombra di un sorriso. Un sorriso nostalgico di chi sembra vedere un qualcosa che è segretamente custodita nella sua mente. Due camere, due camere più piccole e la cucina. Tutte prive di mobilio. Le ampie finestre danno sulla strada, la poco trafficata e lastricata Domgasse, e per un po' il visitatore se ne sta lì, in piedi accanto agli infissi, guardando prima quella persona e poi quell'altra, e alzando di tanto in tanto gli occhi verso il cielo plumbeo di Vienna, la Città del Valzer.
Alla fine, quando pare soddisfatto, dà un'ultima occhiata all'appartamento che tanto lo ha stupito e sconvolto, a tratti incuriosito ed emozionato, si avvicina al libro degli ospiti posto all'uscio e, presa dalla tasca interna del giubbotto una penna stilografica, scribacchia velocemente qualcosa in un angolo del foglio. Sbatte i talloni mentre lo fa. Mentre se ne sta andando, con passo questa volta più deciso, urta contro una persona. Me. La guida turistica. Ci guardiamo negli occhi per una frazione di secondi: "Stia più attento", gli dico, lui sfodera un sorriso goffo e "Mi scusi tanto", mormora.

A giornata finita, quando i turisti sono ormai via, mi avvicino al libro degli ospiti, pronto a chiuderlo, ma subito i miei occhi volano alla ricerca di quella lasciata da quello strano visitatore: è una grafia piccola, veloce ma chiara, quella che mi ritrovo a leggere. E se potessi, davvero, riderei di gusto, ma c'è un qualcosa, non saprei dire esattamente cosa, che fa nascere sul mio viso un cipiglio turbato: quella scrittura, quella firma, si avvicinano pericolosamente a quelle riportate sui documenti d'epoca esposti nel museo. È un povero pazzo che si crede l'illustre compositore austriaco, oppure, Wolfgang Amadeus Mozart, sotto mentite spoglie e contro ogni logica, vive ancora e ha visitato la propria casa?




Io sono un compositore e ho trascorso qui i miei anni più felici.
Non dimenticatemi mai.
Firmato,
Wolfgang Amadé Mozart.






ANGOLO AUTORE: Ciao a tutti! Sono tornata a scrivere dopo tanto, tanto, taaanto tempo con questa storiella senza troppe pretese, nata dai ricordi di un mio viaggio a Vienna e, ovviamente, un po' di fantasia! Spero che vi piaccia, e alla prossima!
Ben.




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