Corna (non) di cervo

di Hiroshi84
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Lungo un sentiero del bosco di Calabotta, procedendo a passo felpato a caccia di cervi, all'improvviso sento dei gemiti. Si tratta di una coppia che fa l'amore nell'erba alta.
Da dietro un grosso cespuglio, mi metto a spiare, e con costernazione, mi accorgo che uno dei due è Adriana, mia moglie. Lei di sopra, lui di sotto. Mi chiedo chi sia quel tizio con il quale sta trombando di gran lena. Nonostante non sono un modello di pazienza, ritengo saggio attendere e nel mentre infuriato come non mai, stringo la mano destra sul ferro della canna del fucile.
Toh, hanno finito di becciare e nel rivestirsi, riesco a riconoscere l’individuo: Ernesto, il mio migliore amico. Ecco perché il Giuda non ha voluto accompagnarmi, giustificando la sera prima di accusare un brutto mal di schiena. Quel pezzo di merda era sicurissimo che sarei andato a cacciare nella parte opposta della macchia, ignorando che stanotte una frana ha bloccato il passaggio principale. É proprio vero che il mondo è piccolo, ma il bosco lo è ancora di più. 
Dal mio nascondiglio, a bassissima voce canticchio Cervo a primavera di Riccardo Cocciante, prendo la mira con la doppietta e premo grilletto.
Bang! Quella... mezza cartuccia di Ernesto ha trovato i pallini per le sue palle, nel frattempo Adriana, se l'è data a gambe levate. Dal momento che quest'ultima non mi ha visto in faccia, immagino che rincaserà e come se nulla fosse si bivaccherà sul divano davanti alla tv, aspettando il mio ritorno, per di più assumendo la solita espressione da brava mogliettina.
Non l'ha riempirò di piombo e non... la caccerò di casa, altrimenti oltre che cornuto e mazziato, sarò anche ingabbiato. In ogni caso, la polizia non dovrebbe risalire a me. Meglio fare le corna!



Nota dell'autore: per chi non lo sapesse, "becciare" in ligure significa avere un rapporto sessuale o pomiciare con particolare veemenza. 




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