L'ultimo saluto

di shaolin7272
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Capitolo 4

La figura allampanata di Bonrath dall'aria un po' svagata bussò al finestrino dell'auto “André finalmente sei arrivato, il commissario Engelhardt ti vuole vedere subito, c'è una riunione in corso.”

L'uomo gli fece il gesto di aver capito.

“Subito!”. Disse il collega allontanandosi

André sospirò, colpendo frustrato il volante con un pugno, si era fermato giusto per qualche minuto nel piazzale solo per ricomporsi. Aveva una gran voglia di urlare. Scese dalla macchina ed entrò al distretto, Herzberger con il suo faccione imbronciato brontolò “Alla buon ora, vedi di sbrigarti il capo è nervosetto.”

Fux lo guardò truce stringendo forte i pugni digrignando i denti, solo il capo è nervoso pensò, lasciando perdere una rispostaccia salace che aveva sulla punta della lingua andò a bussare alla porta della sala riunioni.

Il commissario Engelhardt interruppe il discorso e fece un cenno di sorriso verso l'ispettore Fux e aspettò che si accomodasse al posto che Gerkhan gli aveva tenuto accanto a lui. Osservandosi intorno si accorse che nella stanza c'erano almeno una decina di agenti seduti più alcuni in piedi.

“Come dicevo,” riprese la donna, portandosi la mano tra i capelli bruni, “l'ispettore Wolff ha ricevuto una soffiata dal suo informatore riguardante il carico di droga. La consegna sarà effettuata tramite un camion carico di frutta proveniente dall'Olanda che si fermerà nel piazzale dell'autogrill KM21, verso le 23.”

“Siamo proprio sicuri che ci sarà la consegna stasera?” Domandò in tono sarcastico André “non è la prima volta che aspettiamo fantomatici camion con partite di droga che non arrivano.”

Semir diede una leggera gomitata al compagno scuotendo la testa con uno sguardo interrogativo.

L'ispettore Wolff, un uomo calvo e tarchiato con enormi baffoni bianchi, si staccò dal muro dove si era appoggiato in disparte e intervenne. “Il mio informatore è serio e non mi ha mai dato informazioni sbagliate.”

“Sarà...” ribattè dubbioso Fux.

“D'accordo per il momento può bastare.” fece la Engelhardt bloccando sul nascere una potenziale discussione. “I dettagli precisi li avrete più tardi. Ora tornate pure a lavorare.” Concluse congedandoli.

Semir afferrò il braccio del collega fuori dalla stanza “Si può sapere cosa ti è preso?”

Andrè si divincolò “Niente, non mi ha preso nulla, non perdiamo tempo avremo da lavorare per ore.” voltado le spalle al collega e dirigendosi nel loro ufficio.

Erano le dieci di sera, Gerkhan e Fux erano sulla Mercedes CLK320 di quest'ultimo, la radio al minimo riempiva il silenzio del veicolo. André con il capo appoggiato allo schienale del sedile aveva lo sguardo perso oltre il finestrino. Semir alla fine non riuscì più a stare zitto “Che cosa ti turba Andrè?”

L'amicò si voltò a osservarlo stupito.

“Nulla, sono solo scocciato di dover stare qui tutta la notte ad aspettare un camion che probabilmente non arriverà. Preferivo passarla in altra maniera se capisci cosa intendo” Espresse con disappunto ritornando a guardare fuori.

“Balle, andiamo non è questo! Non negarlo è da ieri che sei strano!” Insistette Semir.

“Io sono sempre strano.”Ribadì con una smorfia.

“Diciamo che sei più strano del solito.” Sbottò Gerkhan posando una mano sulla spalla del collega e costringendolo a guardarlo.

“Ti ricordi ieri quando siamo finiti per errore nel reparto oncologico?”

“Sì, certo che ricordo, eri furioso, ma andiamo non mi dire che è ancora per quello.”Disse roetando gli occhi Semir

André scosse il capo “Ho scoperto che mio padre è ricoverato lì.”

“Cosa? Ma.... Come?”

“L'ho visto per caso. Non volevo crederci. Ieri sera quando sono uscito dal distretto sono andato a chiedere notizie. Non mi ero sbagliato, era lui. Stamattina sono andato dal medico che l'ha in cura.”

“E cosa ti ha detto?”

“Tumore al cervello, ultimo stadio. E' stato ricoverato perché non ci vede più e non riesce più a camminare. Ma il bello deve ancora venire, sono andato nella sua stanza lui… mi ha cacciato. Non ha voluto vedermi.” Disse André con voce incrinata.

“Forse non voleva che lo vedessi ridotto così.”

“Maledizione Semir!” Colpendo il cruscotto con rabbia “Sono suo figlio e l'ho dovuto scoprire per caso che sta male!”

“Ritorna da lui.” Esortò l'amico cercando di calmarlo,

“Non mi vuole Semir, è stato molto chiaro.”

“E tu insisti, non fare il mio errore André. Lascia da parte l'orgoglio e vai da lui.” Consigliò Gerkhan pensando a suo padre e alla sua morte senza essere riuscito a chiarirsi con lui.

In quell'istante la voce del commissario Engelhardt uscì gracchiante dalla radiotrasmittente “Il camion è arrivato, tutti in posizione.”





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