Snake

di Hiroshi84
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Chi non conosce il famoso Snake? Per i non avvezzi è doveroso illustrare in breve in cosa consiste questo rompicapo elettronico che, a partire dagli anni Ottanta, ha spopolato negli home computer, successivamente convertito su Game Boy e persino su dispositivi mobili.
In sostanza si personifica un serpente, guidandolo in vari schemi di difficoltà crescente. Difatti l'abilità del giocatore fa la differenza, ragion per cui la progressione di gioco è da considerarsi al limite dello snervante visto che il rettile è in continuo movimento. Inoltre, durante il percorso è necessario divorare una moltitudine di topini, col risultato di allungare il suddetto. Contemporaneamente bisogna evitare, non solo di sbattere nella cornice del livello oppure negli ostacoli, ma anche il mordersi la coda o il corpo stesso.
L'obiettivo è semplicemente quello di far durare la partita il più possibile per aumentare il punteggio, peraltro si ha a disposizione una serie di vite che, una volta esaurite, determina il Game Over.
Con Snake II, sul Nokia 3310 ci smanettavo un sacco, specie nel quarto anno delle superiori, da cui ne traggo un racconto aneddotico dai risvolti umoristici.
Una mattina, mentre Aquilino, il professore di elettronica, spiegava alla lavagna un teorema complicato, dopo il centesimo sbadiglio, ebbi la brillante idea di passare il tempo con il giochino in questione. Essendo seduto strategicamente in fondo all'aula, ero convinto che non sarei stato sgamato da quell'insegnante assai severo e rompicoglioni. Imboscai il cellulare tra le gambe ed abbassai la testa per trastullarmi... col serpente. 
Giocai in maniera frenetica, per di più tirai fuori la lingua come se mi stessi prodigando in un atto impuro.
«Ehi, amico, che stai combinando?» mi chiese improvvisamente il docente con tono... inviperito.
«Qua... mi si è allungato il coso!» gli risposi sobbalzando, con un sorrisetto nervoso. 
«Il coso?»
«Sì, il serpente, va'!»
«Come il serpente?» gridò il prof. «Zozzone, non ce la fai a tenere a bada gli ormoni?»
Abbandonai immediatamente la partita e ci mancò poco che l'insegnante mi lanciasse addosso il cancellino.
«Stavo spiegando il Teorema di Thevenin mica il Teorema della Sgnacchera» aggiunse Aquilino.
«Intendevo dire il serpente di qui che cerca le tope» farfugliai imbarazzato ed alzai il Nokia per farglielo vedere. La classe scoppiò in una fragorosa risata, del resto l'intera situazione era diventata praticamente un doppio senso. E fu così che il cellulare mi venne sequestrato fino alla fine della lezione, per non parlare della nota sul registro. 
Ci rimasi male, molto male poiché ero vicino per battere il mio record.




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