Moments

di Hil 89
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Se c’era una cosa che Magnus adorava, dopo una giornata di lavoro sfiancante passata a star dietro alle richieste assurde dei clienti, era tornare a casa dall’uomo che amava e dai suoi due meravigliosi figli.
Amava sentire il rumore dei piedini scalzi dei bambini che correvano sul parquet del loft per andare a salutarlo quando chiudeva la porta d’ingresso.
Amava specchiarsi nello sguardo blu di Alexander quando, dopo aver salutato i piccoli di casa, sollevava il capo e lo trovava appoggiato al muro che li osservava con un sorriso dolce dipinto sulla labbra.
Amava sentire le braccia del moro che lo stringevano in un abbraccio, mentre le labbra sfioravano le sue in un bacio a stampo.
Fu proprio per questo motivo che una ruga di preoccupazione increspò la sua fronte, quando al suo rientro nessuna di queste cose avvenne.
La casa era immersa nel silenzio più totale, mosse alcuni passi lenti all’interno dell’ingresso, guardandosi attorno: le scarpe e le armi di Alec erano al loro posto, le giacche di Max e Ralph erano appesa di fianco al giubbotto di pelle del Nephilim, tutto sembrava in ordine.
Un risata mal celata arrivò alle sue orecchie e lo stregone si diresse rapido verso la porta chiusa dal bagno, l’aprì velocemente e l’immagine che gli si presentò davanti lo lasciò senza parole: Alexander Lightwood, completamente zuppo dalla testa ai piedi, seduto sul pavimento di marmo del loro bagno principale, stava cercando - invano – di trattenere una risata, Max era in piedi nel centro dalla vasca, le piccole dita blu si muovevano rapide davanti ai suoi occhi e creavano una serie di lingue d’acqua che si infrangevano sulla testa di Raphael, il bimbo era seduto poco distante del fratello, i capelli ricci bagnati creavano dei piccoli serpentelli scuri sulla sua fronte, gli occhi vispi cercavano di rimanere aperti mentre le braccia di muovevano rapide sul pelo d’acqua cercando di rispondere agli attacchi acquosi del fratellino.
Magnus si appoggiò con la spalla allo stipite della porta, incrociando le braccia al petto, un sorriso sereno dipinto sul volto, lo sguardo dorato fisso sulla sua famiglia e una nuova consapevolezza che gli scaldava piacevolmente il cuore: la risata di Alec mischiata a quella dei bambini era il suono più bello che avesse mai sentito.




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