Fandom: Utaite
Pairing:
SoraruxMafumafu
Day 1:
Castagne
Link alla canzone:
Young
Ourtburst Disease
Genere:
Raccolta di FlashFiction
-CASTAGNE -
Al Wonderful Cat Life il via vai di gente non si sprecava mai in nessun
orario del giorno.
Complice la posizione centrale del locale, situato a metà
tra il quartiere universitario e il centro cittadino; o magari era
tutto merito della continua propaganda sui social effettuata dalla sua
proprietaria, tale Kuroneko che di barista aveva poco o niente.
Forse la colpa era da attribuirsi a quei innumerevoli piercing sparsi
tra orecchie e labbra e l'immancabile aspetto punk che contrastava i
corti capelli biondi platinati.
Il cliente che, entrando nel bar, si trovava davanti proprio
Kuroneko finiva inevitabilmente per chiedersi se, per un
qualche motivo, si fosse addentrato in una sorta di dimensione
parallela dove le regole sociali venivano tutte sovvertite.
Fortunatamente, quella sera, non era la sua proprietaria a occupare
posto dietro al bancone, bensì qualcun'altro.
Era proprio per lui che Mafumafu aveva deciso di fermarsi lì
invece che andare dritto a casa, del resto conosceva a memoria
tutti i giorni e turni lavorativi del suo amato Soraru-san.
"Ya-hoo!" Urlò il ragazzino spalancando la porta del locale,
facendo tintinnare le campanelle che vi erano attaccate sopra: cosa
aspettarsi da un bar gestito da un'amante di gatti?
Ma la persona, oggetto del suo interesse, non lo degnò di un
solo sguardo, anzi continuò imperterrito a strofinare
meticolosamente la pila di piatti che stava asciugando.
Ciò non rattristì Mafumafu, piuttosto
scivolò
proprio nello sgabello libero davanti al suo barista preferito,
giungendo le mani a coppa sotto il mento e continuando a sorridere
contento.
I due si conoscevano sin da bambini, ma si portavano una differenza di
età di circa due anni. Se da piccoli erano soliti tornare a
casa
insieme, sporchi di fango, ora Soraru era uno studente universitario,
che lavorava
part-time per racimolare qualche soldo, mentre l'altro ancora una
matricola alle prese con gli esami di ammissione nella
facoltà
scelta.
"Soraru!" Gridò quest'ultimo per attirare l'attenzione.
Nonostante fosse un ragazzo di quasi venti anni la sua estensione
vocale era davvero alta, al punto tale che spesso chi gli stava intorno
finiva inevitabilmente per fargli segno di stare zitto o di abbassare i
toni.
"Fai silenzio." Imprecò l'altro, poggiando il piattino
pulito
sul ripiano di marmo. "A differenza tua, a quest'ora del giorno, la
maggior parte dei nostri clienti sono tutti lavoratori o studenti che
vengono qui per rilassarsi e godersi un buon caffè.
Soraru, al contrario, aveva una voce calma e virile, bassa e a tratti
affannosa. Nonostante sia più anziano di soli due anni la
sua
tipica compostezza, unita a un'espressione sempre seria e concentrata,
lo rendevano più simile a un trentenne.
Mafumafu era più tipo iperattivo, di quelli difficile da
gestire, chiassoso fino all'inverosimile e pasticcione come non mai;
quando finiva nei guai era sempre Soraru a doverlo aiutare ed ecco
spiegato perché il più piccolo risultava
così
appiccicoso nei
confronti del più grande. Tra l'altro, da bravo teenager
qual
era, amava seguire le mode e le masse, soprattutto quella di
disegnarsi sul viso un tratto caratteristico che lo contraddistinguesse
dagli altri ragazzi della sua età, anche se per Soraru
quella sequenza di linee e numeri
tracciata sul suo zigomo sinistro assomigliava piuttosto a un codice a
barre malriuscito.
"Oggi non c'è la sorellona Kuroneko?" Mormorò
incassando il colpo e incurvando la schiena.
"Sarà sul retro a dare da mangiare ai gatti randagi."
Esplicitò Soraru ritornando a porre attenzione alla pila di
piattini che gli mancava da lavare, asciugare e riporre a posto negli
scaffali dietro di lui.
Le guance di Mafumafu si gonfiarono esprimendo tutto il suo disappunto;
per nasconderle si ritrovò costretto a ciondolare con la
testa
fino ad appoggiarla alla superficie del bancone, dove Soraru era ancora
intento ad asciugare e creare pile formate da bianche stoviglie
circolari.
Non l'avrebbe mai ammesso con nessuno -anche lui era dotato di quella
cosa chiamata orgoglio maschile-, ma era geloso della mancanza di
attenzioni che gli veniva data, e ora persino invidioso di
stupidi recipienti dalla forma tonda.
"E pensare che per venire fin qui da te non mi sono nemmeno fermato a
mangiare." Bofonchiò con la guancia premuta contro la fredda
superficie di marmo.
Nulla riusciva a scuotere Soraru quando era impegnato a lavorare, per
questo l'unica cosa che poté fare era chiudere gli occhi e
continuare ad ascoltare quella sequenza di rumori di piatti che
venivano prima appoggiati, poi strofinati, poi di nuovo appoggiati.
Solo un tonfo sordo, un rumore diverso dai precedenti, lo costrinse a
risvegliarsi e a sollevare viso e occhi.
"Ma questo è..." Esclamò meravigliato. Poggiato
sul
piattino c'era un tortino dal color marroncino, spolverato di zucchero
a velo sopra. "...la tua torta di castagne e cioccolato! Quella che fai
sempre ogni anno quando arriva l'autunno!"
Soraru gli rispose dandogli le spalle, ancora indaffarato nel voler
portare a termine il suo compito.
"Mangiala adesso che è ancora calda." Dichiarò
ignaro del
fatto che Mafumafu, prima di riempirsi lo stomaco, avrebbe volentieri
scavalcato il bancone per raggiungerlo, abbracciarlo e riempirlo di
baci davanti a tutti.
Soraru era davvero il miglior fidanzato al mondo!