Ricordo e promessa

di Cdegel
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1. Pioggia di foglie. Era già passato quasi un mese dal giorno in cui lo aveva visto per l'ultima volta. Un mese. Oggi dal cielo plumbeo calava una leggera pioggia di foglie d'autunno, staccate dal vento dagli alberi. Loro avevano resistito. Ora offrivano al cielo i loro colori, quasi a voler consolare gli occhi dopo tanta tristezza. Quel giorno erano petali rossi a piovere mesti dal cielo. Un addio delicato, come delicato era stato lui ad attraversare la sua vita. Delicato eppure forte e sicuro, regale, anche quando le era passato a fianco, superandola, coperto di sangue, vistosamente sofferente. Non si era arreso. Non si era piegato. Il demone crudele e sadico era stato abbattuto con ultimo terribile attacco. Al termine della battaglia, esausto, aveva chiesto se era finita, accasciandosi. Aveva alzato lo sguardo al cielo, mentre la luce che risplendeva nei suoi occhi lentamente si spegneva. Anche allora non aveva permesso a nessuno di avvicinarsi, di sostenerlo. Il suo ultimo sguardo si era posato sui quei petali rossi, che avevano salvato il villaggio e i grandi alberi. Agasha non aveva obbedito, le spiaceva, ma non aveva resistito oltre. Vedendolo a terra era corsa da lui, prima che Shion stesso potesse muoversi, con le lacrime agli occhi aveva pulito il suo viso dalle lacrime e dal fango. Dal sangue. Un bacio posato sulla sua fronte. I suoi lineamenti di nuovo distesi, quasi sereni. “Sei straordinario, Albafica di Pishes” Il suo compagno lo sollevò da terra e lei ancora lo seguì, sperando, in cuor suo, che esistesse il modo per restituirgli la luce, la vita. Oggi era come quel giorno. Una pioggia anche se non pioveva, calava lenta dal cielo. Foglie invece di petali. Foglie rosse d’'autunno. “Non permetterò più a quel demone di ridurti cosi, cavaliere. Quando verrà il giorno in cui tu lo affronterai di nuovo, io troverò il modo di proteggerti. Come hai fatto tu. Per me. Per il villaggio.” Erano migliaia i testimoni silenziosi di quella promessa. Erano le migliaia di foglie che cadevano. Ne afferrò una. “Albafica” La chiuse in quello che sarebbe diventato un tesoro, uno scrigno custode di tutti i segreti dell'alchimia, del limite tra luce ed ombra che avrebbe percorso per lui, fino a trovare una soluzione, qualunque fosse. Si voltò verso il luogo in cui lo aveva salutato per l'ultima volta “Il suo corpo è ancora caldo” “Il suo corpo non si degraderà, è un cavaliere di Atena. Forse un giorno lo rivedrai, dolce Agasha” Spinse lo sguardo al tempio “Ci incontreremo ancora, in questo viaggio, e io non ti lascerò solo” Tra le foglie cadenti si diresse verso casa. Con la consapevolezza di quello che sarebbe diventato il suo cammino, nelle vite a venire




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