Silenzio dell'anima, solo fragore

di daniverse
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Silenzio dell’anima, solo fragore

Le onde sono alte, più alte di qualsiasi altra cosa abbia mai visto. Scuotono la barca qua e là e uno di noi ha già rischiato di precipitare tra i flutti – si sentono urla e pianti e preghiere, siamo così stretti l’uno contro l’altro che diventa difficile respirare e io non so che fare, maman.
In tasca ho ancora la tua foto: non voglio rovinarla con la pioggia, anche se ormai sono talmente zuppo che il tuo viso non sarà che una macchia sbiadita su un pezzo di carta. Anche tu l’hai vissuto? Tutto questo? Anche tu hai visto il mare ingrossarsi così tanto da poterti ingurgitare, anche tu tremavi vicina al tuo compagno di viaggio?
Vorrei che mi rispondessi, maman. Vorrei che mi rassicurassi. E vorrei ricordare bene il tuo viso – ma l’acqua annebbia ogni cosa, e l’aria è così fredda che non capisco se siamo ancora a galla o stiamo già lentamente affondando, maman.
Raccontami una storia, maman. Parlami ancora di quel sogno lontano, in un Paese di prosperità e gioia – dove non ci sono proiettili che fischiano per l’aria, che distruggono case e rapiscono vite.
Che bel sogno doveva essere, maman. Vorrei poterlo vedere anch’io, ma forse farò tardi. Tu aspettami sulla riva, maman, non ci metterò molto: quando calano le onde…

Angolo delle Margherite.
A dire il vero non c’è bisogno di commentare questo brano più di quanto non parli già da sé. Non so quanto sia giusto scrivere su questi argomenti pur sapendo che delle persone sono morte, ma la rabbia che sento è troppa per essere contenuta. Come giovane adulta mi vergogno a rimanere ancorata nelle mie comodità, mi vergogno di chi non alza un dito e di chi imperterrito propone soluzioni inutili con il solo scopo di compiacere. Non voglio fare politica in quest’unico spazio di pace, sia chiaro. Dopotutto, tutta l’attenzione che ricevono fatti del genere sono solo un promemoria, no? Un promemoria alla nostra disumanità.

daniverse





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