just
a ray of sunshine on a cloudy day
È
di nuovo qui.
Tra
le pareti, nei
mobili, nel parquet del pavimento.
Sulla
riva del lago
che passeggia, pensieroso.
È
in cucina, dove
non dovrebbe stare (quante volte gliel'ha detto?) perché
lì fa solo
danni; è nell'atrio, con quel suo sguardo diffidente,
perché gli
ospiti non gli sono mai piaciuti fino in fondo, soprattutto se
improvvisi.
È
nel soggiorno, a
quel tavolo su cui ha lavorato costantemente, dove insiste sempre per
spostare il divano di lato perché “almeno riesco a
guardarti,
quando voglio distrarmi dal resto”.
È
sulle scale,
chiuso nel suo silenzio di dolori e rimpianti, ma da cui ogni tanto
solleva lo sguardo giusto per sorriderle.
È
nel corridoio
che unisce tutte le camere della casa. “Non
troppe”, aveva detto,
quando l'avevano scelta, perché allora non se la sentiva di
ospitare
chissà chi nel loro nido perché sentiva che gli
amici di sempre non
sarebbero passati per una bevuta. In quel corridoio, passeggia con
apparente naturalezza, ma Pepper sa che controlla che Morgan stia
dormendo, al sicuro tra le sue coperte e i suoi pupazzi.
Lo
vede voltarsi
verso di lei, portarsi un dito sulle labbra per intimarle di fare
piano. Ha imparato a non nascondere la gentilezza del suo cuore,
almeno con lei e la loro figlia. Le sussurra con voce che non
può
più udire: “non voleva saperne di
dormire”.
Pepper
rammenta
perché ama e odia quella casa: perché la presenza
di Tony, là
dentro, è quasi soffocante e al tempo stesso rassicurante.
Perché
ogni cosa ritorna a loro, ai giorni più bui e a quelli
più belli:
alla loro prima notte di nozze, alla sua gravidanza, alla nascita di
Morgan... ma anche agli incubi di Tony, alla frattura nel suo cuore,
spaccato tra la sua famiglia e tutti gli altri.
Quando
era tornato,
non le aveva mai raccontato degli ultimi momenti di Peter Parker nel
dettaglio, ma Pepper ricordava di tanto in tanto il suo sguardo farsi
oscuro, risucchiato in un rimorso che solo la presenza di Morgan, a
volte, leniva. Chiuso nella consapevolezza di aver adorato quel
ragazzo come un figlio e nel rammarico di non averglielo mai detto. E
aveva preso in braccio Morgan, spesso, stringendola con un tale
bisogno che persino negli occhi di una bambina era evidente che il
suo papà aveva paura. Una paura folle di perdere ancora.
«Papà,
tu hai mai
paura?» gli aveva chiesto una volta, mentre erano sul lago in
una
bella giornata di sole.
«Chi,
io? Quasi
sempre, direi» e il suo tono divertito non nascondeva la
verità che
aveva imparato ad accettare.
«E
perché? Hai
detto che non ci sono i mostri sotto il letto».
«Beh,
se anche ci
fossero, li prenderei a pugni per te, Maguna».
«E
allora perché
hai paura, se puoi prendere a pugni i mostri?»
«Sai,
a volte i
mostri sono svelti. Furbi. E riescono a portarci via tutto prima di
riuscire a prenderli a pugni davvero. E allora, anche dopo che l'hai
fatto... Beh, le tue cose non ci sono comunque
più».
Pepper
risente
quelle parole spesso, nella sua testa. Se prima avevano un
significato angosciante, adesso sono addirittura reali: Tony non
c'è
più. Il pugno dato al mostro sotto il letto lo ha strappato
dalla
sua famiglia, dalla sua casa – ha lasciato solo il pallore di
ricordi freddi, colmi della consapevolezza che non potranno
più
essercene altri.
Ma
va bene così,
Pepper lo sa. Sorride a quel fantasma, gli risponde che
penserà a
tutto lei. Lo guarda svanire come un raggio di sole coperto dalle
nubi.
Tony,
dopotutto, ha
già fatto abbastanza.
Note: Da quando ho visto Endgame,
riesco molto male ad approcciarmi al MCU senza avere una sorta di
blocco. Pare assurdo e forse lo è, ma Tony Stark per me
è stato davvero tanto, tantissimo. Difficilmente mi
affeziono a personaggi cinematografici, ma quando succede si portano
via davvero una grande parte di me.
Tony è
l'Uomo, con la U maiuscola. Per me è sempre stato un
corrispettivo di Ulisse, un SuperUomo perché in
sé ha incarnato il brutto e il bello degli esseri umani:
l'avidità, la superbia, la fame di conoscenza che celavano
parti più fragili, più gentili, più
genuinamente eroiche. Più della sua armatura.
Un uomo di troppe
sfaccettature di cui non ho mai avuto il coraggio di scrivere ed ora
eccolo qui, in una cosina scritta di getto, veloce. Un modo per
esorcizzare questa mancanza che mi ha inevitabilmente lasciato.
Non finirò
mai di ringraziare Robert per aver creato questo Tony ed avercelo
regalato.
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