Chercher un peu de rêve

di Koa__
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Marriage d’amour
 




 
 
 
L’ho scritta per MissAdler,
Un bacio a Setsy






 
Guardavano la luna, tenendosi per mano. Respiravano nel silenzio della notte. In cima alla collina, col mare affacciato. Sgattaiolare tra i profumi della Provenza. Fuori dalle loro case, lontani da Mycroft e Harriet. Dai loro genitori. Fuggire in una notte d’estate, soltanto per vedersi. E nel buio, ritrovarsi. Il primo bacio a quindici anni, coi rossori sulle guance. Gli sguardi aggrappati. Gli animi spigliati e timidi. Il tempo a svanire, la lingua a balbettare parole ridacchianti d’amore. E quelle mani, ancora intrecciate. E poi correre, uno accanto all’altro col fiato a spezzarsi e il calore a bruciare. Raggiungere quella collina soltanto per poter toccare la luna e quindi crollare sull’erba fresca di rugiada.

Amarsi con l’intensità della prima adolescenza.

Come saranno le stelle da vicino? Gli domandò. Troppo calde perché tu ci possa stare a contatto, gli rispose. E poi risate, le loro. Quelle di sempre. Quelle d’ogni estate. I ricordi a mescolarsi a sogni di vita futura. A speranze mai dome. Un anno dopo l’altro, a morire d’inverno. Rinascendo d’estate nei colori caldi della Francia.

Che bella la luna, disse Sherlock quella notte. Quella dei suoi quindici anni. Quella del suo primo bacio. Lo disse sorridendo e allungando una mano verso l’alto, dominato dall’infantile speranza di raggiungerla. Un illogico sogno, retaggio di quand’era bambino e correva con John tra quei prati di uve e lavanda nella speranza di poterla raggiungere. Andiamo, John, la luna e là a un passo. Urlava e poi correva, accelerando. Ricordarsene allora e sorridere d’imbarazzo. Che bello che sei tu, gli rispose John. Poi lo baciò. Il suo secondo bacio.

Avere quindici anni e la luna dentro a una tasca. Il mare a guardarli. Il futuro davanti. Nutrire in sé l’animo dei pirati più indomiti, alimentare un cuore sempre più selvaggio. Guardarsi e ancora guardarsi, senza mai smettere. Tenersi per mano tra il chiarore della notte.

 

Fine
 



 
Note. Marriage d’amour, Paul de Senneville
È una piccola cosa che ho scritto tra le note del cellulare intanto che la pasta cuoceva. La dedico a due persone speciali, senza di loro il fandom di Sherlock sarebbe un posto molto più triste.
Koa




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