11. Armadio
Siamo tutti qui.
Nel buio gonfio di naftalina e ricordi.
Ti basterebbe ruotare la chiave e schiudere le ante per vederci emergere dall’ombra ancora una volta. Quando eri piccola era sempre da noi che correvi quando giocavi a nascondino, ti infilavi tra il cappotto del nonno e la pelliccia di zia Lina e ti coprivi la bocca con la mano per non ridere. Ci piaceva sentire il tuo calore, ci piaceva averti tra noi. Ogni tanto ci accarezzavi, sceglievi uno di noi e ci indossavi davanti allo specchio. Senza conoscere le emozioni, i dolori, le delusioni rimasti aggrappate alle cuciture, nascosti nelle tasche, imprigionati sotto i bottoni. Senza conoscere l’intreccio di storie da cui anche tu sei nata. E che ti porti dentro.
E ora che non hai più tempo per giocare a nascondino, ora che già i primi dolori si posano sulle tue spalle e che l’immortalità dell’infanzia è stata lavata via a forza dai tuoi occhi, torni a trovarci solo quando non puoi proprio farne a meno. Come quando ti serve una coperta in più. O come quando sei costretta a infilare uno scatolone pieno di libri sotto i nostri orli consumati.
Ti illudi di non sentire più le nostre voci.
Ma noi siamo ancora qui.
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