La finestrella

di fame
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l'orizzonte Finestrella, che guardi,
dal mattino sino a tardi?
Ti rischiara alla sera,
quel barlume,
del lume di cera.

Quando arriva primavera,
gatti, stanchi e assonnati
si posano, dinanzi alle
tue inferriate da galera.

Ed un tempo, qualcuno
a cui ti volgevi, c'era:
alla luce della lucerna,
e a quel focolare,
che la illuminava,
più di una lanterna.

La notte, sembrava eterna,
ad osservare sua immagine ferma;
e la mia voce trema,
al raccontar di quella scena.
Oh finestrella,
rimembri quant'era bella?
che ricordi il cuor suggella!

Ed ora la tua stella piange,
su quella dura pietra,
sotto cui più nulla tange.

E tu, finestrella,
che osservi bene anche quella,
tu sai, che poi lei torna;
e che piange;
e che peso regge,
quando più non c'è,
chi ti protegge;
Oh, mia povera finestrella!
tu vedi foglie che le
cadono attorno,
e che, come fiori, ricoprono,
quel suo giaciglio disadorno!




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