Capitolo 3
Nuovi insegnanti
Carissima Niamh,
ti ricordo che il primo Collegio dei Docenti del prossimo anno
scolastico 2016/2017 si terrà venerdì 31 agosto p.v. alle ore 15.00. Aspetto te
e tutti gli altri insegnanti ad Hogwarts per un primo scambio di opinioni e,
successivamente, per la cena insieme. Salutami Charles! A presto. Minerva.
Rileggevo la lettera che mi era stata consegnata, da un bel gufo
marrone, una settimana prima. Ero contenta, naturalmente, ma… finiva l’estate!
Un’estate bellissima, per me. Charles dormiva ancora vicino a me… la luce
filtrava dalle finestre e lo illuminava… Quanto era bello! E quanto ero stato
fortunata. E ci saremmo sposati… e avrei avuto una famiglia… di lì a qualche
mese… e magari dei bambini… Che peccato, avremmo dovuto però separarci ora: io
ad Hogwarts, lui a seguire gli affari di una delle aziende di famiglia, insieme
a Kyle, dall’Italia. E poi in giro per il mondo. Per fortuna avevamo deciso di
vederci tutti i fine settimana, lì, a casa nostra… che bello… “casa nostra”…
dove intanto Sfrix (l’elfo che i genitori di Charles ci avevano mandato… i miei
futuri suoceri sono gentilissimi, e anche sfacciatamente ricchi, diciamolo:
avevano al loro servizio sette-otto elfi, e uno di questi era stato delegato
permanentemente a Lith) avrebbe tenuto tutto sotto controllo e sfamato tutti gli
animali (capre in primo luogo, ma anche alcune simpatiche pecorelle… e le foche…
e gli uccelli e… quanti ne avevo già radunati?)
- Ehi, Niamh. Che fai? Sei già sveglia? - mi ha detto Charles. Si
era svegliato.
- Dai, dormiglione… dobbiamo andare a salutare i piccoli, oggi,
prima della tua partenza… - gli ho detto.
Dovevamo infatti salutare padre O’Sullivan, suor Edith e i
bambini dell’orfanotrofio… sì, perché facevo… facevamo… un po’ di servizio
sociale a Galway in un orfanotrofio “babbano”: i bambini erano adorabili e mi
sarebbero mancati anche loro. Quante cose belle avrei dovuto lasciare…
Naturalmente lì nessuno sapeva che appartenevamo al mondo magico…
Come l’avrebbero presa se l’avessero saputo? Prima o poi avremmo dovuto
dirglielo… se non altro perché un prete ci serviva per il matrimonio!
Avevo conosciuto padre O’Sullivan un pomeriggio, all’inizio di
luglio, quell’estate, a Galway. Stavo passeggiando con mia sorella in South
Park, davanti all’isola di Mutton (mi avevano detto che era stata avvistata una
rara pianta magica in quella zona e avevo voluto dare un’occhiata) e un paio di
bambinetti erano da soli, nel parco, dietro ad un gattino che si era arrampicato
in alto, su un albero. I due piccoletti, un bambino e una bambina di otto-nove
anni, cercavano vanamente di farlo scendere.
- Ehi, voi! - ho detto loro - Da dove venite? Non ci sono i
vostri genitori?
- Abbiamo perso Phelan! - mi ha detto il maschietto,
preoccupatissimo - Si è arrampicato e non riesce più a scendere!
Abbiamo guardato in alto e abbiamo visto un minuscolo micetto
arrampicato su un alto ramo che miagolava spaventato.
- Ora mia sorella farà una magia - ha detto Seanna. La cosa
più semplice per passare inosservati nel mondo "babbano", abbiamo imparato, è dire la verità,
specialmente ai bambini… - Voi però dovete darmi la mano, girarvi e chiudere gli
occhi…
Subito i bambini hanno fatto quello che Seanna ha detto loro.
E, un attimo dopo, il micetto stava nelle mie mani.
- Ecco il vostro micio, bimbi - ho detto - E ora vi
riaccompagno a casa, dai vostri genitori.
- Noi abitiamo laggiù… ma suor Edith non sa che siamo usciti
per salvare Phelan… - ha detto la bimba.
- Io e mia sorella viviamo nella casa-famiglia con Belle,
Thomas, suor Esther e padre O’Sullivan - ha aggiunto il maschetto.
- Oh, siete fratello e sorella? - ha detto Seanna - Come vi
chiamate?
- Io Sophie - ha detto la bimba (graziosissima, con due
treccine) - e lui Albert…
- Dai, andiamo insieme… Ci date la mano? - ho detto.
E così abbiamo portato i bimbi nella casa-famiglia, dove suor
Esther (una suorina giovane, molto affettuosa con i bambini, come abbiamo poi
visto) e un’altra ragazza, Belle, erano quasi uscite di testa non trovandoli. E,
dopo una bella sgridata ai bimbi (se la meritavano) e tanti ringraziamenti a
noi, ci hanno invitati a prendere un the. Poi ci siamo messi a giocare con i
bambini, che sono venuti a farci vedere come avevano sistemato il micetto (la
sgridata di suor Esther era stata subito dimenticata). E, poco dopo, è arrivato
anche padre O’Sullivan, preoccupatissimo perché l’avevano avvisato, mentre era a
Dublino dall’arcivescovo, della scomparsa dei bimbi e subito era tornato a
Galway. Era un anziano prete irlandese, magro, molto alto, molto tradizionalista
(non ha neanche quei nuovi telefonini che usano i babbani e che portano sempre
con loro per mandarsi continuamente messaggi e fotografarsi da soli!) e
sembrava una brava persona. Ed è stato molto contento di conoscerci. E ci ha
proposto di dare una mano.
- Noi non frequentiamo la Chiesa… - gli ho detto con
sincerità, parlando anche per Seanna - Andiamo a messa a Natale da sempre… una
specie di tradizione di famiglia… ma per il resto… non so se siamo le più
indicate ad entrare in questa bella comunità…
- Nessun problema, ragazze: si vede lontano un miglio che
siete brave ragazze e volete bene ai bambini. E i piccoli, qui, sarebbero
contenti di stare con voi, giocare, stare un po’ insieme… e sarete un modello
positivo per i bambini… Sarei contento, veramente, se vi uniste a noi…
- Io amo una ragazza - gli ha detto mia sorella, a bruciapelo
- E io convivo con il mio fidanzato - ho aggiunto io - Convivo
in tutti i sensi…
In effetti non eravamo proprio modelli positivi… almeno per
un vecchio prete cattolico!
- Ehi, cos’è, una confessione? - ci ha detto, però, sorridendo
- Mica vi ho chiesto di entrare in convento con suor Edith… Se avete voglia di
fare un po’ di bene a questi piccoli, siete le benvenute!
Per fortuna era un prete tradizionalista… non bigotto!
E così, una volta a settimana, il martedì, io e Seanna (e poi
anche Ginevra, la ragazza di mia sorella, che si è aggiunta subito), per tutta
l’estate siamo andati a fare volontariato in quella casa-famiglia. Dove per
altro siamo state accolte benissimo, dai bambini, da suor Esther, dai due
educatori (George e Belle), e da tutti i piccoli, una dozzina. Ed è stato
accolto benissimo anche Charles, che veniva a prenderci, alla fine della
giornata, tant’è che siamo stati più volte obbligati a fermarci a cena… Insomma,
eravamo un bel gruppo e con loro stavamo bene. Questa fobia di impedire i
contatti con quelli che chiamano “babbani”, tipica dei maghi inglesi, proprio
non la capisco…
- Noi andiamo a scuola, dal primo settembre - hanno spiegato,
alla fine di agosto Seanna e Gin ai bambini - quindi ci rivediamo a Natale. E
festeggeremo insieme tutte le feste!!! Promesso!
- Io devo andare in Italia - ha aggiunto Charles - ma vi
manderò una cartolina ogni settimana… e a Natale staremo tutti insieme…
- Io invece rimango. Non vi sbarazzerete di me! - ho aggiunto
io sorridendo - Ci vediamo sempre il martedì…. se mi volete…. Va bene?
Tutti i piccoletti sono venuti ad abbracciarci.
Ero rimasta d’accordo infatti di staccare da Hogwarts il lunedì
mattina (mi sarei recata a casa mia per stare un po’ con i miei e con Deirdre…
povera piccola, aveva anche lei bisogno della zia… e io avevo voglia di
coccolarla!) e ritornata al lavoro martedì sera. Così potevo infilare anche la
visita a Galway, dai piccoletti…
Il 31 alle 15.00 ero ad Hogwarts. Il giorno dopo sarebbe iniziato
un nuovo anno scolastico… Charles era già partito per l’Egitto insieme a Kyle,
da Venezia, per sistemare alcuni rapporti d’affari dell’Agenzia di import-export
che dirigeva, e io avevo passato gli ultimi giorni insieme a Rup nella mia isola
(ed eravamo andati in bicicletta, come due babbane, per le stradine dell’isola
di Aran… quanto ci eravamo divertite! Avevamo anche visto le foche! Va bene,
nella mia isola vengono sempre, ma lì era diverso!) ed ero passata anche a casa
dai miei a salutare tutti (anche se mi avrebbero visto in continuazione durante
l’anno, almeno una volta a settimana, ogni lunedì… ).
Il rientro ad Hogwarts era stato molto tranquillo… se non fosse
stato per la montagna di valigie e bauli che mi ero portata dietro. Sì, sarei
potuta spostarmi continuamente a Lith o a casa dai miei, ma, sapete com’è, una
ragazza deve avere qualche abitino sottomano…
E ora rivedevo con piacere tutti. C’era il vecchio Gazza, con un
paio di gattine nuove che lo seguivano… era veramente decrepito, mezzo sordo (e
il “mezzo” è un eufemismo), un po’ rimbambito, ma anche quell’anno non avrebbe
lasciato l’incarico… in effetti per lui Hogwarts era la casa e, in fondo (ma
proprio in fondo), tutti (ma a denti stretti) potevano sostenere che senza di
lui il castello non sarebbe stato lo stesso. Io poi gli ero simpatica e, dico la
verità, anche se, ai miei tempi, avevo combinato qualche casino, non mi aveva
mai minacciato di appendermi per i pollici o rincorso con la scopa… forse aveva
simpatia per mia mamma, come lei mi aveva raccontato, e vedeva in me qualcosa di
lei… anche se io sono molto più casinista! Ora però ero una professoressa e mi
salutò formalmente… Gli feci un bel sorriso e accarezzai le gatte, mentre Blacky
le guardava da lontano con fare sospetto. Poi mi diressi verso l’Ufficio della
Preside.
- Ciao, Niamh. Passato bene le vacanze? - mi disse Neville, che
veniva insieme alla vecchia Sinistra e a Vitious
- Benissimo. Ma sono pronta al nuovo anno,,, - gli ho detto, dopo
averli salutati.
- Fatti abbracciare, Niamh! - ha detto un vocione dietro di noi.
- Che bello rivederti, Rubeus! - ho risposto, prima di voltarmi
ed essere stritolata da quel mezzo gigante di Hagrid! E’ forse il mio prof.
preferito, anche se devo combatterci continuamente perché vuole che, ai
ragazzini di prima, faccia vedere gli animali più pericolosi del mondo magico!
- Dobbiamo fare una bella riunione di dipartimento! - ha detto
poi - Voglio proporti un paio di simpatici animaletti magici che ho trovato
nella foresta proibita quest’estate… piaceranno sicuramente ai ragazzini di
prima…
Ho sentito un brivido percorrermi la schiena… l’ultimo animaletto
magico che mi aveva propinato mi aveva fatto perdere la vista per una
settimana…. Voglio bene ad Hagrid, ma è proprio impossibile!!!
C’era anche Sara Teller, di babbanologia, che subito mi ha
abbracciato. Molto carina quella ragazza. Ed era incinta! Era impossibile
sbagliarsi!
- Ma… aspetti un bambino! - le ho detto.
- Sì’… vi lascio poco prima di Natale! Io e Arthur era un po’ che
ci provavamo - mi ha detto - Siamo felicissimi!
Ero naturalmente contenta per lei. Ma speravo che il suo
supplente non fosse il solito imbranato che l’aveva sostituita l’anno prima, per
un paio di mesi: non sapeva neanche come si usa un telefono! Glielo avevo dovuto
spiegare io (il che è proprio il colmo!)
Siamo poi entrati in Presidenza e abbiamo incontrato gli altri:
Whyte mi ha fatto un gentile cenno di saluto (com’era cambiato ultimamente… un
po’ rigido, ancora, ma sicuramente niente in confronto a quello che era prima:
un grande bastardo), la Depussier ha voluto sapere tutto sui preparativi del
matrimonio; persino Ruf si è accorto della mia presenza (generalmente borbotta
da solo qualcosa riguardante la sua materia!) e mi ha presentato i nuovi
arrivati.
C’erano infatti alcuni insegnanti nuovi: un mago palestrato,
alto, moro, con occhi azzurri (oh, avrebbe fatto strage di cuori femminili,
immaginavo… chissà come lo avrebbero apprezzato le allieve più grandi), Alan
Karlsberg (insegnante di trasfigurazione, al posto di Minerva, che non ce
la faceva più a seguire la sua abituale cattedra e il ruolo di preside); una
piccoletta occhialuta e un po’ grassottella, tale Clementina Gufs, di
Antiche Rune, molto gentile.
Poco dopo arrivò un terzo insegnante, che non conoscevo, un
ragazzo barbuto, piuttosto trasandato, con i capelli arruffati e gli abiti
scomposti, che insegnava Divinazione.
- Piacere - mi ha detto subito - Sono Jeremiah Cooman. Tu
sei la ragazza irlandese che insegna Cura delle Creature Magiche… Zia Sibilla mi
ha molto parlato di te…
Oddio. Speravo che non gli avesse detto di quando ero inciampata
e avevo distrutto tutte le sue sfere di vetro! Si era arrabbiata così tanto che
mi aveva predetto un sacco di cattiverie (la più gentile è che sarei diventata
suora!), che sarebbero avvenute entro la fine di quell’anno! Per fortuna le sue
profezie non si avverano (quasi) mai!
- … mi ha detto che, interpretando una sua profezia, hai salvato
il figlio del Salvatore del mondo magico…
Ho respirato! Sì, per fortuna non gli aveva detto dei miei
maldestri tentativi di predire il futuro (e dei danni che avevo provocato!).
Tre insegnanti nuovi… secondo me, se avevo intuito il modus
operandi di Harry Potter, uno di questi era un auror sotto copertura, messo
lì per vigilare sulle ragazze… Ad occhio Kalsberg poteva esserlo… ben messo,
pronto a scattare… ma io quasi quasi avrei puntato sulla Gufls… la più
improbabile, insospettabile auror… Sì, per me la Gufs era un’auror sotto
copertura! Cooman invece non mi convinceva… chissà perche?
In quel momento è entrata Minerva McGranitt, che ci ha accolto
con un grande sorriso. Ci siamo naturalmente tutti seduti intorno al suo tavolo.
Dopo qualche frase di cortesia, ha subito cominciato a parlare di quell’anno
scolastico: - Carissimi. Non so se tutti lo sanno, ma quest’anno il Ministero ha accettato la nostra richiesta di restaurare l'ala ovest del castello. Avremo quindi gli operai che girereanno in quella zona, durante
l’anno, e qualche magiarchitetto che controllerà i lavori...…
Beh, in effetti quel lato era piuttosto malandato (era stato
restaurato con una certa fretta, dopo la famosa battaglia) e ogni tanto si
creavano voragini magiche: ricordo che l’anno precedente la McGranit aveva
dovuto mettere, per una settimana, un elfo e due/tre armature magiche mobili che
impedissero ai ragazzi di passare per un paio di corridoi molto pericolosi.
Finalmente lo avrebbero restaurato.
- … Come sapete, l’ala ovest ha bisogno di straordinaria
manutenzione magica e quest’anno sarà impiegata una squadra di magioperai,
controllata dai magiarchitetti del Ministero, per la completa ristrutturazione.
La zona è quindi interdetta, tassativamente, a tutti, studenti e insegnanti. E’
molto pericoloso aggirarsi in quella zona! Lo dirò io personalmente durante il
primo incontro e non tollero eccezioni!
Poi ha cambiato tono: - E ora passiamo alla didattica. Come
sapete, l’ultimo decreto del Ministero dell’istruzione ha stabilito i requisiti
minimi in ogni disciplina, che dovranno essere raggiunti e testificati
attraverso un apposito certificato magico che elenchi gli obiettivi minimi
raggiunti, le capacità evidenziate nel corso del settennio, le competenze… bla
bla bla
Oh, no, ora cominciava la parte noiosa! Odio quando si parla di
scartoffie burocaratiche e noiose procedure!
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- Ehi, cosa fai stasera… Niamh… ti chiami, vero? - mi ha chiesto,
piuttosto sfacciatamente Alan Kalsberg, il nuovo insegnante di trasfigurazione,
quello palestrato. Mi aveva seguito dopo la cena, che avevamo fatto tutti
insieme in Sala Grande (straordinariamente vuota: non c’erano i ragazzi!), dove
mi aveva guardato per tutto il tempo, in modo molto sfacciato e insistente. E io
ostinatamente non l’avevo degnato di uno sguardo. Ora ci stava provando… ma per
chi mi aveva preso? Avevo anche l’anello (ben visibile!) al dito…
- Non vorrai andare a letto presto!… Sai, ho un vinello elfico
italiano che è la fine del mondo… se vuoi lo beviamo insieme… Possiamo parlare
della scuola…
Ci stava provando! Ma, chi credeva di essere?
- Magari in camera tua… - gli ho detto, fingendo di assecondarlo
- E’ proprio quello che pensavo! - mi ha detto con un sorriso a
trentadue denti - Sono contento che tu sia una tipa piena di buon senso! Sono
sicuro che potremo divertirci…
- E io sono sicura… che puoi andare a farti fottere! - gli ho
detto, cambiando tono, con lo sguardo più cattivo che riesco a fare (mi riesce
proprio bene! Ho tra i miei antenati un famoso mago oscuro, mi ha raccontato mio
padre, ed il mio lato nascosto malefico ogni tanto emerge… e spaventa tutti!
Anche Charles si accorge che qualche volta è meglio non contraddirmi…) - Ma, per
chi mi hai preso? Sta’ al tuo posto e non rompermi le scatole… Ma dove credi di
essere?
Subito lui è indietreggiato. Forse aveva paura che gli avrei
lanciato una maledizione senza perdono, dal suo viso… non mi sembrava, ora,
troppo coraggioso…
- Ma… guarda… volevo solo essere gentile… hai frainteso… io sono
un insegnante amichevole… tutti… anche le ragaz… ehm.. i ragazzi… mi considerano
un amico… più che un professore…
Ecco, ci mancava anche un casanova da strapazzo dentro la scuola!
Un insegnante-adolescelte in vena di fare conquiste.
- Ma vaff*****o, schifoso pedofilo! Guai se ci provi con qualche
ragazzina, quest’anno… ma chi ti credi di essere? Casanova? - gli ho sibilato,
guadandolo fisso negli occhi (e facendolo indietreggiare ancora) - Se fai una
mossa sbagliata, lo dico subito alla McGranitt e la aiuterò a cacciarti da
questa scuola con tanti calci nel c**o… E quando mi vedi, girami lontano! Mi fa
schifo solo vedere la tua faccia!
- S-s-sì… s-scusa… s-sai p-pens-savo…
- Sai anche pensare? Idiota! E leggiti il regolamento, per sapere
come devi comportarti con i colleghi e con gli alunni! - e me ne sono andata,
voltandogli le spalle, dopo avergli lanciato una sguardo schifito…
Ma chi credeva di essere? Poi, più tardi, mi è venuto da ridere…
Io che mi facevo paladina del regolamento scolastico! Io che l’avevo infranto
decina di volte! Comunque quel Kalsberg non era sicuramente un auror… era troppo
idiota… e anche pauroso: l’avevo spaventato per benino!
A mercoledì prossimo! S.
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