Ubi in secretum perveni

di ValeS96
(/viewuser.php?uid=199915)

Disclaimer: questo testo è proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.







DIOMIRA
 
 


«Tutte queste bellezze il viaggiatore già conosce per averle viste anche in altre città.
Ma la proprietà di questa è che chi vi arriva una sera di settembre,
quando le giornate si accorciano [...] gli viene da invidiare
quelli che ora pensano di aver già vissuto una sera uguale a questa
e d’esser stati quella volta felici».





 
 
 

Giunsi allora in un’altra stanza,
e una lunga strada londinese correva verso un orizzonte senza indirizzo. Qui la Londra dei tramonti, quando cercavo negli occhi dei passanti parvenze di prospettive ancora incomprese, quei rari istanti in cui smettevo di analizzare e provavo a leggere. Ma non carpivo che profili analitici e identità sterili.
E mi scoprivo ad invidiare ciò che di loro non comprendevo, ad essere geloso, io, del loro modo di guardare. Invidiavo l’istante di malinconia in cui c’era chi sapeva guardarsi dentro mentre il sole moriva, mentre ogni secondo che passava avvicinava alla notte e allontanava dal giorno.


[100 parole]







Nota: ho trovato molto complesso rendere la bellezza di Diomira. Personalmente adoro le città al tramonto, infatti Diomira è la città del romanzo che preferisco; ma nell'abbinarla a Sherlock mi sono trovata un po' in difficoltà. Ho voluto comunque pubblicare questo tentativo, perchè alla fine è venuto fuori qualcosa a cui in parte mi sono affezionata.






 




Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3867507