Lettura
<<
Veleno?>>
<<
Si >>
<<
Quindi la causa del decesso non è infarto >>
*
<<
Perché devi sempre essere così idiota? >>
Rei
alzò la testa guardando verso la porta chiusa dell'appartamento.
Oh
-Oh...
<<
No ascoltami... >> disse Shiho concitata col cellulare tra
l'orecchio e la spalla, la borsa tenuta con la mano sinistra e la
destra intenta a rovistare tra appunti e trousse alla ricerca delle
chiavi << …. Shinichi se mi chiudi il telefono in faccia
scordati il mio aiuto. Non me ne frega niente se vai di fretta. Tu
vai sempre di fretta! >>
Entrò
nell'appartamento sbattendo la porta, tirò la borsa sul divano,
sbuffò appendendo nervosamente la giacca nell'appendiabiti e
finalmente prese il telefono in mano perché cominciava ad avvertire
un principio di cervicale.
<<
Ma non posso! Shini... >> disse rendendosi conto che lui le
aveva chiuso la chiamata.
Guardò
il telefono come se volesse incenerirlo con lo sguardo.
<<
Egoista egocentrico... >> mormorò con rabbia.
Come
quando voleva andate al viaggio d'istruzione. Il bimbo.
Lui
era il povero innocente con un desiderio, un sogno
meraviglioso ed irrinunciabile e lei la stronza che voleva
impedirgli di realizzarlo.
Lui
l'intraprendente e lei quella che lo ostacolava.
La cosa più
vicina al viaggio d'istruzione che aveva fatto lei era un
appostamento con due killer a fianco ed un'esaltata tatuata
appollaiata su un palazzo in periferia.
Rei
la fissò con
la coda dell'occhio senza commentare continuando a
massaggiare il pancino di Haro. Il cucciolo abbaiava entusiasta ed
agitava una zampina.
Erano
davvero adorabili insieme.
Shiho
rimase ferma a guardare in cucciolo che ansimava con la lingua di
fuori finché non fu lui ad accorgersi della “mamma”, a quel
punto rizzò le orecchie e le andò incontro scodinzolando.
Lei
si chinò prendendolo in braccio e gli diede un bacio.
<<
Ciao cucciolo >> disse un po' più dolce cominciando a
coccolarlo e a grattargli dietro le orecchie << ciao piccolo
adorabile >>
<<
Ciao anche a te >> disse sarcastico Rei, che oggi come sempre
era stato bellamente ignorato.
La
ragazza scosse la testa. Permaloso.
<<
Com'è andata? Problemi? >> domandò lui.
Shiho
alzò gli occhi al cielo.
<<
Quel cretino è stato coinvolto nel caso Miura e quindi crede che io
sia alle sue dipendenze... “trovami i casi simili” >> disse
facendo una brutta imitazione di Shinichi. << Come se fossi un
browser. O la sua segretaria >> si sedette sul divano e sbuffò
<< ... se solo mi ascoltasse... >>
Haro
mugolò e le leccò il naso.
Rei
l'ascoltò mentre finiva di apparecchiare la tavola.
<<
Dai vieni qui. Ho preparato degli onigiri >>
Shiho
inspirò.
<<
Certo io e la Baba abbiamo fatto l'autopsia ma questo non gli da il
diritto di... >>
<<
... se preferisci posso improvvisare qualcosa di più occidentale
>>
Shiho
lo guardò storto scontrandosi col suo sorrisetto affabile da
schiaffi.
Poi
capì che lamentarsi di quello scemo non avrebbe risolto nulla, solo
rovinato il resto della notte ad entrambi.
Mise
Haro a terra e si sedette a tavola, lo guardò e poi guardò il
piatto con poco interesse.
<<
Grazie ma non ho molta fame >>
Prese
il suo pc aprendolo e iniziando a digitate velocemente sui tasti.
<<
Che stai facendo? >> domandò Rei un po' retorico.
Shiho
inspirò nervosa.
<<
Niente >> disse effettuando le ricerche richieste dal bimbo
intraprendente.
Lui
la guardò deluso.
<<
Quindi hai deciso di non mangiare nulla? >>
<<
Si >>
<<
Ma devi mangiare qualcosa >>
<<
Rei non ho cinque anni >> disse scocciata.
Rei
le
fissò intensamente il petto.
<<
Oh
non lo metto in dubbio >>
Shiho
arrossì
appena.
<< Schibé!
>>
Lui
non aggiunse altro e si girò andando verso il ripiano della cucina
con un sorrisetto impertinente stampato sul viso.
Prese
un vassoio e vi mise sopra gli onigiri e due bicchieri di vino rosso,
prese un buon libro e si sedette sul divano.
<<
Dai vieni. Hai lavorato tutta la notte e tra un paio d'ore devi
presentarti davanti Tome-san. Se non riposi un po' rischi di crollare
>>
Shiho
lo guardò e si lasciò convincere dal suo sorriso rassicurante.
<<
Ok. Ma ricomincia dal capitolo 5 >>
Si
sedette accanto a lui sentendolo leggere.
Lo
facevano spesso. Sceglievano un libro, lui leggeva e lei ascoltava
con la testa poggiata contro il suo petto.
In
varie occasioni si era ritrovata in quella posizione: quando
dormivano, quando suonavano la chitarra, dopo un allenamento di
tennis o semplicemente quando guardavano la tv.
E sempre aveva la
stessa sensazione.
Dolce,
di tranquillità, di calma, di protezione di... familiare.
Rei
la guardò, aveva mangiato tre onigiri e sorseggiato un po' di vino.
Sorrise soddisfatto.
Era bello vederla più serena.
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