La verità di Duefacce

di Spensieratezza
(/viewuser.php?uid=223962)

Disclaimer: questo testo è proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Avviso: mi sto lasciando trasportare dalla corrente....non so neanche cosa sto facendo..spero di terminare presto questa ff prima di fare danni ahha xd cronologicamente, questo capitolo è strutturato sei mesi dopo il ritorno di Misha. Jared piano piano si sta allontanando da Jensen.





Jensen era immerso in una cabina piena di uno strano liquido azzurro.
Era stato preso da un nemico.
Duefacce si avvicinò a lui, mise le mani sul vetro, si sentì gelare.
Nella sua testa immaginò di salvarlo di nascosto, ma vedere quella scena orribile, lo aveva scombussolato troppo.
Prese un martello e ruppe il vetro.
La sostanza verde, che sembrava azzurra e invece era verde, allagò il pavimento e Jensen finì tra le sue braccia.
“Sciocco..”
 
Jensen quando si riprese, si trovò adagiato al pavimento dell’entrata della sua villa, con Alfred che gridava:
“Jensen! Jensen!”
“Era lui. È stato lui a portarmi qui..riconosco il suo corpo..perchè l’ha fatto?” disse lui, facendosi aiutare per sistemarsi sul divano.
 
 
 
 
*
“Sono stufo di salvarti la vita. Neanche il vero Lex Luthor giocava così con Superman, come permetti tu a questo mitomane di giocare con te.” Disse Duefacce.
Jensen era su un tavolo operatorio e aveva dei puntini su tutto il corpo come se qualcuno cercasse di esaminarlo.
Sospirò quando Duefacce fece una carezza al suo corpo. Era in mutande.
“Mi desideri, Duefacce?” lo canzonò.
“Non sparare cazzate.” Ma non era arrabbiato, solo triste. Staccò tutti quei fili dal suo corpo, attirandolo a sè.
“Perché piangi?” gli chiese mentre Duefacce lo prendeva in braccio.
“Se non la smetti di attirare la mia attenzione e farti caturare da mostri psicopatici per attirarmi da te, mi costringerai ad andarmene, Jensen.
Jensen gli accarezzò la faccia rovinata.
“Ero costretto a farlo..tu eri sparito..così come sono spariti tutti quelli che amavo..perchè te ne sei andato?”
“Ho avuto..da fare..”
“Questo da fare, ti fa piangere?”
Jared si toccò la faccia sconvolto.
Piangeva.
“Allora non è vero che la tua faccia è SOLO così..”
“Maledizione.” Disse Jared, rendendosi conto che la sua faccia era tornata alla normalità.
Jensen sembrava estasiato.
“Sei..bello..”
“Jensen..”
“Ti prego, dimmi il tuo vero nome..tu conosci il mio..sono in svantaggio..”
“No, non è sicuro.” Disse e facendo così, lo obbligò  a rivestirsi.
“Ti prego, RIMANI. Non ti arresterò, lo prometto..ma rimani..io credo..io credo..” si avvicinò troppo vicino a lui e Jared sussurrò:
“Maledizione, Jensen.”
Lo prese in braccio e volarono , in men che non si dica, Jensen non capì nemmeno come arrivarono ad un parco.
Jared lo spinse su un cespuglio e lo baciò dolcemente.
“Questo bacio..”
“Dimenticami, Jensen…noi non dovremmo più vederci..”
“Cosa?? No,aspetta..io..”
“È meglio per te, credimi!”
“Io posso accettarti! Posso accettare quello che tu sei!” gli disse strattonandolo per la maglia.
“Il fatto è che tu non sai chi sono davvero.” Disse, lasciandolo li, nel buio della notte.
 
 




Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3870436