Gefühle

di Dragon_Flame
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Rintocchi di morte



 
Una luna degenere sbeffeggia
Nella notte
Le lande, al chiarore luttuoso,
nere di morte.
 
Il cuore pulsante di vita
Non batte più
Nella gabbia fatale
Che era la sua casa.
 
Non più rifugio domestico,
ma trappola per topi.
 
E l’urlo lacerante
Dei dolenti superstiti
Squarcia l’udito sordo,
fende il silenzio muto
degli impotenti che assistono,
degli inermi che subiscono.
 
Forza naturale distruttiva,
annichilimento.
 
E la devastazione
Porta via tutto:
il piccolo brandello di vana speranza,
il lamento dei feriti nella vestigia notturna,
il canto algido
dei flutti del Lete,
i corpi martoriati nel freddo cupo
del sonno mortale.

Il campanile diroccato non batte più
il tempo, cristallizzato
nell'immobilità dell'oltretomba
- laddove tutto si annulla.
 
Nulla è più,
in un unico, interminabile istante.









 
Ho scritto questa poesia il 25 agosto 2016, la notte successiva al devastante sisma che ha piagato e messo in ginocchio una vasta area del centro Italia. Vivo nell'Alta Valle del Tevere in Umbria e fortunatamente la mia casa, la mia famiglia e i miei amici non hanno subito l'atroce destino di chi invece ha perso tutto e anche qualche persona cara tra le macerie delle cittadine distrutte, tuttavia questa catastrofe mi ha toccata profondamente. Va dunque a loro la dedica di questa poesia, un pensiero a ricordo di chi non è più fra noi e di chi, a tre anni da quella tragedia, lotta per tornare ad una vita tranquilla e, per quanto possibile, normale e serena.




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