Parlami di noi

di Khorins
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L'intera classe lo stava ancora fissando e a Francesco parve di essere sotto i riflettori per la prima volta. Era una sensazione strana che sembrò quasi infinita. Gli occhi di tutti puntavano verso la sua persona e, probabilmente, avrebbe dovuto dire qualcosa anche se la paura di cominciare una conversazione lo bloccò. Così continuò a guardare il nuovo professore sperando che fosse lui a dire qualcosa che non risultasse imbarazzante.
L'unica che aveva smesso di guardare nella sua direzione era Giulia che, in maniera più o meno evidente, stava analizzando il giovane insegnante. Guardandosi velocemente intorno, Francesco notò la faccia contrariata di Matteo; i due erano compagni fin dalle elementari ma non avevano mai neanche provato ad avere un rapporto di amicizia e parlavano a malapena e solo se strettamente necessario.
All'improvviso il silenzio venne spezzato dal professore Guerra che, con tono sicuro disse:
-"Tu devi essere Francesco Sala quindi. Forse non mi hai sentito prima ma ho detto che sono qui in veste di sostituto."
Sembrò che avesse finito di parlare ma poi riprese:
-"Hai dormito male stanotte? Oppure hai qualche calo di attenzione?
Tutti quanti furono sbalorditi da quelle domande. Alcuni risero in sottofondo ma la maggior parte restò in silenzio non immaginando che un così giovane insegnante potesse fare una sorta di battuta così irritante il suo primo giorno a scuola. Era stato il tono che aveva sorpreso tutti più della stessa battuta.
Francesco lo guardò irritato ma non si scompose. Sarebbe stato difficile suscitare in lui un senso di azione diretta. Così rispose con calma:
-"No"
Ricevette subito una contro-risposta:
-"A quale delle due domande?"
-"Entrambe"
Il professore poggiò il registro sulla cattedra e si sedette comodamente su di essa:
-"Sei in grado di formulare una risposta con più di due parole? - Si rivolse poi all'intera classe - "Ragazzi oggi faremo un pò di conversazione per cercare di conoscerci meglio."
Sembrò non voler attendere la risposta di Francesco e infatti cominciò a parlare di tutt'altro con ognuno dei suoi compagni e in classe tornò immediatamente il solito frastuono di tante voci che dialogano freneticamente. Il professore Guerra non gli aveva fatto una buona prima impressione ma era l'unico che sembrava lontano; tutti gli altri, come sempre, si trovavano in ottima sintonia.
Francesco tirò fuori una penna blu dal suo astuccio e con lentezza e calma cominciò a scrivere qualche parola sul suo quaderno completamente senza intenzione di unirsi ai discorsi di classe. Poteva sembrare irrispettoso ma prima d'ora nessun professore si era mai preoccupato di richiamarlo dal momento che i suoi voti erano ottimi in tutte le materie.
La sua tranquillità non era durata per così poi tanto tempo. Il professore Guerra lo aveva nuovamente interpellato:
-"Scrivi qualcosa di interessante? Magari nello scritto sei più espressivo"
Franceso rispose più velocemente questa volta:
"E' personale"
Il professore rise:
-"Siamo a quota due parole! Facciamo progressi. Magari entro fine giornata mi canterai una canzone

(Mi scuso per questo capitolo così breve ma ho potuto dedicarci davvero troppo poco tempo, i prossimi saranno decisamente più lunghi in modo che la trama possa dispiegarsi in maniera più fluida)




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