Unsteady

di __Talia__
(/viewuser.php?uid=828847)

Disclaimer: questo testo è proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


 Dean
 

Stava abbracciando qualcuno, una ragazza sembrava visto il profumo tipicamente femminile anche se non troppo dolce. Mosse leggermente il braccio che stava abbracciando la figura sentendo sotto la pelle la morbidezza di un seno.

<< Tesoro sei sveglio? >> Chiese una voce bassa, un poco assonnata, facendolo irrigidire immediatamente. Tesoro. Lentamente aprì gli occhi, venendo ferito dalla luce del sole che filtrava attraverso una tenda bianca e ricamata con del pizzo.

<< Dean? >> Domandò nuovamente la figura davanti a lui facendolo nuovamente sobbalzare e solo dopo quel secondo richiamo si decise a guardare la figura che stava abbracciando notando subito dei lunghi capelli scuri ed un fisico longilineo, ma appesantito, coperto da una vestaglia chiara e lunga fino a metà ginocchio.

<< Sì? >> Chiese lui guardandosi attorno. Era sdraiato su un grande letto matrimoniale, le lenzuola erano state completamente buttate sul fondo a causa del caldo. La stanza era piccola e luminosa e davanti a lui c'era una cassapanca piena di foto. Si guardò e vide che il suo corpo aveva delle cicatrici sul torace e sulle braccia ed ispezionandosi notò un piccolo anello dorato brillare sul suo anulare sinistro. Stava per dire qualcosa quando la porta si spalancò e due bambine entrarono urlando, saltando sul letto, facendolo rimanere di stucco, immobile, pietrificato.

<< Papà! Papà! >> Urlò quella che sembrava la più grande, prima di arrampicarsi sul letto ed abbracciarlo stretto al collo, seguita subito dall'altra bambina che gli si avventò contro. Non seppe come mai, ma subito un sorriso nacque sul suo viso e le sue braccia andarono a stringere le due bambine ancora in pigiama.

<< Non volevate dormire fino a tardi? >> Domandò la figura al suo fianco, girandosi lentamente rivelando il bellissimo viso di Isabella. Era sorridente, radiosa anche se stanca.

<< Abbiamo fatto un brutto sogno e ci siamo svegliate >> Rispose JJ con innocenza, guardando di soppiatto la donna che era al suo fianco che lo guardò con un leggero rimprovero. Era stupenda.

<< é a causa delle storie che vi racconta vostro padre? >> Chiese lei abbracciando la seconda bambina, che lui sapeva si chiamasse Arrow, baciandole i capelli biondi con dolcezza. Subito le due fecero di no con la testa, esibendo un sorriso furbo. Si sentiva stranamente a casa, si sentiva bene, completo e in pace.

<< Andate a lavarvi e vestirvi che poi si esce >> Mormorò Isabella guardando con dolcezza le due bambine correre via, lasciando la loro stanza incredibilmente vuota e silenziosa. Dean la sentì fare un sospiro e un piccolo gemito prima di accoglierla nuovamente tra le sue braccia dove la donna sembrava essersi rifugiata; sul suo anulare una fede d'oro e un anello di fidanzamento. Dean la tenne a sé, affondando il viso nei suoi capelli, baciandole la fronte dolcemente mentre lei gli carezzava il braccio muscoloso.

<< Mi sei mancato...non andare più via >> Sussurrò lei guardandolo con intensità, tanto da farlo rabbrividire. Dean non se la sentì neanche di rispondere, si abbassò lentamente e la baciò a lungo, fino a rimanere senza fiato.

<< Come mai questo? >> Chiese Isabella mordendosi il labbro inferiore guardandolo con una strana bramosia negli occhi. Li amava dannazione, amava quando lo guardava così, facendo trasparire chiaramente ciò che lei sentiva per lui.

<< Mi sei mancata tantissimo >> Rispose lui tornando a baciarla dolcemente beandosi di quel gesto, notando poi che lei si irrigidì un poco, facendo una lieve smorfia di dolore che subito lo fece preoccupare.

<< Sta solo scalciando...è decisamente figlio tuo, non sta mai fermo >> Mormorò andando a carezzare la pancia tonda e prominente. Con lentezza Dean andò a posarci una mano, sentendo i calci che arrivavano da sotto lo strato di pelle e sorrise mentre una lacrima gli scendeva lungo la guancia. Si piegò e andò a baciare la pancia di Isabella, cominciando a sussurrare qualcosa al bambino che risiedeva lì dentro.

Aveva una famiglia.

<< Tesoro stai bene? >> Domandò nuovamente Isabella, asciugandogli le lacrime con un dito. Lui non fece altro che annuire prima di baciarla nuovamente e continuamente, facendola sorridere.

<< Sì è tutto semplicemente stupendo >> Sussurrò lui guardandola intensamente nella speranza di imprimere nella sua mente quel momento, quel sorriso dolce sul volto di Isabella, quegli occhi sorridenti...

 

Si erano lavati e vestiti e poi Dean era sceso al piano inferiore di quella che era la sua casa, osservando tutte le foto che c'erano appese, sorridendo e ricordando quegli avvenimenti; ricordava il primo anno di JJ, la più grande, ricordava il matrimonio con Isabella e tutto lentamente stava diventando sempre più vivido.

<< Papà! >> Urlò la più piccola della figlie lanciandosi contro di lui che subito la prese e se la portò in braccio, stringendola a sé, baciandole i lunghi capelli biondi. Entrambe avevano i capelli come i suoi e anche il suo naso dritto, mentre per il resto avevano preso tutto da Isabella, comprese le espressioni del volto.

<< Ci racconti ancora la storia sui vampiri? >> Domandò Arrow con un gran sorriso, sapendo di andare contro la richiesta di sua madre, sapendo di esser ribelle. A quelle parole una fitta lancinante gli trapassò il cranio, facendogli strizzare gli occhi per qualche secondo.

Torna Dean....una voce lontana, quasi un eco, ma tutto sparì velocemente come arrivò

<< Solamente se mi prometti di non avere incubi stanotte. Sono tutte storie, cose non vere >> Rispose lui, baciandole la fronte prima di metterla nuovamente a terra vedendola sgambettare dalla sorella maggiore per riferirgli il tutto e il biondo le vide battere le mani eccitate.

<< Sono pronta, sono pronta, scusatemi >> Disse Isabella scendendo le scale tenendosi fermamente al corrimano. Sembrava diventare ogni giorno più bella, nonostante le occhiaie sotto gli occhi, nonostante la faccia stanca. La ragazza prese per mano la figlia più piccola mentre JJ subito andò da lui, allungando una mano che lui subito prese. Era alta per avere cinque anni e si comportava come una perfetta sorella maggiore aiutando Arrow alla prima difficoltà.

<< Andiamo, i nonni ci stanno aspettando >> Disse sua moglie prendendo la borsa, chiudendo la porta dietro di sé prima di raggiungerli. Vivevano in un bel quartiere tranquillo, in giro c'erano un sacco di famiglie e davanti a casa avevano un bel parco con i giochi per i bimbi; non c'erano macchine, tutti sembravano vivere una vita tranquilla e senza pericoli. Tutti si conoscevano, i loro vicini continuavano a salutarli e le bimbe salutavano i loro amichetti che stavano giocando sotto il sole tiepido della primavera.

<< Dopo andiamo al parco? >> Domandò JJ, la voce innocente e squillante da bambina mentre guardava con i suoi occhioni verdi e con bramosia il parco davanti a loro. Come potere dire di no a quegli occhi? Identici a quelli della madre, stupendi come quelli di sua moglie.

<< Se la mamma non è troppo stanca >> Rispose Dean prendendo in braccio la figlia che subito gli rivolse un sorriso a trentadue denti, sicura di aver già vinto, ed aveva ragione. Aveva un debole per lei, la sua prima bambina, quella più sofferta e più a lungo cercata ed ora eccola là, finalmente tra le sue braccia mentre lo guardava come se fosse l'uomo più forte del mondo.

<< Smettila di fare il ruffiano con nostra figlia >> Scherzò Isabella arrivando finalmente al loro fianco con il fiato un po' corto, una mano posata sul pancione mentre l'altra aiutava Arrow a rimanere ben dritta. Justice era sempre stata più attaccata a lui, mentre Arrow già era più neutrale, o più furba, visto che andava da chi le concedeva ciò che voleva.

<< é lei che preferisce me, io non sto facendo nulla >> Rispose lui guardando la figlia per farle l'occhiolino, ma lei aveva già capito tutto e subito gli gettò le braccia al collo, stringendolo con forza.

<< Ti voglio bene papà >> Mormorò la bionda prima di chiedere di tornare a camminare e Dean si separò da lei con riluttanza, guardandola correre avanti e indietro, dicendo loro di sbrigarsi e di fare presto, che i nonni li aspettavano e che non voleva fare tardi.

<< Dove trova tutte queste energie...>> Disse il biondo abbracciando dolcemente sua moglie che camminava lenta per non far incespicare Arrow, tenendo però anche d'occhio JJ, quasi pronta a scattare se fosse stato richiesto.

<< Prima di avere JJ eravamo anche noi così, non te lo ricordi? >> Chiese lei, guardandolo attentamente per qualche secondo. Aveva ragione, come al solito. Avevano girato gran parte del mondo, avevano viaggiato moltissimo andando a conoscere culture e tradizioni nuove e avevano amici sparsi per tutto il globo e non si erano mai stancati di camminare e guardare...poi c'era stata la prima gravidanza di Isabella che si era interrotta al secondo mese, poi c'era stata la seconda che era finita nello stesso modo e, quando ormai le speranze erano diventate vane, era arrivata la piccola JJ con tutta la sua energia.

<< Vuoi andare con tua sorella? Stai attenta però e non correre >> Disse Isabella lasciando che Arrow sgambettasse verso una piccola casa dalle pareti verdi. Arrow era arrivata dopo poco più di un anno, inaspettata, ma subito ben voluta, anche se JJ ne fu subito gelosa. Dean continuava a tenersi stretto sua moglie, guardando attentamente le bambine con un grande e stupido sorriso disegnato sul volto. Le seguì con lo sguardo fino a che non le vide arrivare alla casa verde ed andare praticamente a sbattere contro il portone, cominciando a bussare e dovettero aspettare solamente qualche secondo prima di venire aperte da una signora dai capelli biondi e corti, alta di statura e dal sorriso gentile che subito si abbassò e le abbracciò con forza prima di baciare loro le guance e farle entrare, rivolgendo adesso a loro il suo sorriso gentile.

<< Mamma...>> Sussurrò Dean, bloccandosi per qualche secondo mentre Isabella andava verso la signora che la abbracciò stretta stretta prima di posare le mani sul grembo, osservandolo eccitata e felice prima di tornare a parlare con Isabella

<< Vado a controllare le due pesti, torno subito Mary >> Disse Isabella entrando in casa per chiamare le due figlie, lasciandolo solo con sua madre. Era invecchiata, il volto presentava qualche ruga e c'era qualche capello bianco. Ma era lei ed era lì con lui. Anzi no, con loro.

<< Dean? Tutto bene? >> Domandò lei prima di venire investita in un abbraccio. Le era mancata tantissimo e vederla così felice e sorridente era qualcosa di impagabile.

<< Sì, tutto bene >> Rispose lui entrando in casa notando immediatamente tutte le foto che c'erano appese; foto dei nipoti, foto del matrimonio suo e di Isa, foto di Dean da piccolo...mancava qualcosa, o meglio, qualcuno.

<< Sembra che hai visto un fantasma figliolo >> Disse una voce bassa, roca, una voce che avrebbe riconosciuto ovunque. Il biondo si girò trovando davanti a sé suo padre; i capelli sale e pepe, il fisico rilassato e gli occhi meno vispi e più offuscati.

<< No signore >> Rispose lui automaticamente, facendolo ridere di gusto.

<< Vai in giardino con la tua famiglia, tra poco si mangia >> Continuò il vecchio dandogli una amichevole pacca sulla spalla e lui eseguì gli ordini andando sul retro, trovando Isabella che spingeva l'altalena dove c'era JJ mentre Arrow era già seduta al suo posto, il volto sudato e leggermente imbronciato. Subito la raggiunse, sedendosi di fianco a lei, tentando di farla parlare, ma la piccola era testarda e non disse niente finchè lui non le promise di farle fare un giro sulle spalle.

<< Ho visto la mamma stare male e mi ha sgridato quando ho detto che sarei venuta a dirtelo >> Bonfonchiò lei continuando a guardare le punte dei suoi piedi, i grandi occhi verdi un poco lucidi mentre il volto era paonazzo. Dean guardò la moglie notando subito il volto ancora più pallido e sudato del normale, notando la fatica che faceva nel spingere l'altalena.

<< Sai che la mamma è orgogliosa, ma te hai fatto bene e se la vedi stare male di nuovo avvisami ok? >> Disse lui baciandola dolcemente sul capo prima di vedere i suoi genitori, felici, portare una grande ciotola sul tavolo.

<< A tavola >> Disse Mary e subito JJ corse subito verso il tavolo, sedendosi di fianco alla sorella mentre Isabella si rifugiò in casa quasi correndo.

<< Isabella? >> Chiese John mentre aiutava Mary a servire la pasta fredda sui piatti fondi. Dean l'aveva vista correre via, ma sperava di vederla tornare presto, cosa che però non accadde. Si alzò dal tavolo, non riuscendo a nascondere lo sguardo preoccupato. Era forse successo qualcosa?

<< Guardate voi le bambine per qualche secondo? >> Domandò, alzandosi e camminando velocemente verso il bagno sentendo immediatamente dei conati. La trovò piegata in due sul water, i capelli dietro le orecchie, il volto pallido e stanco, le mani che stringevano il vestito leggero che indossava. Subito andò verso di lei, massaggiandole dolcemente la schiena e bagnandole la fronte con una asciugamano.

<< Dicevano che le nausee sarebbero finite al quarto mese...siamo al settimo e sembrano solo peggiorare >> Gemette lei prima di alzarsi un poco traballante per andare a sciacquarsi il viso e la bocca. Aspettarono qualche altro minuto prima di tornare in giardino dove Isa cercò di rassicurare tutti, sopratutto le bambine che sembravano preoccupate nel non vederla tornare. Mangiarono in silenzio e Dean si beò di quei momenti, imprimendoli a fuoco nella sua mente.

<< Allora? Come è andata la gita scolastica coi tuoi ragazzi? >> Domandò Mary guardandolo attentamente prima di prendere in braccio Arrow per giocare con lei. Era una nonna fantastica e adorava le sue nipotine.

<< è andata bene, anche se alcuni di loro sono indisciplinati, ma con me si comportano bene >> Rispose lui, mangiando una fetta di pane con gusto. Erano stati a New York per cinque giorni con la sua classe più grande ed erano tornati il pomeriggio precedente.

<< Non essere modesto, sei il loro insegnante preferito >> Disse Isabella, posando una mano sulla sua, carezzandola dolcemente, giocando con la fede in oro giallo sul suo dito.

<< Ed alcune ragazze guardano fin troppo >> Continuò, facendo ridere i due nonni e arrossire lui. Era l'insegnante di ginnastica del liceo di Lawrence ed, effettivamente, molte ragazze avevano perso la testa per lui e lui, purtroppo, ne era venuto a sapere perchè le vedeva guardare troppo e più di una volta aveva finito per ascoltare i loro discorsi fin troppo indecenti.

<< Sono solo ragazzine >> Mormorò lui distrattamente andando a posare la mano sul ventre di Isabella sentendo i calci continui che il bambino le dava eppure lei non faceva una piega, sembrava quasi non accorgersene.

<< Ragazzine? Ti ricordo che, quando ci siamo conosciuti, io avevo sedici anni e tu ventidue...ero anche io una ragazzina >> Scherzò lei posando la guancia sulla sua spalla in un gesto dolce. Se pensava a come si erano incontrati gli veniva ancora da ridere ed era sicuramente una bella storia che un giorno avrebbe raccontato ai loro figli.

<< Ma loro non sono te...>> Mormorò lui sollevandole il mento per baciarla dolcemente prima di sorriderle, venendo poi interrotti da un colpo di tosse di John che era diventato improvvisamente rosso in volto.

<< Ci sono dei minorenni qua >> Disse imbarazzato, grattandosi la testa e per tutta risposta si beccò una gomitata da parte della moglie che invece sembrava ben vedere quegli scambi di effusioni.

<< Parlando di cose serie >> Continuò l'uomo guardando intensamente il figlio che cominciò a sentirsi a disagio. Sapeva che avrebbe detto qualcosa di sbagliato, qualcosa che avrebbe creato trambusto.

<< Tra poco apre la caccia...>> Proclanò ancora l'uomo e nuovamente una stilettata alle tempie lo colpì. Chiuse e strizzò gli occhi cercando di far cessare il dolore. La caccia...

Torna da me...ti prego Dean. Nuovamente quella voce femminile, rotta dal pianto, sofferente...

<< Stanno per avere il loro terzo figlio John! >> Urlò Mary sbattendo i pugni sul tavolo, facendolo tornare alla realtà. Le bambine stavano giocando e sembravano non aver sentito niente, ma Isabella era turbata, il suo sguardo era improvvisamente basso e la sua mano destra tremava.

<< è una tradizione di famiglia Mary! Siamo nati cacciatori noi Winchester >> E così dicendo una terza fitta gli trapassò il cranio, facendolo quasi svenire. Cacciatori, loro erano cacciatori.

Non mi lasciare ancora... Quella voce lo stava rendendo pazzo, sentire quella sofferenza, tutto quel dolore...

Improvvisamente lo scenario davanti a lui cambiò per qualche secondo, tutto diventò bianco e davanti a lui c'erano due occhi verdi come smeraldi rossi per il pianto...poi tutto sparì velocemente come era arrivato e lui si trovò nuovamente in mezzo alla discussione tra i suoi due genitori ed Isabella.

<< L'ultima volta che è venuto con te a cinghiali sono andata a trovarlo in ospedale con JJ nella carrozzina e la nostra seconda figlia nella pancia. Non sapevamo se si sarebbe svegliato John, il proiettile l'ha quasi ucciso. Quel proiettile l'ha tenuto in coma per mesi...>> Disse Isabella con calma, ma Dean poteva vedere che calma non era. La mano sul ventre era quasi frenetica e gli occhi continuavano a saettare da una parte all'altra, il respiro veloce e affannato, la mano destra che continuava a tremare e che stringeva in maniera convulsa la sedia.

<< é stato un inconveniente >> Ribattè lui, ferito nell'orgoglio e dalla verità. Lentamente il ragazzo andò a stringersi il pettorale sinistro, là dove c'era la cicatrice tonda del proiettile che quasi lo aveva ucciso. Ora ricordava. Erano andati a caccia, come ogni stagione, ed avevano visto un cinghiale bello grosso. Dean aveva cominciato a camminare lentamente, tentando di non far rumore, fino ad arrivare in un punto strategico. Si piazzò col suo fucile e stava per sparare all'animale quando qualcosa lo colpì al petto. Ricordava di non aver sentito subito dolore, ma di essersi accasciato a terra. Ricordava gli alberi sopra di lui e poi il volto di suo padre e dell'altro cacciatore che lo aveva scambiato per un animale. Ricordava che lo avevano sollevato e trasportato quel tanto che bastava per far arrivare i soccorsi, ricorda di aver perso un sacco di sangue, ricorda di aver pianto chiedendo di sua figlia e di sua moglie. E poi il nulla, e quel nulla c'era stato a lungo, fino a che non si era risvegliato in una stanza di ospedale dove c'era sua madre con JJ. E ricordava le lacrime della bambina non appena lo vide con gli occhi aperti, ricordava le grida di felicità di Mary e poi lei al telefono, che chiamava Isabella e, dopo forse nemmeno un'ora, ricordava che la moglie era entrata, in braccio una bambina di pochi mesi che lui non aveva mai visto.

<< John io spero che tu stia scherzando >> Sbuffò Mary, il volto rosso dalla rabbia e lo sguardo duro verso suo marito che però non voleva mollare il colpo e continuò ad elencare tutti i Winchester che avevano seguito la tradizione continuando a sottolineare che nessuno era morto.

<< Papà, papà, ascoltami >> Cominciò a dire lui stringendo con forza la mano di sua moglie. Non gli piaceva disobbedire a suo padre, ma non voleva perdersi la nascita di suo figlio così come era accaduto con Arrow.

<< Isabella è incinta di sette mesi, tra due nascerà nostro figlio...tuo nipote e abbiamo già due bellissime bambine...se mi succede qualcosa cosa farà Isabella a prendersi cura di tutti e tre? Cosa diranno le bambine? Non posso, quei giorni sono passati ormai >> Continuò lui baciando la mano di Isabella, guardando le due piccole che si rincorrevano e giocavano, le voci squillanti. Suo padre non la prese bene; si alzò frettolosamente e tornò in casa balbettando qualcosa con la sua voce roca.

<< Gli passerà >> Mormorò sua mamma, guardandolo con sguardo fiero ed orgoglioso.

 

<< é ora di tornare a casa, la mamma è esausta >> Sentenziò Dean guardando le due bambine completamente sudate e con i pantaloni sporchi di terra ed erba. Finito il pranzo dai suoi genitori, come promesso, erano finiti al parco e ci erano stati per delle ore. Inizialmente i due avevano giocato con le loro figlie, poi Isabella era andata a sedersi e riposarsi sotto un albero che la riparava dal sole e dopo un'altra ora di corse sfrenate Dean l'aveva raggiunta, completamente sudato.

<< Ti vogliono bene >> Aveva mormorato Isabella, continuando ad osservarle. Lui annuì e si stese sull'erba, riposando per qualche secondo, giusto il tempo di normalizzare il respiro. Rimasero lì per tutto il pomeriggio e, quando andarono a chiamare le due bimbe, loro non sembravano ancora stanche.

<< Domani è domenica ed avrete tutto il tempo per giocare...lasciamo la mamma a casa e andiamo a farci un giro in bici >> Propose Dean guadagnandosi uno spintone da parte di Isabella. Non le piaceva stare in disparte e cercava sempre di fare qualcosa per le due piccole, anche se era stanca e stremata, anche se non avrebbe dovuto sforzarsi. Tornarono a casa lentamente fermandosi a prendere il pane per quella sera e Dean fu costretto a prendere in braccio Arrow che non sembrava più in grado di camminare, troppo stanca.

<< Siamo arrivati >> Le sussurrò trovandola però profondamente addormentata, facendolo sorridere. Era arrivato davanti a casa quando notò qualcuno seduto sui gradini, i capelli castani lunghi quasi fino le spalle, un naso dritto e all'insù, il volto scarno e occhi chiari.

<< Sam...>> Mormorò lui sentendo quasi un pugno in pieno stomaco.

<< Zio Sam! Zio Sam! >> Urlò JJ scappando dalla mano molle di Isabella per fiondarsi sul ragazzo che la prese in braccio e la fece roteare tre volte creando ilarità nella bambina.

<< Ciao fratello >> Rispose lui, un sorriso largo sul volto mentre teneva stretta JJ tra le sue braccia. Subito lo sguardo di Sammy andò a posarsi su Isabella, scrutandola attentamente e più volte, soffermandosi in maniera particolare sul ventre tondo, ed i suoi tratti si indurirono. C'era tensione nell'aria, tra tutti e tre. Isabella era incredibilmente rigida e non aveva ancora fatto un passo da quando aveva visto Sam che, d'altro canto, continuava a guardarla con un misto tra rabbia e delusione mentre il biondo si sentiva frustrato.

<< Entriamo >> Sussurrò poi dopo secondi interminabili e dovette prendere le chiavi dalle dita di Isabella per riuscire ad aprire la porta e far entrare dentro tutti. JJ sembrava quella più felice per l'arrivo dello zio e subito lo portò a vedere i suoi disegni.

<< Cosa ci fa qui? >> Domandò Isabella tesa come una corda di violino mentre chiudeva la porta d'ingresso. Poche volte l'aveva vista così.

<< è mio fratello Isa, magari si è ripulito >> Rispose lui guardando verso la cucina dove sentiva la voce di Sam e JJ. Non voleva lasciarli da soli troppo a lungo.

<< E sai che le bambine lo adorano >> Continuò creando una smorfia sul volto della ragazza che però non disse niente, continuava a limitarsi a guardare con preoccupazione la cucina, come se qualcosa potesse accadere da un momento all'altro.

<< Porto Arrow di sopra, la metto a letto >> Disse improvvisamente, prendendo con difficoltà la bimba in braccio, cominciando a fare le scale mentre lui si dirigeva verso la cucina. Sam era chinato per terra e stava guardando un libro che JJ stava sfogliando velocemente, raccontando con la sua voce acuta la trama di quella storia.

<< JJ vai su dalla mamma >> Ordinò lui, carezzando i capelli biondi della figlia che lo guardò con sguardo triste prima di dare un bacio sulla guancia di Sam e poi sulla sua, correndo via canticchiando una canzoncina.

<< Ho sempre adorato quella bambina >> Disse Sam tirando su col naso in un gesto nervoso. Non si era ripulito, non aveva mantenuto la promessa che aveva fatto loro. Perchè si era conciato in quel modo era ancora un mistero; era stato un ottimo studente di medicina, laureato, aveva una fidanzata e poi aveva mandato tutto a rotoli entrando in un bruttissimo giro. Ricordava che era stato in università che Sam aveva cominciato a fare uso di sostanze allucinogene. Lui l'aveva messo in guardia; c'era già passato, sapeva già cosa girava nei vari dormitori e nelle confraternite ed aveva provato a mettere in guarda il fratello minore che, però, si era lasciato persuadere.

<< Sam cosa vuoi? >> Domandò Dean guardando il fratello aggirarsi per la cucina, sfiorando le foto appese, i disegni...

<< State aspettando il terzo allora, ho visto...ho visto la pancia, non deve mancare molto >> Disse lui balbettando un poco continuando a guardare altrove, come se non riuscisse a guardare Dean negli occhi, come se si vergognasse.

<< L'avete voluto questo o è come la seconda? Capitata...>> Dean lo interruppe quasi subito e dovette usare tutta la sua forza di volontà per non prenderlo e attaccarlo al muro. L'idea che Arrow fosse semplicemente capitata, come lui stava insinuando, gli dava molto fastidio.

<< Per cosa sei venuto Sam? >> Chiese nuovamente il biondo cercando di usare tutta la diplomazia e la pazienza in suo possesso. Sam alzò appena le spalle e continuò a guardarsi attorno.

<< Volevo solamente passare un po' di tempo con la mia famiglia >> Sussurrò infine lui, il suo sguardo improvvisamente fisso a guardare dietro Dean che subito si girò notando Isabella che quasi tremava. Sam aveva sempre avuto un debole per lei, fin da quando Dean gliela aveva presentata e aveva pensato di essere il più adatto; era più giovane, più intelligente, con un lavoro migliore e più volte aveva provato a sedurla, ad averla per sé, arrivando anche a baciarla con la forza il giorno delle loro nozze. Fu in quel momento che le cose si raggelarono e Dean non riusciva ancora a perdonargli quel gesto, ma aveva cercato di andare avanti per mantenere la famiglia unita fino a che aveva scoperto che Sam qualche volta aveva portato la droga in casa loro.

<< Ciao Isa...>> Mormorò il moro, guardandola con insistenza facendo raggelare Dean che subito si mise davanti al fratello, interrompendo quello scambio di sguardi.

<< C'è una stanza degli ospiti in questo piano, potrai stare qua tutto il tempo che vorrai, ma non ti azzardare ad avvicinarti a mia moglie o alle mie figlie quando io non ci sono >>





Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3871074