I colpi di Cetrion impattano contro
il mio corpo.
Arretro un poco, ma contrattacco.
Un tornado si leva dalle mie mani.
Ferisce la dea anziana alle gambe.
Lei barcolla, arretra un poco, piega
il ginocchio.
Il sangue sprizza dalle ferite.
Non ho intenzione di arrendermi,
senza lottare.
Il piano di Kronika è
criminale e nega alle creature dei regni il diritto alla pace.
Cetrion, di scatto, alza la testa e
i suoi occhi, ardenti d’ira, incontrano i miei.
Non mi fa paura. Non cederò
al terribile disegno suo e di sua madre.
Non permetterò a nessuna di
loro di manipolare il tempo per seguire un disegno sanguinario.
Ad un tratto, una violenta corrente
gelida avvolge le mie membra in una morsa.
Provo a reagire, ma il torpore si
impadronisce di me.
Il freddo penetra nelle mie cellule.
Le strazia.
Le dilania.
Davanti a me, come un lampo, si para
una figura femminile dai corti capelli azzurri.
– Frost… –
sibilo, rabbioso. Riconosco il suo sguardo, privo di qualsiasi
umanità, così diverso da quello severo, ma gentile del Gran Maestro
Subzero.
Pur di compiacere la sua brama di
potere, non ha esitato a vendere la sua anima alla Signora del Tempo.
Cetrion, che si ammanta di virtù,
non ha esitato a servirsi di un vile attacco alle spalle, pur di
annientarmi.
Non ha avuto il coraggio delle sue
scelte.
Lei, una dea anziana, ha avuto paura
di affrontare da sola me, un semplice semidio.
Aveva paura di perdere questa
battaglia?
La mia vista si sta offuscando, ma
riesco a vedere un lampo di tristezza nei suoi occhi.
Un senso di disgusto monta nel mio
cuore, sempre più debole.
Come osa guardarmi in quel modo?
Quell'infame assassina mi fa ribrezzo.
Non deve guardarmi con quegli occhi,
colmi di finta tristezza.
La sua compassione è ipocrita
e mi nausea.
Lei condivide con sua madre un piano
criminoso, che condanna gli abitanti dei regni ad uno stato di guerra
perenne.
Anche se si ammanta d’una
apparenza luminosa ed eterea, si compiace del sangue e del dolore.
Si nutre del dolore e della
sofferenza di morenti, orfani e vedovi.
Nulla di buono è presente nel suo animo.
Perfino Shang Tsung aveva un’anima
più pura della tua.
Non celava la sua natura dietro
parole belle, ma vuote.
Mi sento sempre più stanco.
Quasi non respiro più.
Ma un pensiero doloroso si fa strada
nel mio cuore.
A cosa serve una tale, impotente
ira?
Ho fallito.
Niente potrà mutare una
simile, triste realtà.
Lacrime sgorgano dai miei occhi e
strisciano sulle mie guance.
Raiden, fratello mio, perdonami.
La tua estrema fiducia in me era
ingiustificata.
Mi sono mostrato indegno della tua
stima.
Non sono riuscito ad aiutarti come
avrei dovuto e il peso della salvezza dei regni ricade sulle tue
spalle.
E tu hai già dato tanto nella
tua opera di protettore, fratello mio.
Tento di ricordare il delicato
ceruleo dei tuoi occhi, mentre si posano su di me.
E’ questa l’estrema
immagine che voglio mantenere nel mio cuore, prima di morire.
Le mie prime e ultime lacrime
muoiono sulle mia labbra, fredde di morte.
Raiden, fratello, ti voglio bene.
Vorrei morire tra le tue braccia, ma
questo desiderio mi è negato.
La solitudine sarà la mia
eterna, dolorosa compagna.
Mentre la mia vita si spegne, il mio
estremo pensiero va a te.
Col mio ultimo, debole respiro
affido a te le mie speranze e i miei sogni.
Non cedere al potere di Kronika e
della sua crudele progenie.
Ti prego, porta a compimento questa
opera suprema di giustizia.
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