Lettera

di lullublu
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Caro Misaki

O preferisci essere chiamato Yata? Non importa, il tuo nome è un insulto comunque tu scelga di farti chiamare. Sappi che non ho intenzione di perdonarti.

Ho fatto tanti sbagli nella mia insulsa vita. Se potessi tornare indietro scriverei tutto daccapo, eviterei d'incontrarti, eviterei di amarti, eviterei di perderti e di starci male. Quale che fosse la conseguenza io non credo sia possibile soffrire più di così.

Non credo che potrei sopportare altro, morirei piuttosto che rivederti. Tutto ciò che hai saputo fare è stato farmi male.
Ti sei appropriato della mia vita, ne hai fatto un surrogato dei tuoi desideri ed io non ho fatto altro che lasciarti fare, che esserne felice. Drogato della tua essenza, cercavo solo di starti vicino, di assecondarti senza rendermi conto di quanto tu fossi nocivo per me. Ti ho dato modo di conoscermi, di scovare i miei punti deboli e tu li hai sfruttati, diventando tu stesso un mio punto debole: il mio punto debole. Ed ancora lo sei.

Mi manchi sempre, è una sensazione irritante, lo sai?

Come se un pezzo del mio stupido cuore non ci fosse più, come se dovessi rimanere sempre incompleto senza di te. Ma non importa, credo riuscirò a farci l’abitudine. Mi dà solo fastidio sapere invece quanto tu sia felice. Ti vedo che sorridi tutto il giorno con i tuoi amici, ed ogni volta quel pezzo del mio cuore che hai rubato inizia a fare male e non c’è modo di farlo smettere. No, non c’è un modo per sbarazzarmi di te, della tua assenza, del tuo ricordo.

E sai qual è la cosa peggiore?

Che sono ancora innamorato di te. Ed il tuo sorriso resta la cosa più bella che abbia mai visto. Mi dispiace parlare in questo modo patetico, provo disgusto per me stesso.

Non voglio annoiarti ancora con queste mie parole, continua a divertirti ignaro della mia sofferenza, come hai sempre fatto, in effetti, non dovrei essere così stupito.

                                             

                                         Adesso sparisci, anzi no, l'hai già fatto.

                                                   A mai più, la tua scimmietta





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