| Me ne sto seduto al buio, le finestre chiuse e la porta bloccata, il mio cellulare buttato sul letto. Non m'importa più di niente, non m'importa dei miei compagni di squadra, che probabilmente nemmeno si staranno preoccupando, né m'importa di vivere. Tremo, come mi succede sempre ormai, da quando ho cominciato.
Una settimana. È passata una settimana da quando mi sono rinchiuso nella mia stanza, con l'unica compagnia di un accendino, un pacchetto di sigarette e un doppio set di lamette; il pacchetto l'ho finito il primo giorno, ma l'accendino è ancora funzionante e le mie braccia sono di un innaturale rosso scarlatto, dovuto sia ai tagli profondi che mi procuro sia alle ustioni; non voglio uscire, non ho motivo per. Nessuno dei miei cosiddetti 'amici' è venuto a cercarmi, eppure non mi presento agli allenamenti da sette giorni.
La cosa che mi fa più male è che né Yuuto né Shirou si stiano preoccupando, ma si sa, quello che dovrebbe essere il mio migliore amico è fidanzato con il migliore amico del mio, ormai ex, ragazzo. Someoka ne starà approfittando, quel bastardo: sono mesi che ci prova con Shirou, ma ci sono io in mezzo. O meglio, c'ero.
Apro il doppio set di lamette, tutte insanguinate, e me ne impianto una nel braccia, soffocando un grido di dolore "Aagh!" il sangue comincia a macchiare il pavimento della mia stanza, ma è buio e non si vede; meglio così. Continuo a farmi tagli sempre più profondi mentre la mia mano trema incontrollata e il mio volto si bagna di lacrime di rabbia "A nessuno frega di un idiota autolesionista, nemmeno alla mia famiglia" sento le forze abbandonarmi, così chiudo gli occhi e mi addormento, mentre una lacrima mi scende sulla guancia
(Angolino depressivo)
Scusate per questo schifo di inizio, è la mia seconda fic (ho scoperto che mi diverto a torturare Gouenji :))
Ditemi voi se dovrei continuare, ogni recensione è ben accetta |