A mother's reckoning

di D a k o t a
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A mother’s reckoning

La prima volta in cui diventa madre, non è in ospedale e non c'è il padre di suo figlio: è dentro un convento e, mentre grida di dolore, pensa che sarebbe meglio morire piuttosto che confrontarsi con quegli sguardi così freddi, così duri, così giudicanti che ha intorno. E' stremata quando lo vede per la prima volta - ha gli occhi più azzurri che Alice abbia mai visto. Quando la guarda e ride - ride? un neonato può ridere? -, Alice ha voglia di nascondersi dentro un armadio, di scappare, di fuggire da quel posto e da quegli occhi azzurri che sembrano così privi di colpa e così poco sbagliati rispetto a come Hal e le suore glieli avevano descritti.

Quando allontana il bambino come se fosse altro da sé, pensa che forse un bambino è davvero la chiave della felicità, ma non importa davvero, non in quel momento, non se per Hal e per il resto del mondo quegli occhi azzurri sono solo colpa ed errore.

(Il tempo passa.

Alice cresce, si laurea, sorride alla vita che ha sempre voluto.

Non sofferma mai lo sguardo su ragazzini con gli occhi azzurri che hanno l’età che avrebbe il bambino – non lo chiama mai Charles dopo quella volta, perché è più semplice: dopotutto non è tanto diverso da quando, a sette anni, aveva trovato un cucciolo di gatto e voleva tenerlo, ma sua madre era allergica ai gatti e le aveva detto che separarsene sarebbe stato più facile se non gli avesse dato un nome, no?)

***

La seconda volta che succede è terrorizzata, perché della prima ricorda solo dolore, sguardi duri e quegli occhi azzurri. Ma la seconda volta è diversa: è in ospedale, c’è Hal a stringerle la mano, c’è Hal a dirle che va tutto bene e quando vede Polly, le guance rosa e pochi capelli chiarissimi sulla testa, non vede e non pensa ad altri occhi azzurri oltre a quelli fuggenti della bambina. Li guarda e pensa a Polly – pensa che potrà stringerla, consolarla, vederla ridere, crescere, sbagliare, ferirsi, imparare a scrivere, contare, suonare, soffiare candeline e scartare regali e non vuole perderla. Pensa che è sua e che non permetterà mai a nessuno di portargliela via.

(Quando Polly, a cinque anni, le chiede quando ha capito di volerle bene, Alice non ha dubbi, non ha esitazioni nel risponderle: è stato quando ha preso il suo pollice fra le sue piccole dita per la prima volta.)

***

La terza volta è più difficile della seconda; è sempre in ospedale e la mano di Hal non lascia mai, mai la sua, ma Betty è in una posizione anomala e le infermiere l’hanno avvertita con quel loro modo atono e freddo – per un attimo ad Alice pare di vedere spuntare i volti severi delle suore da qualche parte, ma è solo un attimo e chiude velocemente a chiave il cassetto dei ricordi – che vi potrebbero essere delle complicazioni.

Quando vede Elizabeth per la prima volta, capisce subito che non è Polly, perché la guarda dritta negli occhi e non piange e sembra quasi che la stia sfidando, con quel suo modo curioso di guardarla e di stringersi a lei, che è già specchio e immagine della donna che diventerà.

(Non è mai facile con Betty, mai. E’ testarda, è cocciuta, è curiosa e – oh, è semplicemente così simile a lei.)


 

***

A volte Alice si ferma ancora a guardare le fotografie delle bambine attaccate alla porta della cucina. A volte si sente come se la gola le si riempisse di pezzi di vetro e l’aria le graffiasse i polmoni e vorrebbe solo fuggire da quella casa degli orrori, vorrebbe andarsene e -

Ma ci sono Betty e Polly, e cerca di dimenticare il passamontagna nero, e le mani che stringono la sua gola. Cerca di dimenticare gli occhi di Hal, così inumani e vacui, sotto il cappuccio.

E’ ironico, pensa, come dopo tutto ciò che è successo siano rimaste lì, come Hal possa essere almeno in una foto ancora solo un padre che sorride con le sue figlie davanti alla torta dell’ottavo compleanno di Betty. Ce n’è un’altra accanto, dove ci sono Polly e Betty che ridono nell’erba alta, e poi un’altra ancora – e sono tutte immagini splendide, ma non può fare a meno di avvertire il peso di tutte quelle fotografie che non ci sono e non ci saranno mai. Alice spera che, ovunque sia, anche lui abbia trovato pace e che sia felice e che non la odi, almeno non troppo.

(Quando lo rivede, Alice ha qualche capello bianco nella sua perfetta piega bionda. Lo riconosce subito: capisce che è lui perché, vedendolo, per un attimo ha trattenuto il respiro.)



NDA
Questa OS per me è una sorta di "Fix it", la verità è che, tolta quella scena con FP nella S2, sono sempre stati poco approfonditi i sentimenti di Alice rispetto all'aver messo il bambino in adozione. Io penso che sia stata una scelta delicata, molto delicata e su cui anche adesso si è un po' sorvolato. Quindi eccoci qui ^^ Le recensioni sono sempre, sempre gradite XD





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