Batterista degenere e
vuoti di memoria
[Sting]
Come al solito,
Stewart mi ha fatto incazzare. Ogni volta
gli dico che deve essere un poco più delicato con la
batteria, a me dà fastidio
quando pesta come un dannato sui tamburi! Ancora peggio sui piatti!
Ma lui è
cocciuto, non mi dà ascolto, vuole sempre fare di
testa sua e alla fine i nostri concerti sono sempre deplorevoli.
Possibile che non
capisca proprio niente? I batteristi sono
sempre esseri bizzarri e ottusi, dovrebbero aprire la loro mente e
accettare i
consigli di chi ne capisce qualcosa in più di loro.
Io sono un cantante e
un bassista di tutto rispetto, so di
cosa parlo, infatti Andy mi dà retta e si comporta come gli
dico. È
intelligente, non ha mai voglia di litigare e di andarmi contro su
questioni
che la sua scarna mente non è in grado di afferrare.
Mi aggiro furioso per
i corridoi, mentre un’altra band suona
sul palco prima dei Queen. Altro motivo per cui sono arrabbiato
è il fatto di
aver aperto per questi esseri: non sopporto che la mia band sia stata
una delle
tante comparse in apertura del concerto di Freddie Mercury e compagni.
Io
quello proprio non lo sopporto, è incredibile quanto riesca
a farmi saltare i
nervi.
È snob,
montato e insolente, crede di sapere tutto e si
atteggia a grande artista, mentre invece dovrebbe abbassare la cresta.
Ho decisamente voglia
di trovare quel coglione di Stewart
Copeland è spaccargli la faccia. Ha suonato di merda e mi ha
fatto fare una
figuraccia di fronte a Mercury, chissà quanto
starà ridendo alle mie spalle
adesso!
Faccio irruzione nella
zona dei nostri camerini, per poi
dirigermi nuovamente in corridoio. Quell’idiota
dev’essere ancora in bagno,
quanto cazzo ci mette a fare la doccia? È uno strazio, ci
rimane almeno un’ora
ogni volta!
Raggiungo i bagni e ne
apro uno a caso, trovandolo vuoto.
Passo al successivo e sto per abbassare la maniglia, quando un suono
raggiunge
le mie orecchie.
Sembrano delle grida,
o meglio, dei mugolii strozzati come
quelli di un animale ferito. Aggrotto la fronte e aguzzo
l’udito: c’è un sottofondo
di acqua corrente, un susseguirsi di colpi secchi e regolari e un basso
ringhio
che compare ogni tanto.
Non so cosa stia
succedendo, ma decido di volerlo scoprire.
Almeno posso distrarmi e non pensare al batterista degenere che milita
nella
mia band.
Raggiungo il bagno da
cui proviene tutto quel fracasso e
abbasso la maniglia, trovando la porta magicamente aperta. La scosto
piano e
sbircio all’interno.
Il vapore acqueo
invade ogni angolo dell’enorme stanza, ma i
miei occhi riescono comunque a scandagliarne l’interno,
fermandosi sul maestoso
box doccia che staziona proprio di fronte a me: pareti in vetro
temperato color
corallo, pavimento nero, piastrelle in marmo leopardato e luci viola
che piano
diventano rosse.
La porta scorrevole
è aperta e lascia intravedere ciò che
sta avvenendo all’interno.
Mentre
l’acqua scorre indisturbata, Brian May dei Queen è
appoggiato con i palmi contro la parete e tiene gli occhi serrati,
mentre i
capelli fradici sono appiccicati alla fronte e alle spalle. Compie un
oscillante
e ostinato movimento avanti e indietro, mentre il batterista degenere
che
milita nella mia band se lo scopa con vigore.
La faccia paonazza e
distorta di Brian May rischia più volte
di andare a sbattere contro le piastrelle, mentre le sue labbra
emettono
lamenti osceni che mi fanno rabbrividire di ribrezzo, il tutto
accompagnato
dalle spinte forti e secche di Stewart e dal suo scombinato ringhiare.
Non riesco
più a guardare, così sbatto la porta e me ne vado
di tutta fretta, tentando di cancellare immediatamente dalla mia
memoria
quell’immagine raccapricciante.
Sono completamente
sotto shock, il che non è certo da me.
Sono un essere integerrimo che non si lascia scalfire da niente e da
nessuno,
ma in questo momento potrei esplodere se non lo dicessi a qualcuno.
Il disgusto serpeggia
dirompente all’interno del mio corpo,
così torno a fiondarmi nei camerini della mia band e per
fortuna trovo Andy
Summers all’interno della sala comune, mentre mangiucchia
delle caramelle
gommose da un sacchetto bianco a righe fucsia.
«Andy!»
esclamo, forse con troppo impeto. Mi ricompongo e mi
piazzo di fronte a lui, che se ne sta seduto composto sul divanetto in
velluto
color vinaccio.
Lui mi rivolge
un’occhiata stralunata, forse non si
aspettava che potessi rivolgergli la parola in un contesto informale
come
questo, ma a me non interessa. Devo dirglielo.
«Il
batterista degenere che milita nella nostra band si sta
scopando Brian May dei Queen nella doccia da almeno
un’ora» dico con calma,
mantenendo un tono di voce basso e un modo di fare misurato.
«Questo lo rende
ancora più stronzo e indegno di far parte di questo
progetto.»
Mi rendo conto che ho
appena chiamato i Police la nostra
band, ma per
il momento preferisco illudere il chitarrista di esserne parte
integrante, ho bisogno che mi aiuti a cacciare Copeland. Questa volta
ha
superato il limite, si è mischiato con il nemico!
Andy mi fissa confuso,
poi pesca un’altra caramella a forma
di delfino dal sacchetto e se la infila in bocca, prendendo a
succhiarla piano.
«Mmh» bofonchia.
«Ascoltami
bene! Dobbiamo cacciarlo dalla band, questo è un
oltraggio!» replicò con veemenza, strappando il
sacchetto delle mani del
chitarrista e gettandolo alle mie spalle.
Il contenuto si
sparpaglia sul pavimento e negli occhi di
Andy passa una scintilla di rabbia. Il chitarrista si mette in piedi e
mi fronteggia
con fare impettito, poi si lascia sfuggire un sorrisetto e scuote il
capo.
«Vuoi un consiglio, Gordon?»
Detesto quando mi
chiama con il mio nome di battesimo, ma
non ribatto e aspetto che prosegua.
«Fatti i
cazzi tuoi e lascia perdere Stewart» dice, per poi
chinarsi a raccogliere, a una a una, tutte le caramelle che ho lanciato
poco
prima.
Poi esce dalla stanza
e mi lascia solo con la mia rabbia.
Devo pensare bene a
come comportarmi e a come agire, ma adesso
sono troppo incazzato per riflettere lucidamente.
Mi prendo la testa tra
le mani e sbuffo dal naso,
lasciandomi cadere sul divano.
Oggi è
veramente una giornata di merda.
[Brian]
Sdraiato sul letto
matrimoniale accanto a Roger, ripenso a
ieri sera. Il concerto è stato grandioso, ma questa
è una delle poche certezze
che mi rimangono, dato che ho dei vuoti di memoria incredibili. Non so
spiegarmi perché, ma suppongo di aver alzato un
po’ il gomito.
Mi metto su un lato e
sento un dolore diffuso ai muscoli
delle gambe e delle braccia. Osservo Roger che sfoglia con estremo
interesse
una rivista di automobili ed emette grugniti d’approvazione
quando vede qualche
gioiellino di suo gusto.
«Rog?»
lo chiamo, sfiorando con le dita il suo braccio nudo.
Lui si riscuote e
distoglie lo sguardo dal giornale che
stringe tra le mani, lanciandomi un’occhiataccia.
«Che c’è?»
«Non ricordo
niente di ieri sera» borbotto.
«Sai almeno
che abbiamo suonato? Te la sei cavata bene,
anche se eri stravolto!» commenta il biondo, mettendo su un
sorrisetto
enigmatico.
«Il concerto
lo ricordo, ma per il resto…»
Il batterista getta la
rivista sul comodino e si stiracchia
sotto i miei occhi affamati, poi annuncia: «Nel dubbio, vado
a fare una
doccia».
Doccia.
Questa parola suona
come uno strano campanello d’allarme
nella mia mente, ma non riesco a capirne il motivo.
«Perché mi fa male tutto?
Non è che ieri ti sei approfittato di me perché
ero ubriaco?» insisto,
massaggiandomi distrattamente la coscia destra.
Roger mi scruta
attentamente e sbuffa. «Non eri certo in
condizioni di combinare qualcosa, Bri.» Si alza e si avvia
con passo spedito
verso il bagno.
Doccia. Roger sta andando
a fare una doccia.
Sospiro pesantemente e
mi massaggio le tempie, tentando di
ricordare qualcosa. Forse ho esagerato con l’alcol ieri, non
avrei dovuto bere
così tanto.
«Sai una
cosa?» grida Roger dall’altra stanza.
«Ieri per
caso Fred ha incrociato Sting. Dovevi vedere che occhiate di fuoco si
sono
scambiati!» racconta in tono divertito.
Sting. Altro campanello
d’allarme.
Improvvisamente
ricordo che in effetti i Police dovevano
aprire per noi ieri, insieme ad altre band. Immagino che Freddie non
sia stato
assolutamente contento di vedere il suo rivale, anche se io ancora non
ho
capito perché quei due si detestino tanto. Sono entrambi
molto bravi,
carismatici e capaci di coinvolgere il pubblico. Certo, ammetto che
Freddie
secondo me è decisamente più riconoscibile e meno
anonimo, ma anche Sting ha
una voce molto particolare e potente. E
poi quei ragazzi suonano bene, niente da eccepire.
«Cosa si
sono detti?» chiedo di rimando, sdraiandomi a
pancia in su e intrecciando a fatica le braccia dietro la nuca. Sembra
quasi
che qualcuno mi abbia preso a colpi, è veramente stranissimo.
«Niente. Non
si sono mai scambiati una sola parola, eppure
si odiano!»
Roger si affaccia
nuovamente in camera e mi lancia un bacio
veloce, poi si chiude la porta a distanza e io rimango immobile per un
po’.
C’è
qualcosa che non quadra, devo capire di cosa si tratta.
Nella mia mente si fa
strada un’immagine, irrompe prepotente
e rende i miei ricordi un po’ più chiari. Scatto a
sedere, ma subito mi sfugge
un lamento per via dei muscoli che tirano neanche avessi corso una
maratona di
cinquanta chilometri.
Sbuffo e mi alzo con
calma, con in mente delle piastrelle
leopardate e il mio corpo avvolto da una luce strana, di un colore che
è un
misto tra viola e rosso.
Doccia.
È una
doccia, ieri devo essermi fatto una doccia. Forse nel
luogo del concerto il bagno aveva delle piastrelle simili e delle luci
soffuse.
Eppure… ma certo!
«Roggie!»
Spalanco la porta del bagno e trovo Roger che sta
entrando nella vasca, scavalcando cautamente il bordo.
«C’eri anche tu ieri con
me!»
Lui aggrotta la fronte
e mi lancia un’occhiata stranita.
«Vediamo un po’: suoniamo nella stessa band,
condividiamo la camera da letto,
siamo amanti… cosa c’è di strabiliante
nel fatto che ieri fossi con te?»
Avanzo verso di lui e
lo afferro per le spalle, scuotendolo
con forza. «Appunto! Ho capito cosa è successo: mi
sono ricordato di essere
stato in una doccia con le piastrelle leopardate
e…»
«Leopardate?»
Annuisco con forza.
«E tu eri con me! Questo spiegherebbe
anche i dolori ai muscoli, sicuramente ce la siamo spassata
là dentro!» Sorrido
speranzoso e lo fisso. «È andata così,
vero?» chiedo infine.
Sulla sua faccia
è dipinta un’espressione confusa. «Tu
sei
fuori di testa!» Si ritrae dalla mia presa e apre i
rubinetti, lottando per
regolare l’acqua alla temperatura giusta.
Indietreggio per non
essere bagnato e scuoto il capo. «Dai,
dimmi la verità! So che ti piace prendermi per il culo e
farmi penare quando
bevo troppo e non mi ricordo le cose, ma stavolta stai
esagerando!»
Il biondo sbuffa
sonoramente e si punta le mani sui fianchi
stretti, sporgendosi un poco in avanti per potermi osservare meglio.
«Senti,
Brian, io e te ieri non abbiamo scopato e non abbiamo fatto la doccia
insieme.
Okay? Cazzo, queste sono le uniche certezze che ho, mi ricorderei se io
e te
avessimo fatto sesso!»
Indietreggio e mi
porto una mano tra i capelli. «Ma io
ricordo che ero in quella doccia con te…»
«Sei fuori
strada! Te lo sei sognato!» taglia corto, per poi
voltarmi le spalle e tirare la tenda per poter finalmente cominciare a
fare la
doccia.
Esco dal bagno a testa
bassa, sconsolato. Insomma, com’è possibile
che mi sia inventato tutto? Avrò anche la memoria
annebbiata, ma sono sicuro di
essere entrato in quella doccia con Roger!
Altrimenti non saprei
come spiegare i dolori ai muscoli e le
fugaci e sfocate immagini di noi due all’interno del box.
Più ci penso e più i
dettagli diventano chiari, ma forse è solo la mia mente che
si sta convincendo
di qualcosa che non è effettivamente successo.
A volte mi capita di
sognare qualcosa e di confonderla con
la realtà. Un giorno ho sognato che Freddie aveva tagliato i
capelli a zero;
quando l’ho visto in sala prove, sono rimasto scioccato e gli
ho chiesto se
avesse cambiato idea e da dove avesse pescato una parrucca tanto simile
ai suoi
veri capelli.
Ovviamente lui e Roger
mi hanno preso in giro per almeno un mese,
e ancora oggi ogni tanto riportano fuori questa cosa quando vogliono
rompermi
le scatole. Per fortuna nella band c’è John, lui
che non si comporta da infame
e non infierisce sulle difficoltà altrui.
Mi butto nuovamente
sul letto e fisso il soffitto con la
confusione ad attanagliarmi nuovamente i pensieri. Questa storia
è
preoccupante, devo seriamente darmi una regolata con l’alcol.
Non avere il controllo
dei miei ricordi e delle mie azioni
può essere anche divertente ogni tanto, ma stavolta mi sa
che ho superato il
limite.
Eppure ne sono certo:
io e Roger eravamo in una doccia dalle
piastrelle leopardate ieri sera. Sono sicuro che lui si sia messo
d’accordo con
Freddie per tenermi nascosta la verità, quei due si
coalizzano sempre contro di
me, trovano esilarante vedermi dare di matto quando qualcosa non
è esattamente
sotto il mio totale controllo.
Sospiro e mi metto su
un fianco, chiudendo gli occhi. Forse
se provo a dormire ancora un po’, i pensieri mi si
schiariranno.
Doccia.
Sting.
Police.
Doccia.
Affondo la faccia sul
cuscino e sospiro. Sono stanco morto,
ho soltanto bisogno di riposare.
Al mio risveglio i
ricordi saranno limpidi come un laghetto
di montagna.
☺
☺
☺
Cari lettori, eccoci
al secondo capitolo di questa cosa
demente XD
Mi sono divertita a
scrivere sia la parte di Sting che
inorridisce di fronte alla scoperta di Brian e Stewart in atteggiamenti
intimi,
sia a descrivere il caro chitarrista dei Queen in preda alla confusione
più
totale!
E adesso cosa
succederà?
Beh, che ve ne pare?
Io sono profondamente divertita da
tutto ciò! :P
Per caratterizzare
Sting ho preso un po’ spunto da ciò che
mi ha raccontato Soul nel leggere la biografia di Stewart Copeland e da
altre
notizie sparse che ho saputo su di lui; ho cercato di fare un lavoro
molto
ironico, come per tutti i personaggi, ma logicamente non conosco
nessuno di
loro e non so come siano in realtà! Ditemi solo se secondo
voi sono credibili o
meno :D
Anche per quanto
riguarda Andy Summers ho cercato di
attingere da ciò che so, per quanto sia poco, spero vi sia
piaciuta la sua
comparsa mentre mangiava le caramelle e Sting gli spiattellava
ciò che aveva
appena visto!
Per quanto riguarda i
Queen, devo ringraziare infinitamente
tutte le fantastiche autrici che scrivono su di loro nel fandom
efpiano, perché
altrimenti con Brian e Freddie specialmente non saprei dove mettere le
mani,
sono due personaggi abbastanza enigmatici per me! ^^”
Non mi resta che
ringraziare chiunque mi stia seguendo e
darvi appuntamento al prossimo capitolo ♥
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