dentro

di fame
(/viewuser.php?uid=1097051)

Disclaimer: questo testo è proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Mi guardano di traverso,
sotto queste nuvole
che nessuno vuole,
che rendono più pesante
questa mole.

Passo tra uno e tra l'altro,
ma non vedo luce,
e nemmeno loro!
Vedo quello che c'è dentro:
la gioia di una vita passata,
che la colpa l'ha schiacciata .

Continuo a camminare,
ma tutto è ordinato
dal successo del peccato.
Qualcuno cammina più veloce:
sembra quasi disperato.

In un bar, file di umani
davanti ai banconi,
afferrano il bicchiere tra le mani,
di roba che non bevono
nemmeno i cani.
E rimuginano tutti i loro piani.
Il barista continua a colmare
quel loro vuoto esteriore;
che dentro da calore,
alla loro stessa lacuna interiore.

E quelle povere madri,
che i loro figli, troppo
amati, sono ladri;
che poveri, sono andati fuori,
e le fanno sentire ora i dolori.
E piangono, tremano,
e nessuna luce hanno.
Consunte dalla rabbia
e dalla noia,
aspettano tutto il dì
dinanzi alla soglia.
Ma appaiono calme,
e forse così, inconsapevoli,
apettano le loro stesse salme.

L'impassibile viso dei passanti,
che nasconde i loro pianti,
ma piangono dentro
sorrisi smaglianti.
Quasi sembra tutta pronta,
a saltare,
questa normalità
apatica;
la nota tipica
di questa stupida mimica.

Ma tutto non appare:
forse solo veri sono
la Terra ed il mare.

E delle cose che stanno care,
tendiamo ad annullare
tutto il loro rumore,
ed allora il bello sparisce,
e pure la più vera passione
s'appresta alla disumana perdizione!
E così tutto cambia e peggiora
e più vuoi e più ne vuoi ancora.




Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3873156