L'ultimo viaggio

di RoseRouge
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Ma dove sei, dove sei…
Questo sentiero nel bosco sembra non finire più.
Sole caldo, profumo di erba bagnata e di fiori che non so riconoscere.
Intanto cammino.
Un passo dopo l’altro, senza fermarmi mai.
Ti troverò, come ti trovavo sempre quando giocavamo a nascondino nei nostri pomeriggi estivi, ricordi?
Potevo contare fino a cento o mille, ma non c’era luogo in cui non riuscissi a scovarti… e allora tu correvi verso casa più forte che potevi, con la tua camicia bianca gonfia di vento e la tua risata allegra.
Ridevamo insieme.
Nelle tasche, i biscotti alla cannella sbriciolati e la fionda.
In quel lago abbiamo imparato a nuotare. È dove mi hai salvata la prima volta.
 
 
Aspettami, sto arrivando.
Tanto lo so che sei lì, in cima alla collina che custodisce i nostri segreti di bambini.
Lassù abbiamo fatto il primo duello con la spada che ti aveva regalato mio padre. È dove ti ho ferito la prima volta.
 
È dove tu, invece, hai iniziato a volermi bene.
 
Mi dolgo, amor mio, mi dolgo di non averti saputo riconoscere già allora.
Di non aver capito chi fossi tu per me.
Di averti rubato il cuore senza darti il mio.
Di essere stata tua soltanto adesso.
Sto venendo da te che sei sdraiato su quel letto di fiori con questo peso immane nel cuore.
 
 
Dormi?
Mi stendo accanto a te, sotto il castagno che non lascia quasi passare la luce del sole.
Trovo la tua mano, ho bisogno di toccarti e sapere che ci sei.
Che mi stavi aspettando.
 
Le tue dita mi accarezzano piano.
Non ci diciamo niente, guardiamo solo il cielo sopra di noi.
 
Sono stanca, tanto stanca…
Chiudo gli occhi, voglio riposare.
 
Ho sognato che César moriva su un ponte di Parigi e io camminavo tutta la notte sotto la pioggia pensando a te.
Ho sognato di andare sotto la Bastiglia con i miei soldati.
Poi cadevo, ferita al petto.
 
Sarà per questo che sento il cuore scoppiare e il respiro farsi sempre più pesante.
Continuate a sparare, continuate a sparare…
A chi lo sto dicendo?
Nelle orecchie il rumore assordante dei cannoni.
 
Tu mi stringi al petto, con occhi tristi.
“Adesso sentirai male, Oscar… ma durerà poco”.
Oh, la tua voce… Pensavo che non l’avrei più sentita.
Sì, fa male, fa male… è un dolore atroce. Ma se lo hai sopportato tu, posso farlo anche io.
Ti ho macchiato la camicia con il mio sangue e tu continui a guardarmi per infondermi coraggio, mentre io mi aggrappo a te.
Non respiro non respiro non respiro, non riesco a…
Ti prego, prendimi la mano, André.
Non mi lasciare, stringimi, stringimi forte, tienimi con te.
Aiutami a raggiungerti.
 
Mi sorridi adesso
Come quando ci siamo amati
Se potessi darti un ultimo bacio
Se potessi dirti ancora che ti amo
Sono pronta, non ho più paura
Tendimi la mano e portami dove sei tu.




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