CHIAMAMI COL TUO NOME: QUEL CHE RESTA DI NOI

di Eliver93
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CAPITOLO DUE

“IL TEMPO”

 

 

ELIO

Come vola il tempo, Oliver. Ormai è passato un mese da quando te ne sei andato. Ma non dimentico. Non c’è un singolo giorno in cui non penso a te, a quello che abbiamo vissuto, all’estate; tutto è così vivido nella mia mente. Ma ho paura. Cosa ne sarà dei miei ricordi vividi, quando saranno passati due mesi, quattro mesi, cinque mesi, un anno, cinque anni: saranno ancora così vividi come ora? Non voglio dimenticarti, non voglio dimenticare il suono della tua voce, non voglio dovermi sforzare per avere una visione del tuo viso. Non voglio che sia tutto offuscato, quando ti penso. Però ti prometto che farò di tutto affinché non accada, escogiterò delle tecniche, scriverò tutto su carta, come sto già facendo, ogni dettaglio, anche il più insignificante, pur di non dimenticare. Sei il primo uomo di cui io mi sia mai innamorato. Non posso dimenticarti.

Il clima è ancora clemente, ci concede ancora qualche giornata calda, e io ne approfitto per indossare la tua camicia azzurra svolazzante. Non riesco a farne a meno. Potrei indossarla anche in inverno, non mi interessa del freddo. Il tuo ricordo, su quella camicia, sarà sufficiente a scaldarmi e a non farmi battere i denti.

A pranzo abbiamo parlato di te, quest’oggi. Di quanto amavi congedarti con quel Dopo!, che tanto mi irritava. Oh, Oliver, sapessi quanto vorrei sentirtelo dire ancora e ancora e ancora; perché ogni volta che lo dicevi, sapevo che prima o poi ti avrei rivisto di nuovo.

Dimmi, sei felice? Dopo un mese sei riuscito a scrollare via quel senso di tristezza e di malinconia che si ha quando hai perso qualcuno? Io non sono felice. Credo che non lo sarò mai più, non riesco ad immaginare felicità più grande di quella che ho avuto con te. O magari sono ancora troppo giovane per capire cosa sia la felicità nella vita.

Ricordi quando eravamo sdraiati su quella collinetta, poco prima del nostro primo bacio? Ti dissi che adoravo tutto quello, e tu capisti immediatamente che parlavo di noi due, perché anche tu provavi la stessa cosa. Baciarti è stato come riemergere da acque profonde e gelide, cercando di respirare nonostante il cuore sembrava quasi perdere dei battiti e fermarsi per l’eternità. Vedi? Funziona! Ricordare mi aiuta a non dimenticare, perciò ricorderò sempre, ogni giorno. Non smetterò di pensare a te. Non lo farò neanche mentre dormo, farò di tutto per sognarti ogni notte. Forzerò la mia mente.

Oggi, in questa domenica assolata, sono sul nostro balcone, quello che comunicava fra le nostre stanze. Non dimenticherò mai quando hai messo la tua mano sopra la mia, felice che avessi accettato di raggiungerti a mezzanotte; felice di sapere che ero pronto a crescere.

Ricordo che dopo aver letto quel biglietto, non facevo altro che controllare l’ora, e capire quanto tempo mancasse ancora alla mezzanotte. Quel giorno, per me, il tempo diventò quasi un’ossessione.  

Oh, Oliver, come vola il tempo. Se solo avessi saputo quanto può passare velocemente.

 

 

 





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