La
luce delle stelle illumina d'un pallido bagliore argenteo la stanza
della Kame House.
Muten,
con uno sforzo supremo, solleva il torso e osserva il cielo, simile
ad un velo di seta blu, nel quale sono intessute le stelle.
In
quel momento esse sembrano brillare d'un fulgore possente, che nulla
potrà mai soverchiare...
Ma
lui, il vecchio guerriero, sa.
Sa
che manca poco.
L'alba,
ormai, è vicina.
Presto
quelle stelle così sfolgoranti moriranno.
Come
lui, inerme dinanzi al suo male, malgrado la sua enorme forza di
guerriero, esse non possono nulla dinanzi al fulgore dorato del
sole.
Tossisce
sangue ed, estenuato, si riappoggia sul letto. Ormai di lui, il
leggendario Muten Roshi, non resta altro che un corpo scheletrico e
sofferente, consumato da un male incurabile...
-Ne
è passato di tempo...- pensa chiudendo gli occhi, liberi dai
soliti occhiali da sole. Il tempo della sua celebrità e della
sua forza è un ricordo lontano, che sembra quasi perdersi
nelle nebbie del mito...
Come
le stelle da tempo dimenticate, anche lui è destinato a morire
solo, lontano dai suoi affetti?
E,
malgrado non lo voglia ammettere, ha paura.
Improvvisamente,
sente una mano posarsi sulla sua.
-Goku...-sussurra
sorpreso, vedendo la figura alta e slanciata del saiyan comparire
dinanzi a lui, grazie alla tecnica del teletrasporto.. Non è
possibile...
Come
mai il suo vecchio allievo è presso il suo letto?
E
non è solo...
Accanto
a lui riconosce Krilin, Yamcha, Tenshinhan, Jaozi, Giuma...
Non
è possibile...
Malgrado
la malattia, la sua mente è ancora lucida...
Perché
i suoi allievi più cari sono tutti lì, accanto al letto
di un vecchio da troppo tempo inutile?
Fa
per parlare, ma Goku, con un gesto affettuoso, gli sfiora la testa
calva.
-Non
potevamo lasciarti morire da solo, dopo quello che hai fatto per
noi... Tu per noi sei stato un maestro e... un padre.-risponde il
saiyan con voce calma, seppur triste.
Gli
altri guerrieri, seriamente, annuiscono.
Il
vecchio guerriero sorride e alcune lacrime sgorgano dai suoi occhi
neri, accarezzando il suo volto rugoso e scarnito.
Non
è solo, malgrado la perdita della sua amata tartaruga.
I
suoi allievi non si sono dimenticati di lui e gli serbano ancora
rispetto, malgrado la sua stella si sia spenta da tempo, nella più
cupa indifferenza.
-Grazie...
Grazie di tutto cari ragazzi... Ora posso morire in pace....
Addio...- mormora con voce flebile e, lentamente, il suo respiro si
spegne per sempre.
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