Salve a tutti! Chiedo
immensamente
perdono per il ritardo con cui pubblico, ma a causa di problemi famigliari
di forza maggiore, davvero non ho trovato tempo per pubblicare prima,
mancando all'appuntamento settimanale. Sono davvero K.O ^^'. Quindi,
per fortuna vostra, ho ben poco da dire e, per quanto non sia
l'apoteosi del romanticismo, spero che appreziate lo sforzo per aver
tentato di scrivere un capitolo che si avvicina almeno vagamente al
romanticismo :-P
L'immagine alla fine del
capitolo
è stata ritoccata con Paint, ma non ho avuto tempo per
accostare le immagini in modo migliore, dando più senso di
omogeneità e meno l'idea di due immagini differenti messe
una a fianco dell'altra ^^'. L'immagine di Michiru l'ho tratta dalla
serie "Intimiste" di Mario Yamada (la sua Opera per eccellenza, quella
che racconta i missing moments della puntata "Le due guerriere", dal
punto di vista di Michiru ;-) ).
Ringrazio come sempre
tutti i
lettori e i recensori, ma anche chi l'ha inserita tra le preferite, le
seguite o le ricordate.
15.
Il
mese successivo Haruka continuò a vedere Michiru, ma
inizialmente
aveva altri problemi per la testa che quelli di riappacificarsi con
la "collega" Neptuno! Il fatto era che appena tornava a
casa le faceva male non trovare i messaggi in segretria pieni di
allegria o di sfoghi per una giornata andata storta di Mizuki. Erano
state insieme dieci anni, lei si era comportata nel peggiore dei modi
con la sua donna ed ora quella stessa donna le mancava molto.
Perciò
almeno una volta ogni due giorni chiamava Mizuki o le inviava delle
e-mail chiedendo sue notizie. Aveva la scusa dei vestiti da portare
via ed era una scusa più che plausibile per poterla vedere
ancora,
parlare e chiarirsi di nuovo. Spiegarle almeno che lei non era una
semplice pilota, ma che era anche una guerriera Sailor, una di quelle
che molti anni addietro salvarono la Terra da mille pericoli e che
solo ora si rendeva conto di essere stata stupida per non essersi
fidarta abbastanza di lei e di non averglielo detto prima. Voleva
dirle che provava ancora dei sentimenti sicuri che la legavano a lei
e avrebbe anche voluto dirle che non era sua intenzione ferirla.
Nonostante ciò Mizuki non era in nessun modo reperibile e
Haruka si
sentiva stordita e confusa come un leone che addormentato nella
savana si era appena risvegliato nella gabbia di un circo.
Pensò più
volte di appostarsi davanti alla casa di Mizuki pur di poter svuotare il
sacco e dirle tutto quello che non era riuscita a dirle prima per
delle stupide paure che non avevan ragion di esistere, ma non lo
fece mai. Non sarebbe stato da lei arrivare a tanto. Per tre
settimane continuò così, correndo sempre al
telefono sperando che fosse
Mizuki che chiamava per un chiarimento, ma quello non accadeva mai.
Passate le prime settimane di stordimento per la brusca rottura della
sua importante storia con la giornalista riuscì a staccare
la mente
da lei e piano riprese il ritmo quotidiano di sempre confidando che
prima o poi Mizuki si sarebbe fatta sentire.
Nella
speranza di poter risentire presto Mizuki riprese a dare a Michiru
uno spazio maggiore nella sua vita. In fin dei conti era proprio per
aver scelto di continuare a vedere la violinista se la sua relazione
si era appena conclusa. Haruka e Michiru iniziarono così ad
andare a cena,
al cinema, la invitò più volte a casa sua, a
uscire per prendere un
caffè o un thè, ma senza mai sbilanciarsi in
grandi gesti carini.
In fin dei conti perchè doveva? Era Michiru ad aver
principalmente
sbagliato con lei ed era sempre stata lei a cercarcarla insistendo
per tornare insieme, quindi era Michiru a doverle dimostrare che ci
teneva davvero. E la donna dai capelli acquamarina non la deluse.
Quando
Haruka chiamò Michiru per la prima volta da quando era
tornata
single, le telefonò senza argomenti di cui parlare. Il che non
sarebbe
stato strano dal momento che fino ad allora aveva sempre rimandato le
chiacchierate per le uscite, ma era il suo tono privo di enfasi ad
aver spinto la violinista a chiederle se stesse andando tutto bene.
Fu così che scoprì della rottura con Mizuki e di
come però per il
momento non lo sapesse ancora nessun'altro. Pertanto alla prima
uscita che fecero dopo che Mizuki lasciò Haruka, Michiru,
che si
sentì in parte in colpa per quello che era accaduto,
tentò di farsi
perdonare con un dono molto particolare. Erano in un ristorante dove
venivano cucinati piatti di pesce che gli avevano fatto conquistare
più
volte il titolo di migliore ristorante della zona. Alla fine del
pranzo Michiru le disse: -Haruka, mi spiace molto per come sia finita
con Mizuki...- Haruka però sembrava abbastanza scettica a
quelle
parole e tutto sommato era anche comprensibile. Così
precisò meglio
il suo pensiero: -Sì, mi spiace davvero per il modo in cui
ti ha
lasciata e mi spiace per te. In realtà sarei una bugiarda
patentata
se cercassi di dirti che dispiace a me personalmente. Però,
appunto,
mi spiace per quello e di esserne in parte la causa. Poi tu mi hai
fatto tanta tenerezza quando me ne hai parlato l'altra settimana al
telefono che non so...- prese la borsa, aprì una piccola
tasca
interna e ne estrasse qualcosa. Haruka era finalmente incuriosita da
quello che le doveva ancora dire la sua controparte. -Sono passata
vicino ad un negozio che è vicino a casa mia. Vende
principalmente
CD, ma anche diversi gadget e accessori particolari e... E' solo un
pensiero...- Poi aggiunse mormorando -E' per scusarmi visto che
è
stata colpa mia- le allungò il pacchetto. Guardò
le mani da
pianista di Haruka scartare il suo regalo con la curiosità
di una
bambina. Tirò fuori l'oggetto dalla scatoletta e si mise a
ridere.
Lo girò contenta fra le mani per guardarlo da entrambi i
lati e poi
aprì il taschino per constatarne la capienza. -Mi sono
ricordata che
l'altra volta ti eri lamentata del tuo portafoglio troppo grande e
scomodo quando vuoi uscire per fare solo dei giri in moto.
Perciò ho
pensato che questo, molto pratico, potesse esserti più
comodo. Ti
piace?
-Molto,
grazie...- e fece per darle un'occhiata veloce, ma incontrando i suoi
occhi, fermò lo sguardo su di lei, immergendosi quasi in
quel blu
profondo. Lasciò sul tavolo il portafoglio in pelle vera con
l'immagine stampata al centro dei due tori rossi pronti a colpirsi con le corna e
titubante allungò una mano verso il suo viso. La
sfiorò appena con
le dita, indugiò, ma notando che Michiru inclinò
leggermente la
testa di lato per assaporare quel contatto, provò ad
azzardare un
contatto meno sfuggevole. Arrivò in quel momento un
cameriere che
appoggiò un piattino con sopra il conto, facendole ritrarre
la mano
in fretta. -Bene... ehm... Grazie per il pensiero, ora possiamo
andare...- I pensieri tanto per cambiare furono uno l'opposto
dell'altro. Michiru se la stava prendendo con quel cameriere: "L'avrà
visto che non era desiderata una sua qualunque intromissione!".
Haruka invece si stava già pentendo del suo gesto: "Che
assurdità sono giù di morale perchè
Mizuki mi ha lasciata due
settimane fa e se non fosse arrivato quel ragazzo mi sarei persa in
gesti assurdi con lei... Sfoggerò al cameriere uno dei miei
più
cordiali sorrisi sperando che capisca la mia riconoscenza"
pensò accenando un mezzo sorriso. Uscirono senza incontrare
il giovane.
Circa
due settimane dopo, ancora a passeggio con Michiru, dopo essere
entrate in circa tre o quattro negozi di vestiti, Haruka la stava
rimproverando: -Uffa, quante volte ti devo dire che non è
prudente
quello che stai facendo? Diamo troppo nell'occhio, non possiamo
andare in giro di nuovo insieme così, come se niente fosse.
Non ho
nessuna intenzione di finire in uno di quei stupidi giornaletti da
ragazze o su tutti i quotidiani per la mia vita privata!
-Sì,
come se il mondo girasse tutto intorno a noi!- disse Michiru
leggermente stanca di quel brontolare per tre vestiti. -Eppure non ti
sei mai lamentata tutte le altre volte che siamo uscite insieme senza
andare per negozi.
-Erano
luoghi aperti e più affollati dove la gente non bada agli
altri.
Senza contare che comunque io sono già finita in una di
quelle
frivole riviste per donne.
-In
un rettangolino di poco conto.
-Come
fai a saperlo?- Haruka era stupita. Impossibile che Michiru avesse
comprato una rivista di gossip solo per leggere della rottura della
sua relazione con Mizuki quando le aveva già raccontato
tutto lei,
unica fonte attendibile.
-Qualche
volta dalla parrucchiera ho sfogliato anche io quelle riviste e la
vita sentimentale degli sportivi interessa ben poco. Come quella dei
musicisti.- Ridacchiò ripensando a quante volte in passato
ci era
finita pure lei per dei reali o presunti flirt.
-Aspetta,
aspetta- le disse quasi subito dopo il team principal, senza
rispondere alla frase di Michiru. Nella vetrina di un negozio vide un
bell' Mp3 all'apparenza facile da utilizzare e ad un prezzo
rapportato. -Entriamo un attimo qui.
-Non
vorrai finire nuovamente in uno stupido giornaletto per ragazze?-
chiese sarcastica Michiru.
-Ah-ah,
spiritosa- finse di ridere Haruka. -Comunque hai ragione, ci
tornerò
domani.
-Qualcosa
che ti piace?- affiancandosi a lei per vedere cosa aveva catturato la
sua attenzione.
-Quell'Mp3-
rispose l'altra sorridendo e indicandoglielo con un dito.
Michiru
lo guardò e poco dopo reagì con entusiasmo: -Oh,
che carino...
Quasi, quasi lo prendo io!
-Eh,
no! L'ho visto prima io- protestò Haruka.
-Ah,
già! E io e te non possiamo avere due cose uguali...
Pazienza, nella
vita conta agire.- così dicendo entrò. Haruka
rimase fuori non
sapendo se fosse il caso di entrare o meno. Non dovevano soffermarsi
troppo in luoghi come i negozi, prima o poi qualcuno le avrebbe
notate e avrebbe messo la loro foto sulle riviste o su internet. Alla
fine però si decise a seguirla. Entrando andò a
vedere quel Mp3 che
le piaceva tanto, in apparenza facile per lei che, senza sapere come,
in passato aveva già mandato in tilt altri due Ipod. Persa
nelle
valutazioni degli oggetti in vendita non si accorse che qualcuno
stava già servendo Michiru. -L'hai già preso?- le
chiese stupita
quando la raggiunse al bancone.
-Sì.
-Che
velocità!- Haruka guardò il ragazzo che stava
velocemente
incartando il prodotto in un pacchetto regalo. Doveva avere circa
trent'anni, era di bell'aspetto e o aveva riconosciuto Michiru o era
comunque rimasto incantato dalla sua bellezza, visto come era
servizievole. Le dava fin sui nervi quello sguardo seduttore che il
tipo sembrava lanciare alla violinista ogni dieci secondi. -Ecco
fatto, il prezzo è quello che le ho detto prima, ma per lei
le
faccio lo sconto del cinque per cento.
-Davvero?
Oh, grazie, molto gentile.- rispose Michiru ammiccando prima di
prendere il portafogli.
-Se
il regalo non andasse bene o qualcos'altro, io sono sempre qua a sua
disposizione- le disse il giovane poi consegnandole il sacchetto,
sfoggiando un ampio sorriso e facendole l'occhiolino. Com'era
spudorato nel provarci con lei!
Uscite
Haruka le chiese: -Come mai ti sei fatta fare un pacchetto regalo?
-E'
un regalo per Elza-. Ad Haruka scappò un verso di
disappunto.
Michiru sorrise e si fermò, guardando Haruka con quel suo
sorriso
tenero. Com'era bella. -Haruka... Scherzavo, questo è per
te! Non è
una sorpresa, ma pur sempre un regalo.
Haruka
rimase interdetta. -Per me? Ma perchè?- chiese con la mano
sospesa a
pochi centimetri di distanza dalla busta, ancora indecisa se
accettare o meno.
-Così...
Non deve per forza esserci una ricorrenza speciale per fare un regalo
ad una persona a cui si tiene davvero...
-Tu
ci tieni a me?
-Mi
sembra che te lo stia dimostrando e sono disposta a continuare
finchè
non lo capirai da te.- Le brillavano gli occhi per l'emozione. Haruka
sentì forte la necessità di baciarla, ci
pensò pochi secondi e poi
avvicinò il suo viso a quello di Michiru, cogliendola di
sorpresa
con il suo bacio. Un bacio sulla guancia, cordiale e non sfuggevole,
con le sue labbra a contatto con la pelle liscia della violinista.
Invece di essere il classico bacio che dura come il battito delle
ciglia, quello durò un poco di più e Michiru
arrossì. -Grazie, lo
accetto volentieri- le disse poi Haruka con una voce calda, forse
sciolta dal calore di un flebile sentimento che nascondeva una
sensazione di desiderio. Scartò il regalo ed ebbe di fronte
a lei un
bellissimo Mp3 blu. -Ha detto che c'erano bianco, nero, grigio,
rosso, blu e rosa. Non ho avuto dubbi su quale colore scartare e
quale scegliere all'istante- le spiegò Michiru con una voce
allegra
e ancora stupita al tempo stesso. Uno stupore che era quasi uno
"stordimento" positivo causato da quel bacio inaspettato.
In realtà non è che il bacio in sè
significasse molto, ma era il
modo in cui l'aveva ricevuto e le sensazioni scaturite nel sentire
nuovamente le labbra di Haruka su di se', anche se per pochissimi
secondi.
-Grazie
tante anche se non dovevi.
-Non
dovevo, ma volevo.- rispose Michiru lasciando l'altra un
po' spiazzata. A volte brevi frasi potevano dire molto più di
un gran
discorso.
Quando
Haruka tornò a casa con il suo nuovo regalo pensò
di dover
ricambiare la cortesia. Cosa poteva fare lei per Michiru? In fin dei
conti l'altra in un mese le aveva già fatto due regali molto
graditi, quindi era carino ricambiare. Pensò a cosa potesse
interessare alla donna. Le corse atletiche le piacevano, ma con Elza
sicuramente ne aveva viste ed anche più belle di quelle che
stava
preparando Tokyo per la città e provincia. Biglietti gratis
in prima
fila per tutte le competizioni atletiche olimpiche! No, non poteva
farsi battere così miseramente da Elza anche nei regali.
Pensò
allora di invitarla ad una gara di Fomula uno, ma le sembrava un'idea
infantile quasi come a voler palesare la sua eterna competizione con
Elza. Senza contare che a Michiru piacevano le corse della Formula 1,
ma non da impazzire. "Che posso fare? Cosa posso fare per
lei?" Riflettè a lungo prima che le venisse in
mente
un'idea brillante: il teatro! Come aveva potuto non pensarci prima?
Sia lei che Michiru amavano il teatro. Il giorno dopo avrebbe dovuto
soltanto andare al Nuovo Teatro Nazionale e trovare uno spettacolo
interessante. Possibilmente uno spettacolo di prosa o un concerto.
Così fece, andò a teatro, consultò i
programmi del mese e non ebbe
dubbi su cosa scegliere: bunraku*.
Era un lunedì e sebbene la
programmazione fosse per quello stesso venerdì per fortuna
trovò
due degli ultimi biglietti in vendita. Purtroppo avendoli presi
all'ultimo momento erano laterali e a quanto pareva dovevano dividere
il posto con altre tre persone, ma la vista almeno era buona. L'idea
di condividere lo spalto con altre persone, che avrebbero potuto
riconoscerle senza grosse difficolta, tentò Haruka a disdire
tutto,
ma poi ci ripensò. Lo spettacolo la interessava molto e la
voglia di
tornare a teatro con Michiru come ai vecchi tempi pure.
Perciò
contenta e soddisfatta di sé stessa e della sua bella idea
telefonò
subito a Michiru con l'intenzione di invitarla per il giorno stesso.
Realizzò solo in quel momento quanto trovasse bello stare in
sua
compagnia. Si impose di pensare che fino a quel giovedì
l'avrebbe
frequentata tranquillamente senza preoccuparsi troppo del fatto che
forse avrebbe fatto meglio a tenere a freno quei sentimenti che
ancora portavano la sua mente a quel periodo per lei negativo a causa
di Michiru. La invitò per una cena in un famoso ristorante
di cucina
occidentale, ma Michiru declinò l'invito poichè
per la sera era già
stata invitata a casa di Minako che appena le fu possibile
approfittò
della sua permanenza più lunga del solito in Giappone per
potersi
rivedere.
Erano
passati quasi due mesi da quando Michiru si era ristabilita a Tokyo,
quindi tornò a conoscere la sua città natale come
le sue tasche. In
dieci minuti arrivò puntuale davanti al bar indicatole da
Haruka.
Aspettò la solita ritardataria, finchè una voce
allegra,
accompagnata da due mani che le coprirono gli occhi, le chiese: -Chi
è?
Rise
in modo composto: -Eheheh, Haruka!
-Non
è divertente quando si viene scoperti così
facilmente! - disse
l'altra divertita. -Hai visto? Sono stata puntuale!
-Sono
le quattro e cinque, caspita!!- Esclamò stupita dopo aver
guardato
l'orologio, -Considerando i tuoi ritardi di almeno dieci minuti,
sì!
Sei stata puntualissima!
-Appunto!
Cosa ti dicevo?- risero insieme, poi decisero di entrare. Presero
posto ad un tavolo e ordinarono due thè caldi. Poco dopo, al
primo
momento di silenzio che si creò fra le due, Haruka prese la
parola
per andare su un discorso che gli era venuto in mente nel tragitto
per raggiungere Michiru: -Sai, sono andata a prendere due biglietti
per uno spettacolo a teatro molto interessante. Uno è per
una donna
che ho conosciuto tre mesi fa e che da quando non sto più
con Mizuki
mi fa un filo incredibile!!
-Ah-
Michiru rimase un attimo interdetta. -E come mai non me ne hai mai
parlato prima?
-Beh,
perchè... E' una mia fan che ho conosciuto via Internet e
che non ho
ancora visto dal vivo. Però è molto carina e
intelligente;
femminile, anche se meno di te; provocante...- disse con tono
interessato e divertito guardando la violinista.
"Ti
manca solo la bava Haruka e sei uguale a certi uomini sfacciati che
incontro per strada!" pensò
quell'ultima guardandola piuttosto contrariata. -Non ti facevo una
persona da social.
-Non
sono iscritta con il mio vero nome.- tentando di essere naturale alla
frase di Michiru che la prese alla sprovvista.
-E
quello sarebbe un sito di che cosa?- Non ce la vedeva né su
social
come Facebook, né in siti di incontri. Haruka era troppo
riservata
per iscriversi, sotto falso nome, in uno di quei siti studiati per
farsi tutti gli affari di tutti. Per quanto riguardava i siti di
incontro... Le sarebbe bastato uscire di casa per tornare a fare
strage di cuori.
-Uno
di Formula Uno.
Michiru
restò perplessa. Haruka lavorava nella Formula Uno che
interesse
aveva a scambiare opinioni con dei fan che sicuramente ne sapevano
meno di lei? Pose la domanda alla bionda che stavolta fu pronta a
risponderle: -Un team principal si interessa anche di sapere cosa
pensano i fan della sua squadra o dei suoi piloti. Solo gli sciocchi
vanno avanti a fare di testa propria senza ascoltare anche i consigli
degli altri.
-E,
tra tanti uomini, hai conosciuto anche questa donna?
-Sono
poche, spesso se ne intendono meno degli uomini, ma ci sono anche
delle donne appassionate di corse. Io e Minako non siamo due donne?
Eppure guarda in che mondo prettamente maschile che abbiamo fatto
carriera!- Aveva ragione.-Così, insomma ho
conosciuto questa
ragazza- tornò sul discorso di partenza -e dopo un po' che
abbiamo
cominciato a sentirci in privato abbiamo deciso di incontrarci ora ed
io ho pensato di portarla a teatro!- Al di là del suo essere
contrariata Michiru non diede altri segni. "Ma come, non sei
minimamente gelosa o invidiosa?" Haruka ci restò
quasi
male.
Prima
di parlare Michiru invidiò quella donna che sarebbe andata a
teatro
con Haruka. -Bene... mi fa piacere...- Non era sicura di essere
riuscita a nascondere del tutto la gelosia che stava provando.
-Tutto
qua? Non ti da fastidio il fatto che io mi veda con un'altra?- chiese
a quel punto la bionda celando l'irritazione.
-Non
sono nessuno per impedirtelo.
-Ma
sei la donna che più di tutti mi vuole! O così
è ciò che mi hai
fatto intendere.
Michiru
arrossì lievemente. Haruka non era sua e lei non aveva alcun
diritto
per ingelosirsi e fu proprio questa la risposta che diede ad Haruka.
La delusione del team pricipal crebbe sempre di più, fino a
diventare palese poco prima che si lasciassero. Michiru non era
sicura del perchè Haruka nel giro di breve tempo
cambiò così
drasticamente d'umore. Immaginava che fosse perchè lei non
aveva
mostrato molto interesse alla cosa, ma non voleva peccare di
presunzione, dirlgielo e forse rovinare l'incontro. Così per
due ore
e mezza non disse nulla. Quando stavano per lasciarsi però
non ce la
fece più a tenere tutto dentro e le chiese: -Devi proprio
vederti
con quella donna?
-Sì,
perchè?- le rispose brusca l'altra che non sorrise una volta
dopo
quel suo bluff che la portò a risultati del tutto opposti a
quelli
sperati. Temeva di aver sbagliato a dare quella seconda
possibilità
a Michiru. Se la violinista infatti non aveva dato il benchè
minimo
segno di gelosia o irritazione forse voleva dire che non era
realmente interessata a lei. Per Michiru quindi lei era solo un
capriccio? O un altro sentimento abbagliante del quale si sarebbe
pentita qualche anno dopo come era successo con l'americana? Aveva
forse perso Mizuki
per una donna che al primo ostacolo per riaverla stava già
facendo i calcoli per tornare con Elza, oppure dalla sua atleta sarebbe
tornata dopo essersi pentita di essere ritornata con lei?
-No
così... E' solo che...- lasciò la frase sospesa
nel vuoto a lungo,
mentre l'altra la guardava interrogativa. Poi finalmente si decise a
parlare: -E' solo che... Non vorrei che tu andassi con lei.
Perchè,
so di non averne alcun diritto perchè non sono nessuno per
te se non
una ex che si è pentita, ma... Il fatto è che
sono gelosa. Sono
gelosa e m'infastidisce il fatto che tu mentre ti vedi con me esci
con un'altra e lei dai tanta importanza da portarla a teatro
già dal
primo incontro!-. Ora che l'aveva detto si sentiva meglio.
Haruka
la guardò e le chiese se diceva sul serio. Lei si
limitò ad
annuire: -Beh, allora in tal caso...- disse finalmente sorridendo
-Credo proprio che posso disdire il mio fantomatico incontro con una
fan che esisteva solo nella mia testa per farti ingelosire!
-Prego?-
domandò la violinista incredula.
-Ecco,
io ho finto solo per vedere se ci tenevi a me!
-Dici
sul serio? - L'altra annuì beatamente. -E ora che l'hai
sentito cosa
pensi di aver ottenuto?- domandò incrociando le braccia.
-Te
l'ho detto: era solo una sorta di gioco per capire quanto ci tenevi a
me.
-Tu
sei davvero... Io sono davvero senza parole.- Michiru era in evidente
imbarazzo mentre cercava le parole giuste per esprimersi nel modo
più
diplomatico possibile. -Non ti sarebbe bastato chiedere e basta?
-Avanti,
se ti conosco almeno un poco, non mi avresti mai risposto.
-Invece
avvalerti di questi stupidi giochetti subdoli e tenermi il broncio
per tutta la giornata ti sembra una cosa corretta? Complimenti.-
terminò con tono amareggiato – Molto coerente
Haruka... Molto...-
Haruka l'aveva fatta rodere dalla gelosia, costringendola fin a
dirglielo per nulla, visto che l'altra donna non esisteva. Il fatto
di essere stata presa in giro dall'altra senza una reale motivazione
la fece innervosire non poco! Non ne capiva il senso, visto tutto
quello che stava facendo per farle capire quanto tenesse a lei. Anche
se i gesti non fossero bastati poteva comunque sempre chiederle quanto
tenesse a lei invece di estorcerle quella confessione con quella
tattica così desolante. Lei non si era mai permessa di
ricorrere a
quegli stupidi strategemmi con Haruka per capire se
stesse uscendo con lei per distrarsi o perchè davvero era
riuscita
a farle riaffiorare gli stessi sentimenti che stava riscoprendo anche
lei a distanza di anni. Non c'era nulla di sicuro in quello che stava
accadendo in quel periodo fra loro, ma se avesse voluto affrettare i
tempi avrebbe affrontato il discorso in modo serio e ragionevole.
Senza quei giochini da quindicenne!
Così
fu Michiru mettere giù il broncio e solo dopo cinque minuti
Haruka
capì che faceva sul serio. S'irritò un po'
perchè le sembrava
esagerato arrabbiarsi tanto per una cosa di quel tipo. Ebbero una
piccola discussione al termine della quale Michiru le disse: -Bene,
se non hai altro da aggiungere io andrei pure in casa visto che
fra... poco più di un'ora devo andare da Mina che
dista a venti
minuti da qui!
-Giusto
una persona con il cuore puro come lei può stimarti ancora
dopo
tanto tempo!- Haruka si pentì subito delle sue parole! Disse
ciò
che aveva sempre detto per tutti quegli anni, solo che ora entrambe
si stavano impegnado per vedere se potevano ricostruire di nuovo
qualcosa insieme e la frase detta non giocava a favore di un
riavvicinamento da parte della violinista che di passi avanti per
andarle incontro ne aveva fatti tanti. Accidenti alla sua
impulsività
che le faceva quasi sempre dire tutto quello che la rabbia del
momento le dettava, ma che a mente lucida non pensava davvero!
Michiru a quelle parole, prima sbattè le palpebre un paio di
volte e
poi le sbattè letteralmente il portone del palazzo in
faccia.
Haruka... Com'è che prima andavano sempre d'amore e
d'accordo e
invece ora finivano sempre per litigare almeno una volta anche per
delle sciocchezze? Non ricordava di averla mai trovata irritante da
giovane. Anche quando a volte metteva le macchine davanti a lei, in
realtà aveva finito con l'appassionarsi pure lei alle gare
di Formula Uno.
Ora invece non era la prima volta che la innerovisa fino a quel
punto. Mise giù il cappotto e si preparò per la
serata a casa di
Minako. Per la prima volta si domandò se stesse facendo la
cosa
giusta. Stava per mettere a repentaglio la sua storia con Elza per
una giusta causa? Quanto ciò di quello che ricordava di
Haruka era
vero e quanto invece l'avevano idealizzata i suoi ricordi? Anche Elza
dopo vent'anni senza vedersi era cambiata, ma in lei erano stati
tutti cambiamenti positivi, chi diceva che lo stesso valesse per
Haruka? Valeva davvero la pena perdere Elza per l'ex pilota?
Intato
Haruka ancora fuori si diede della stupida, aveva quarantasei anni
e, per quanto a volte si sforzasse di pensare prima di parlare, quel
lato del suo carattere avrebbe sempre fatto parte di lei.
Pensò come
fare per rimediare: non voleva rovinare di nuovo tutto per colpa
della sua stupida impulsività che troppe volte aveva
già messo a
dura prova la notevole pazienza della violinista. Pensò a
come farsi
aprire quel portone, quando guardando i cognomi sul campanello
trovò
quello di un medico che, come previsto, fece scattare l'apertura del
portone. Quello era l'edificio dove Michiru abitava alle medie,
quindi probabilmente l'appartamento era lo stesso, perciò
Haruka vi
entrò a passo deciso. Quando ebbe superato l'atrio una voce
maschile
giunse alle sue spalle: -Ha bisogno di qualcosa?
Haruka
si voltò e vide un uomo sui sessantacinque anni che dalla
portineria faceva da guardia a chi entrava e usciva dal palazzo.
Aveva scordato del portinaio! Si avvicinò così al
bancone e gli
disse: -Devo andare a trovare Kaioh.
-E
lei sarebbe?
-Haruka
Tenoh.
-Kaioh
è una violinista famosa in tutto il mondo ha delle prove di
non
essere solo un suo fan?
L'unica
volta che le avrebbe fatto comodo essere riconosciuta come la famosa
pilota di Formula Uno, ex della violinista, era incappata in uno dei
pochi uomini non interessati alle auto. Le stava tornando il nervoso,
ma stavolta fu più furba ed evitò di dire
ciò che stava pensando e
di mandare a quel paese quel vecchio rintronato!
Pensò di
giocarsi invece la carta della simpatia. -Avanti, signor Iwano**, non
mi riconosce? Sono Tenoh!
L'uomo,
sentendosi chiamare per nome, la guardò bene, ma senza
metterla
a fuoco. A quel punto Haruka gli ricordò le circostanze in
cui si
videro la prima volta e di tutte le successive volte che
andò a
trovare Michiru, alcune fermandosi pure a dormire a casa della
ragazza. Fu in quel momento che l'uomo ricordò del ragazzo
(che poi
scoprì essere una ragazza) che ad un certo punto della vita
della
talentuosa Kaioh iniziò a frequentare sempre più
assiduamente il
palazzo. Erano anni che non la vedeva più, ma d'altronde
anche
Kaioh passava molto raramente da quelle parti da quando si era
trasferita prima nel centro di Tokyo e poi
in America! Dopo un breve scambio di battute di circostanza in cui il
signor Iwano tentò di carpire qualche veloce notizia sulla
vita
della donna, Haruka ebbe finalmente il permesso di salire.
Arrivò
in fretta alla porta con la targhetta color oro su cui era
inciso “Kaioh”. Fin il suo cognome era bellissimo e
da persona
altolocata.
Qualcuno
suonò al campanello. Michiru mise giù il profumo
e si diresse
all'ingresso domandandosi chi potesse essere a quell'ora.
Domandò
chi fosse e non capì come Haruka fosse entrata. -Che ci fai
tu qui?-
la sua voce stupita nascondeva il lieve nervoso che sentiva dentro al
ricordo delle parole che il team principal le aveva detto dieci
minuti prima.
-Ho
pensato che sono stata troppo impulsiva e ti chiedo scusa.
-Non
so come tu abbia fatto ad entrare, ma non m'interessano le tue scuse.
Con te è sempre così, si deve incassare e
accettare le tue scuse
perchè non sei capace di contare fino a dieci prima di dire
o fare
qualcosa.
-Hai
ragione, sono una testa di cavolo, ma...- tirò fuori i due
biglietti
del teatro dalla tasca interna della sua giacca in pelle -E' vero che
ho preso due biglietti per "Kanadehon Chushingura"***,
ma sono per noi due e sarei immensamente grata se tu accettassi il
tuo biglietto per farmi perdonare!!- Era impossibile tenere il
broncio con Haruka quando la guardava con quegli occhi un po' da
bambina. Accettò ed insistette per pagarlo, ma Haruka le
ripetè che
era un regalo: -Adesso non vorrai fare una lite per pagare, vero? E
poi, mi offendo se insisti ancora un po'- Risero insieme e poi
nonostante il ripetuto invito Haruka se ne andò
poichè Michiru era
impegnata e sarebbe dovuta partire circa venti minuti dopo.
Mentre
era in auto Michiru sorrise pensando ad Haruka. Su certe cose non
sarebbe mia cambiata, nel bene e nel male. Sarebbe sempre stata
un'impulsiva, per quanto adesso fosse più controllata, ma
spesso
aveva di quelle espressioni così innocenti che era
impossibile
resisterle. Durante tutto il tragitto i suoi pensieri passarono veloci
da Haruka ad Elza. Da quanto le due donne si somigliassero
più di
quanto immaginassero. Forse se lei non fosse stata da sempre
l'oggetto di contesa sarebbero anche potute essere amiche, ne era
sicura! Per fortuna però la rivalità nello sport
e in amore aveva
impedito alle due di legare. Non sarebbe stato facile gestire una
situazione del genere quando erano giovani, figurarsi a quantasei anni
passati! Una
situazione in cui se Haruka l'avesse ripresa sarebbe tornata con
l'amica della ex, che era già stata anche lei una sua ex. Si
fermò
a ripensare alla frase, cercando di formularla meglio, ma la
situazione sarebbe stata così paradossale che fin a parole
sarebbe
stata difficile da spiegare! La constatazione la fece divertire
mentalmente. Per fortuna la realtà era diversa, ma solo di
poco meno
complicata. Era davvero legata ad Elza, non avrebbe mai voluto farle
del male e non le piaceva rivivere quella situazione di dubbi e
insicurezze già sperimentate ai tempi di Helena. La cosa che
poi
piano piano stava iniziando a farla stare peggio era il paragone con
quell'esperienza passata: a ventotto anni era stato il caso a
portarla a conoscere Helena e Nick ai quali inizialmente si era
avvicinata in modo molto innocente, ma stavolta era stata lei ad
avvicinarsi a Tenoh e con il chiaro intento di riconquistarla.
L'arrivo
alla villa di Minako pose fine abbastanza in fretta al suo esame di
coscienza. Era parecchio amica di Mina, ma non così tanto da
confidarsi con lei. Se la donna avesse saputo da Haruka, sua amica
del cuore, quello che stava accadendo in quel periodo, sicuramente lo
avrebbe capito perchè per la guerriera
dell'amore non c'erano discorsi più interessanti della
passione per
lo shopping e per le auto... e ovviamente dell'amore!
* * *
Quando
vide Michiru già nello spalto che le dava le spalle, rimase
a bocca
aperta. Da quanto tempo non andava al teatro con una donna
così
bella? Certo Mizuki era davvero molto carina, sempre più che
ben vestita e
più che presentabile, ma Michiru sempre femminile oltre modo
era un vero
schianto! Era avvolta in un vestito dello stesso blu scuro dei suoi
occhi, le spalle scoperte, la schiena ampiamente. Dei guanti le
arrivavano a circa metà dell'avambraccio.
-Ehm-ehm,
disturbo?- si annunciò.
-Oh,
ciao Haruka!- disse l'altra voltandosi e lasciandole vedere
così la
parte davanti di quel bellissimo vestito di velluto. "Eh
già,
come immaginavo. Davanti c'è molto più tessuto
che dietro"
pensò leggermente delusa vedendo il piccolo scollo a V che
in linea
con i gusti della violinista lasciava tutto all'immaginazione. -Non
sono ancora arrivati i nostri vicini?- domandò mentre si
avvicinò a
lei.
-No,
ma è meglio così. Almeno ci siamo prese i posti
davanti- disse
l'altra ridacchiando. -Stai benissimo comunque.
-Beh,
grazie, ma alla fine è il solito frack. Non sono certo varia
come
te nel vestiario per le sere importanti.
-Il
blu scuro è il colore che ti sta meglio...- disse Michiru
sedendosi.
-A
te invece sta bene qualsiasi colore!!- le rispose senza riflettere
Haruka prima di arrossire.
-Beh...-
indugiò Michiru visibilmente contenta del complimento
inaspettato
-Ti ringrazio per l'apprezzamento.- Haruka si sedette al suo fianco,
si sorrisero timide e poi ognuna lesse il volantino dello spettacolo.
Poco
dopo le luci si spensero e il sipario si alzò. Finalmente
Michiru si
decise ad interrompere quel silenzio. Era una serata così
bella era
un peccato sprecarla in timidezze adolescienziali. -Le altre persone
non sono arrivate- bisbigliò ad Haruka.
-Come?
Michiru
si fece più vicina al suo orecchio e riformulò la
frase: -Sembra
che siamo sole, questo potrebbe voler dire molte cose...- lasciando
la frase volutamente in sospeso. Haruka la guardò stupita. "Cos'è?
Una provocazione?". Michiru ridacchiò e le disse
con tono
malizioso: -A che stai pensando? Io intendevo dire che si potrebbero
pensare a molti motivi per i quali non sono ancora arrivati gli altri.
-Ehm!
Ma certo!- le rispose la bionda ricomponendosi. Che stupida! Fin da
adolescente tutte le volte che Michiru faceva così riusciva
sempre a
metterla in imbarazzo per niente! Erano passati tanti anni da allora,
Michiru non era cambiata affatto sotto quel punto di vista, ma lei
non era più abituata alle sue frasi dal tono volutamente
ambiguo e
già stava si stava chiedendo se davvero Michiru stava
pensando a quello che
stava pensando lei! Scosse leggermente la testa sorridendo: in fin
dei conti quello era uno dei lati che quando stavano insieme aveva
sempre preferito di più di Michiru. Decise dunque di
prestare
attenzione al palcoscenico quando rimase catturata dall'espressione
di Michiru totalmente concentrata sullo spettacolo. "Com'è
possibile che qualsiasi cosa faccia, anche la più normale,
non
riesco a non esserne attratta?". Dopo nemmeno due minuti che
stava guardando la rappresentazione a Michiru parve di vedere Haruka
un po' troppo girata di lato con la testa per guardare verso il
palcoscenico. Si girò lentamente dalla sua parte. A quel
punto si
guardarono, ma Haruka non distolse gli occhi da Michiru che non si
ritrasse. Al contrario, dopo un po' che rimasero a guardarsi,
provò
ad avvicinarsi con il viso alla bionda che dal canto suo dischiuse le
labbra. Haruka sentiva il proprio respiro farsi più pesante,
socchiuse gli occhi... ma quando le labbra di Michiru sfiorarono le
sue, la porta del loro spalto si aprì. Si ritrassero subito
entrambe e Haruka si spostò con la sedia, prendendo le
distanze dalla
violinista. Per tutto il tempo non si rivolsero più la
parola.
Entrambe le volte in cui il sipario calò per le due pause
previste,
Haruka uscì subito dalla stanza. Lo fece per evitare che gli
altri
le riconoscessero, ma lo fece anche per evitare di dover parlare o
dare spiegazioni a Michiru. Lo stesso accadde per la fine dello
spettacolo, che fu davvero bello, perciò si prese tre minuti
di
applausi, ma Haruka si dileguò abbastanza rapidamente. Dopo
un primo
momento in cui si trovò spaesata, Michiru provò a
ragionare con la
testa del team principal e non ebbe difficoltà a trovarla
fuori dal
teatro, a qualche metro di distanza dall'edificio e insieme
raggiunsero il parcheggio poco lontano. Non parlarono per tutto il
tragitto e raggiunta l'auto di Michiru rimasero a guardare ovunque
tranne che loro. Ancora una volta fu Michiru a vedersi costretta a
interrompere quel silenzio imbarazzante. -Senti, Haruka... Per quello
che è successo prima non vorrei che tu pensassi...
-No,
non dire nulla. Non è successo quello che stava per
accadere. Non
c'è bisogno di spiegazioni o altro.
Michiru
non capì perfettamente cosa intendesse dire Haruka. Per lei
si
trattava di un'azione azzardata o completamente sbagliata?
-Ascolta...
-Shhh-
disse con un'espressione molto seria e scuotendo leggermente la testa
per negare a parole e gesti la parola all'altra. -Per favore. E'
stata l'atmosfera a indurci in un simile atteggiamento e l'arrivo di
quei ritardatari ad evitare di fare qualsiasi altra cosa.- Michiru
capì che non c'era alcuna possibilità di indagare
oltre. Quella era
la versione dei fatti nuda e cruda, non erano ben accette confessioni
dei sentimenti, dei pensieri o delle sensazioni provate.
Cercò così
di sembrare sicura e distaccata anche lei, perciò si
limitò a dire
solo l'ultima cosa di tutto ciò che in realtà era
intenzionata a
dire: -Ti ringrazio tanto per la serata.
-E'
stato un piacere.
Poi
i pensieri di Michiru si trasformarono in parole, prima ancora che
realizzasse ciò che stava facendo: -Posso invitarti a
prendere un
drink a casa mia?- si guardarono stupite, Michiru più di
Haruka, che
vedendo l'espressione della violinista capì subito. Michiru
la
conosceva estremamente bene, ma anche a lei bastava uno sguardo per
capire tante cose della donna. Avrebbe voluto accettare, fingere che
non
fosse successo nulla nello spalto, ma trovandosi ancora da sola con
Michiru, così bella quella sera e con quanto avvenuto,
temeva di non
essere in grado di controllarsi. Non poteva permettersi sciocchezze o
gesti avventati e quando c'era Michiru nei dintorni era difficile per
lei ragionare. "Meglio non rischiare. Rovinerei tutto se
finissi per passare la notte a casa sua per poi dirle alla fine: no,
ho capito che non siamo fatte per stare insieme."
Così le
rispose: -No, stanotte non ho dormito molto e ora sono un po'stanca,
finirei per addormentarmi strada facendo e tu non vuoi che io muoia,
vero?
-Ci
mancherebbe! Va bene, allora niente- disse Michiru cercando di
nascondere la delusione. Sperava tanto che accettasse. Era un po'
azzardata come richiesta visto quello che era successo, ma visto che
ormai l'aveva posta, le sarebbe molto piaciuto poter godere ancora
della compagnia di Haruka e il suo invito non aveva altri scopi,
anche se sapeva che la natura di Haruka avrebbe portato quest'ultima
almeno solo a pensare un finale più piccante. Ma se l'altra
avesse
cercato di trasformare quei suoi pensieri in fatti non glielo avrebbe
permesso. Haruka era, ora ne stava acquisendo certezza, l'amore della
sua vita, ma questo non voleva dire che non avrebbe risposto delle
sue azioni se la serata fosse andata ben oltre l'invito per bere
qualcosa in compagnia. In ogni caso il problema non si poneva
più,
tanto Haruka ormai aveva declinato l'invito. -Ciao.
-Ciao-
e così dicendo Haruka fece dietro front per tornare a casa.
Si girò
due volte a vedere se Michiru la stava guardando e trovandola
entrambe le volte ancora di fianco all'automobile a guardarla
sorridendo, l'ultima volta la salutò nuovamente con un
inchino e
camminando lentamente all'indietro. Cinque minuti dopo era sulla
strada di ritorno a piedi. La sua casa si trovava ad un
quarto d'ora dal teatro, quindi per quella volta rinunciò
alla
macchina e alla moto. La moto non era adatta per andarci vestiti
eleganti; l'auto era troppo bella per lasciarla in un parcheggio
pubblico incustodita per più di due ore e godersi lo
spettacolo
tranquillamente come se niente fosse. Persa in quelle considerazioni
si spaventò quando il clacson di una macchina dietro lei
suonò.
Haruka si voltò. Michiru procedendo molto lentamente con
l'autovettura, chinò il capo per salutarla. Non le
offrì un
passaggio solo perchè aveva capito che la situazione quella
sera si
era fatta troppo delicata per ritrovarsi completamente sole quella
sera.
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*bunraku:
una delle quattro forme del teatro classico giapponese che consiste
nella rappresentazione teatrale di marionette.
**Per
tutti gli
esperti di giapponese: il cognome Iwa-
(roccia)
-no
(piana),
come
tutti i nomi scelti lungo la storia, non ha in realtà alcuna
attinenza con il carattere del personaggio o con la trama.
***Kanadehon
Chushingura.
Famosissimo
dramma storico del 1748, tutt'oggi parte fondamentale del repertorio
di bunraku (marionette) e di kabuki (attori). Per tutte le informazioni
potete sempre consultare Wikipedia; se invece desiderate informazioni
più spicce sulla trama vi rimando a questa pagina:
https://www.nipponica.it/it/eventi-2016/908-dentro-teatro-giapponese
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