Le maschere dei 60

di harm
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Alto sul metro e  90, moro, occhi di un verde amaro al limone, Lorenzo non passava di certo inosservato per le strade. Quelle pagliuzze dorate lanciavano lampi quando era in torto o aveva idee geniali, ma si spegnevano ogni volta che si convinceva di non potercela fare. Nell'ultimo periodo quasi sempre. Di bell'aspetto, sicuramente non da divo  del cinema, ma nemmeno da fantasma trasparente. La popolazione femminile lo notava eccome, era lui che nn amava essere notato. Lorenzo il 70% delle volte ricorda una donna in crisi cn il mondo di sabato sera col pigiama e la cioccolata e alla TV un dramma-romantico . Una tragedia. Era un comunissimo uomo di 32 anni che dopo aver subito una grave batosta dalla donna con cui aveva deciso di procreare altri piccoli lorenzini, era diventato lo spettro di sé stesso. Insicuro, riservato, molto ma molto riservato. Flavio amico da tempi immemori aveva visto l'appassirsi dell'amico, quindi da buon marpione aveva deciso di promuverlo a sua insuputa come lo scapolone d'oro, unica pecca, Lorenzo aveva deciso di chiudersi in casa come una suora in clausura. Il mai una gioia aveva bussato alle loro porte. L'unica speranza per Flavio in una situazione simile era la sua nemesi, Gina, sua sorella. Con Gina come spalla Lorenzo avrebbe iniziato a cantare le lodi in aramaico, a sbronzarsi come un sedicenne e a raccontare tutti i suoi drammi dopo il sesto boccale. Cosa migliore da proporre non poteva esserci. Flavio aveva deciso, si azionava il piano.




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