Les mots que nous ne nous disons pas

di Zomi
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Zoro era un lupo solitario.
Prediligeva il silenzio e la quieta al caos che accompagnava ogni passo della ciurma e, in particolar modo, il suo Capitano.
Ma non disegnava comunque la loro compagnia, partecipando alle bizzarre gare di Usopp e Rufy, o limitandosi a vegliare su di loro all’ombra dell’albero con l’altalena del ponte.
Come in quel giorno di sole e caldo estivo nel mare aperto.
Era addossato pigramente alla parete esterna del castello di poppa, occhiando tra un sonnellino e l’altro, Rufy, Chopper e Usopp giocattolare con gli ultimi gadget di Franky, limitando le esplosione a una sola parte del ponte erboso.
Seppur rilassato e in pace, teneva i sensi all’erta, per intervenire in caso di pericolo, non negandosi però di sonnecchiare qualche minuto di tanto in tanto.
Forse aveva approfittato proprio di uno di quei piccoli riposini.
Forse l’aveva atteso per tutta la giornata, ben nascosta dietro al suo finto crogiolarsi al sole.
Forse aveva abbassato troppo l’attenzione.
Forse aveva creduto che Rufy e i gadget di Franky fossero più pericolosi di lei.
Ingenuo!
Aveva chiuso l’occhio buono per pochi attimi, ne era sicuro!, deliziandosi del calore della giornata di sole per poi saltare sull’attenti al brivido freddo che gli aveva attraversato la pelle del braccio, abbandonato indifeso al suo fianco.
-Che diamin… NAMI!!!-
La risata della cartografa era scappata cristallina sul castello di poppa, divertita dalla sua ultima bricconata ai suoi danni.
-Razza di mocciosa- tornò a sedersi, occhiando distrattamente all’oggetto che gli aveva regalato un così gelato risveglio.
Una bottiglia ghiacciata di birra, ondeggiava pigramente al suo fianco, rovesciata a terra quasi certamente dal suo brusco risveglio.
La studiò attento, prima di prenderla in mano, ancora fredda, e riportarsi seduto.
Una birra ghiacciata.
Per lui.
Da bere sotto al sole di quella bella giornata.
Proprio uno stupido scherzo.
-Ragazzina- sospirò impacciato, alzandosi.
-Robin tieni d’occhio tu Rufy?- si avviò verso la cucina.
L’archeologa annuì con sorriso sornione, non alzano gli occhi dalla sua lettura ma richiamandolo divertita.
-E tu?- si limitò a chiedere.
-Utepils- si grattò la nuca verde, non lasciando la presa sulla bottiglia di birra -In due è meglio-
Robin non chiese a chi era destinata l’altra birra che Zoro stava andando a recuperare.
Lo sapeva già.
 

 
Utepils, stare all’aperto in una giornata di sole, bevendo una birra.
(Norvegese)




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