II
Tutto quello
che facciamo è pensare ai sentimenti che nascondiamo.
Dentro
la
locanda il clima era quasi afoso, dopo il sesto giro di sakè
e birra la
temperatura sembrava essersi drasticamente alzata. Naruto si era
così tolto la
giacca arancione, restando solo con la scura maglia retata, e aveva gli
zigomi
di un rosso accesso che accentuavano l’azzurro chiaro degli
occhi lucidi dall’alcool.
“Basta
con
la birra” propose Sakura portandogli via la bottiglia.
Non che
lei
fosse sobria, erano tutti brilli in quella piccola stanzina riservata.
“Ma
come?
Dai, Sakura-chaan, ridammela!” si lagnò fastidioso
allungandosi sulla ragazza
per riprendersi la bottiglia.
“Mai!”
sfidò quella e, con un sorriso furbo a illuminare gli occhi
verdi, passò
l’oggetto in questione a Sasuke che lo alzò con
l’unico braccio.
“Sasuke!”
strepitò sconvolto di essere stato tradito anche
dall’altro compagno di team. Tentò
di raggiungerlo per riprendersi la sua dannata e meritatissima birra ma
quello,
con un odioso sorrisetto di superiorità la passò
a Kakashi che la prese al
volo.
“La
tenga
al sicuro, sensei” lo spronò.
“Sarà
molto
al sicuro” assicurò e prima che Naruto potesse
raggiungerlo avvolse il collo
con le labbra e inghiottì tutto il suo contenuto rimasto in
un ultimo sorso. Il
Jinchuurike lo guardò inorridito mentre vedeva il suo
agognato alcool sparire
nello stomaco del maestro.
“Sensei!”
farfugliò incredulo mentre gli veniva finalmente passata la
bottiglia.
Vuota.
“Interessante
gioco di squadra” commentò Sai facendo scoppiare a
ridere Yamato.
Anche
Obito
rise divertito da quella scena e Naruto si imbronciò nel
sentire quell’ilarità
a sue spese.
“Me
ne vado
a ordinare un’altra!” garantì con
orgoglio e, traballante, si alzò per
raggiungere la prima cameriera disponibile. Obito lo
controllò andare via.
Se non
fosse stato per Hinata, anche lei invitata da Sakura per quella piccola
festicciola in onore del ritorno di Sasuke, si sarebbe sentito a
disagio. Del
resto lui non aveva nulla a che fare con il Team 7, eppure Kakashi
aveva
insistito lo stesso perché venisse. Tutto sommato gli era
grato, Naruto e
Sakura da ubriachi erano una visione esilarante.
“Dovremmo
fermarlo” considerò distratta Sai, con
l’espressione di chi spera tutto il
contrario. “Sta bevendo troppo”.
Tornando
con lo sguardo alla compagnia, Obito si rese conto che Sasuke lo stava
fissando
attento, con la stessa luce ironica della sera prima, come se lo
volesse
prendere in giro. Cercò di fare finta di niente e prese un
sorso di sakè. A
differenza del resto della comitiva, lui non si sentiva per nulla
brillo.
“Dovrebbe
prendere un po’ della resistenza da Obito” disse
appunto Kakashi.
“No,
dovrebbe bere di meno e basta” decretò Sakura.
“La resistenza ce l’ha, il
problema è che l’ha superata da un
pezzo”.
“Vado
a
fermarlo?” propose Hinata gentile.
La
fidanzata le rivolse un sorriso adorante e fece un gesto di sufficienza
con la
mano.
“Nah,
al
massimo gli ruberemo anche questa”.
“Attenta
a
non esagerare anche tu” la riprese Yamato serio.
“Lascia
stare, Tenzo,” intervenne Kakashi rilassato, “ormai
abbiamo tutti il cervello
un po’ annebbiato. Be’, tranne i nostri
Uchiha”.
“Siete
voi
a essere mezze calzette” replicò Obito, ma il suo
commento si perse con il
ritorno di Naruto e la conseguente lotta per la supremazia sulla
bottiglia.
Senza rendersene conto, fu Hinata a trovarsela in mano. Vedendo il modo
in cui
tutti la stavano fissando, come se fosse una preda indifesa,
squittì e non
sapendo che altro fare la gettò fuori dalla finestra. Tutti
si zittirono giusto
per sentire lo schianto sulla strada.
“Non…
Non
l’hai fatto davvero” balbettò Naruto con
gli occhi sbarrati.
Sakura
invece scoppiò a ridere e, in un ubriaco slancio
d’affatto, si stese sull’altra
ragazza.
“Hinata,
ti
amo!” dichiarò prima di baciarla appassionata,
allacciandole le braccia al
collo.
Quell’espediente
sembrò distrarre Naruto dall’omicidio della birra,
che arrossì come un peperone
mentre un lungo fischio di apprezzamento veniva emesso da Kakashi, il
quale
iniziò a battere anche le mani in approvazione. Allo stesso
tempo gli lanciò
un’occhiata maliziosa, come se stesse chiedendo supporto. Ma
Obito si trovò
impacciato.
La
verità
era che doveva ancora abituarsi a quel nuovo Kakashi che sembrava non
avere
nulla a che fare con il Bakakashi
che
conosceva lui. Il ragazzino che conosceva lui non avrebbe mai
applaudito
incoraggiante a un bacio pubblico di quel tenore, anzi avrebbe
sicuramente
elencato sbuffando una lunga serie di leggi shinobi dove un comportamento del
genere era vietato o
biasimato. Senza contare che quel ragazzino non sarebbe mai uscito la
sera,
dopo il suo importantissimo lavoro da Hokage, solo per bere con gli
amici. L’alcool
era uno dei tre divieti Ninja ed era strano che Kakashi si lasciasse
andare
alla goliardia insieme agli altri compagni di team.
Senza
contare tutto il resto, come i ritardi mostruosi con cui faceva
attendere
chiunque (com’era che diceva? Un
ninja
deve essere sempre puntuale) e tutte le piccole leggi
burocratiche che
aggirava con nonchalance solo perché le considerava noiose.
Quello non era
l’Hatake Kakashi che conosceva lui.
A quel
pensiero sospirò, perché in realtà era
certo che nemmeno lui fosse l’Uchiha
Obito che Kakashi cercava con quello sguardo di supporto.
In
quegli
anni a Konoha Obito aveva imparato il sentimento
dell’inadeguatezza. Ogni volta
che qualche vecchio conoscente di infanzia lo fermava per chiacchierare
si
sentiva inadeguato, incapace di riuscire davvero a soddisfare
un’aspettativa.
Lui non era lo stesso di un tempo e per questo si sentiva un impostore.
Quello
che aveva passato, quello che aveva fatto non erano cicatrici visibili
solo sul
suo corpo, ma anche sul suo carattere.
Qualsiasi
cosa cercasse Kakashi ormai non c’era più, non
poteva più essere la stessa
persona di un tempo.
Il dover
comunque tentare di ricambiare quello sguardo, di fare uno sforzo per
il
migliore amico, gli fu risparmiato da un intervento incuriosito di Sai.
“Ma
perché
agli uomini piace così tanto vedere due donne
baciarsi?”
Il suo
tono
quasi ingenuo attirò presto l’attenzione di
Naruto, che con fare fraterno lo
affiancò e avvolse un braccio attorno alle sue spalle.
“È
molto semplice,”
iniziò a parlare con tono da uomo vissuto, “Una
ragazza com’è? Bellissima.
Quindi due ragazze? Bellissime al quadrato. E due ragazze che si
baciano? Il
paradiso sceso in terra!”
Obito
inarcò un sopracciglio e ipotizzò che quel
discorso in realtà lo avesse
ereditato da un certo ninja pervertito.
“Senza
contare quanto è bella Sakura”,
continuò Naruto disinibito dall’alcool,
“e
Hinata ha due wow
enormissime…”
A quel
commento la ragazza presa in causa arrossì violentemente,
arrivando a coprirsi
il volto con le mani per il troppo imbarazzo. Invece Sakura non
apprezzò per
nulla quel commento volgare alla sua
fidanzata, perciò con uno shannaro
strepitato gli si scagliò contro e il pugno lo
colpì violento sulla guancia.
“Naruto!
Stupido pervertito! Come ti permetti!” gridò
mentre continuava a strattonarlo e
colpirlo.
A nulla
valsero i tentativi esalati da Uzumaki per quietarla, né i
“Naruto-kun” di
Hinata che tentava di mitigare le ire funeste della fidanzata.
“Ohi!”
sibilò infastidito Sasuke da quel baccano.
“Rischiate di rompere tutto”.
“Non
crucciarti, Sas’ke-kun” lo rassicurò
Kakashi per nulla allarmato dalla sua
allieva che tentava di uccidere l’altro suo allievo.
“Nel caso paga Yamato”.
Il
Capitano
sussultò e lo guardò con gli occhi sgranati.
“Ma…
Ma…!”
balbettò indignato.
Kakashi
non
gli diede possibilità di continuare e con
solennità gli puntò l’indice contro.
“È
un
ordine del tuo Hokage!” decretò con pomposa
serietà alla quale il povero ninja
non riuscì a ribattere.
L’intera
esilarante scena si completò quando Sai, infastidito che la
sua fonte di
informazioni fosse diventata un sacco da boxe, sbottò:
“Ma cosa sono queste wow enormissime?!”
“Qualcuno
dovrebbe accompagnare Naruto” considerò Yamato, il
portafoglio molto più
leggero dopo che Sakura aveva spaccato a metà un tavolo
scambiandolo per la
testa di Naruto.
“No,
shto
benissimo!” biascicò quello rischiando di
inciampare sul marciapiede. “Devo
sholo conscentrare il schakra shui piedi”.
Il
gruppetto non lo guardò per nulla convinto dal suo tentativo
di fare quanto
detto, soprattutto perché non ne trovarono il senso.
Obito
sospirò. “Lo accompagno io” si
offrì.
Oltre a
essere di strada per il quartiere degli Uchiha, era anche
l’unico sobrio perciò
era meglio che se ne occupasse lui.
Kakashi
annuì impigrito. “Sì, pensateci tu e
Sasuke-kun”.
Provò
un
sottile moto di rabbia all’idea di essere stato subito
associato a Sasuke,
quando avrebbe potuto fare da solo senza averlo tra i piedi.
Fortunatamente, fu
proprio il ragazzo a tirarsene fuori.
“No,
io
accompagno Sakura” disse stupendo tutti, per prima la ragazza.
“O-okay…”
acconsentì confusa, “ma io prima accompagno
Hinata, allungheresti parecchio il
giro”.
“Non
è un
problema” assicurò impassibile. “Devo
parlarti”.
Ora
l’interesse di tutti era molto più palese e,
soprattutto, molto sospettoso.
“Teme!”
berciò infatti Naruto puntandogli l’indice contro.
“Io shono il loro cavasgliere,
she provi qualcosha di loshco poi ti prendo a pusgni!”
Tentò
di
dare maggiore veridicità alle sue parole provando a
colpirlo, ma a Sasuke bastò
spostarsi appena di lato per evitarlo e l’altro, sbilanciato
dall’alcool, cadde
di faccia sulla strada.
“Umpf,”
commentò Sasuke guardandolo dall’alto al basso,
“prima impara a stare in
equilibrio”.
“Possho
batterti quando vosglio!”
“Certo,
certo. Ci vediamo, dobe” lo salutò iniziando a
incamminarsi dietro le due
ragazze e Naruto, vedendolo allontanarsi, si tirò di scatto
su in piedi.
“Non
ho
ancora finito con te, bashtardo!”
Tentò
di
andargli dietro, ma Obito lo bloccò prima che potesse
effettivamente farlo.
“Andiamo
a
casa, su” provò a rabbonirlo, ma Naruto continuava
a dimenarsi e strepitare.
“Shakura
e
Hinata shono la coppia più bella di Konoha! Hai capito, eh,
Sashke? She ti
metti in meszo ti riempio di botte!”
Ma
nessuna
di quelle minacce sembrò scalfire l’altro Uchiha.
A
differenza del quartiere Uchiha, quello degli Hyuga si trovava al
centro di
Konoha e non era circondato da piccole mura. Arrivarono alla casa di
Hinata
senza che se ne accorgesse e quando fu il momento di salutarsi Sakura
stampò un
bacio casto sulle labbra dell’altra, mentre Hinata rivolse
uno sguardo
d’avvertimento a Sasuke. Per un momento gli parve di scorgere
perfino il
byakugan attivato.
“Dovesti
dire alla tua ragazza di stare calma” commentò
infastidito Sasuke quando
ripresero a camminare.
“È
solo un
po’ insicura e quindi gelosa” la difese Sakura.
“Poi sei tu che te ne esci con
richieste assurde. Dovevi parlarmi proprio ora? Non potevi aspettare
domani?”
Non
rispose
nemmeno a quella domanda un poco accusatoria, fecero un pezzo di strada
in
silenzio con solo l’eco dei loro passi nella strada vuota,
finché Sasuke non si
decise a parlare.
“Ti
sei
accorta del modo in cui Obito guarda Naruto?”
In
realtà
era una pura domanda formale, sapeva che doveva averlo notato visto
quanto
fosse intelligente e intuitiva ed era questo il motivo per cui aveva
deciso di
parlarle.
“Solo
Naruto non se n’è accorto” rispose
infatti con un sospiro di chi la sapeva
lunga.
Quella
conferma fece capire a Sasuke che non doveva essere una
novità, ma anzi una
cosa che andava avanti da molto tempo. Rimase in silenzio, cercando di
capire
quale fosse la domanda successiva. Era difficile decidere di prendersi
cura dei
propri compagni di team quando non lo aveva mai fatto davvero, forse
solo un
po’ inconsciamente da bambino.
“Tu
cosa ne
pensi?” chiese alla fine, fiducioso nel giudizio
dell’amica.
Ma lei
lo
sorprese guardandola attenta.
“No,
tu
cosa ne pensi?”
Fece una
smorfia e la guardò confusa. “Io?”
“Sì,
tu”.
Non
c’era
nessuna traccia di ubriachezza nel suo tono e anche lo sguardo verde
era fermo.
Perciò Sasuke smise di camminare per concentrarsi meglio sul
capire cosa
sott’intendesse quella domanda. Alla fine decise di essere
sincero.
“Obito
non
mi piace” decretò conciso. “Soprattutto
per quello che ha fatto a Naruto, è
stato un pezzo di merda e non riesco a credere che sia riuscito a
perdonarlo
così facilmente. Preferirei gli stesse il più
lontano possibile” terminò.
Sakura
fece
un sorriso ironico.
“Anche
tu
sei stato un pezzo di merda con Naruto eppure non ti crea problemi
essere stato
perdonato” gli fece notare.
Il punto
andò a segno e Sasuke fece una faccia infastidita, come se
avesse ingoiato un
limone amaro.
“Le
cose
sono diverse” tagliò corto, poi
sospirò. “In ogni caso non è affar mio
con chi
sceglie di impegnarsi il dobe, per quel che mi riguarda possono anche
sposarsi
domani”.
Sakura
sembrò divertita da quella risposta acida.
“Davvero
non ti darebbe fastidio? Allora perché mi hai chiesto cosa
ne pensassi?” lo
pungolò.
“Obito
sta
facendo effettivamente qualcosa? Sta… corteggiando
Naruto?” chiese in
imbarazzo, si sentiva estraneo a tutti quei gerghi e non sapeva nemmeno
come si
chiedessero cose simili.
“No,
Obito
non sta corteggiando
Naruto” lo derise
Sakura utilizzando con enfasi il suo stesso termine.
“Perché
no?”
Tecnicamente
era quello che dovrebbe fare una persona innamorata, ma non che se ne
intendesse molto.
“Immagino
perché crede che Naruto non lo ricambierà mai e
sensi di colpa vari” rispose
facendo spallucce. “In più ci sei tu”.
Sbatté
le
palpebre, preso in contropiede.
“Io?
Cosa
c’entro io?”
Sakura
fece
un sorriso furbetto e incrociò le braccia.
“Sasuke,
cos’è Naruto per te?”
Per me?
Sul
momento
non seppe davvero cosa rispondere, troppo confuso da quella domanda.
Stavano
parlando di Obito e Naruto, perché improvvisamente lo tirava
in mezzo? Lui non
c’entrava niente!
Distolse
lo
sguardo.
“Naruto
è
il mio migliore amico, pensavo fosse chiaro” rispose acido.
“Siamo anime
gemelle”.
“Appunto!”
esultò Sakura e sul momento Sasuke non capì
esattamente perché dovesse essere
così soddisfatta di quella sua ammissione ovvia.
Poi
capì.
“Non
ho
nessun interesse di quel tipo per Naruto” sbottò
arrossendo. “Anche se siamo
anime gemelle, non lo siamo in quel senso. Non…”
“E
lo
stesso vale anche per Naruto?” lo interruppe.
Ancora
una
volta, rimase a fissarla confuso.
“Sono
sicura che tu te lo sia chiesto,” continuò Sakura
determinata, “se per Naruto
fosse solo amicizia. Dopo tutto quello che ha fatto per te, devi averci
pensato”.
In
realtà
non lo aveva mai fatto. Semplicemente aveva sempre dato per scontato
che
fossero amici, non aveva mai creduto che potesse esserci altro.
Si morse
il
labbro.
“Naruto
non
è innamorato di me”.
“No”
confermò Sasuke tranquilla. “Ma potrebbe se spinto
nella giusta direzione”.
“Perché
dovrebbe…”
“Mi
hai
chiesto cosa ne pensassi io” lo interruppe ancora, questa
volta guadagnandosi
uno sguardo imbronciato. “Sarò sincera: Obito
è un tipo a posto, ha dimostrato
di essere cambiato e non sarebbe un problema. L’unica cosa
che so per certa
però è che Naruto merita di essere felice e se
questa felicità la vuole
condividere con qualcuno lo supporterò senza
esitazioni”. Lo guardò fissa, gli
occhi verdi che bruciavano. “Quello che devo capire
è se quel qualcuno sei tu o
meno”.
“Per
questo
mi hai chiesto cosa ne pensassi io?” domandò
finalmente capendo che cosa stesse
cercando di dirgli.
Annuì.
“Se
tu sei innamorato di Naruto, ovviamente farò il tifo solo
per voi. Ma se non
c’è niente del genere da parte tua, allora nulla
vieta che qualcuno possa aprire gli
occhi a Naruto sui sentimenti di Obito”.
“E
quel
qualcuno sei tu?” le sorrise sarcastico.
Ricambiò
il
sorriso. “Lascia fare a me” assicurò,
poi sospirò. “Quindi, Sasuke? Ne sei
proprio sicuro? Hai sempre detto che Naruto era la tua luce, il tuo
sole; sei
disposto a cederlo a un’altra persona?”
“Naruto
non
è un oggetto che si cede” le fece notare
infastidito. “È un essere umano che
ragiona con la propria testa. Per questo sarebbe meglio che tu non ti
metta in
mezzo”.
“Ma…”
“Non
sei la
sua mamma, Sakura. Certe cose può capirle da solo e sappiamo
benissimo entrambi
quanto sia empatico. Non c’è nessun altro mondo
che possa capire gli altri
meglio di Naruto, sicuramente sarà in grado di capire da
solo cosa, chi vuole”.
Strinse
le
labbra in una smorfia sottile, ma annuì vinta.
“Hai
ragione, ma non posso evitare di preoccuparmi. Diavolo, è
diventato il centro
del mondo di due Uchiha! E vorrei che anche tu fossi felice.”
Sasuke
avrebbe voluto dissentire la centralità di Naruto nella sua
vita, ma ormai era
inutile negarlo. Del resto l’amico si era fatto carico della
sofferenza di
entrambi, aveva deciso di riempire il vuoto dei due Uchiha superstiti
lasciato
dalle persone che avevano amato, anche se in modo differente.
A quel
pensiero sorrise.
“Hai
ragione, Naruto è diventato il destinatario di un affetto
che prima avevano
altre due persone, sia da parte mia che di Obito. Solo che se per me
era mio
fratello, per Obito era la persona che
amava”. Alzò
gli occhi verso Sakura,
guardandola eloquente. “Questo vorrà pur dire
qualcosa”.
Lei
ricambiò il sorriso, un poco colpita da quello che aveva
appena detto Sasuke.
“Hai
ragione” acconsentì alla fine.
Ripresero
a
camminare, intirizziti dall’aria fredda. Non si aspettava che
fosse proprio
Sasuke a riprendere a parlare.
“Hinata
ti
tratta bene?” chiese pungente.
Lo
guardò perplessa.
“Sì, cosa…”
“Devi
stare
attenta” la interruppe come se non l’avesse
sentita. “È una Hyuga e gli Hyuga
sono infimi, non bisogna mai fidarsi di uno Hyuga. Potrebbe spezzarti
il cuore
e tu…”
Alzò
gli
occhi al cielo. Una scenata di iperprotettività fraterna era
l’ultima cosa che
voleva in quel momento.
“Stai
diventando pesante” ridacchiò Obito mentre portava
Naruto sulla schiena.
Gli fu
rivolto
un borbottio incoerente a cui rise.
All’ennesimo
inciampo di Naruto sul marciapiede aveva deciso di raccoglierlo da
terra per
portarlo sulle spalle e lo stava davvero facendo solo
per aiutarlo, non era mosso da nessun tipo di desiderio di
sentire i loro corpi vicini, premuti! Proprio come quando si
esercitavano nel
taijutsu.
“Obito,
ho
scionno” si lamentò strofinando la fronte sul
retro del suo collo.
Nessun-doppio-fine, si
scandì nella mente.
“Siamo
quasi arrivati” lo rassicurò comunque.
Fu un
po’
complicato salire le scale con quel peso che si dimenava sulla schiena, ma per un ninja del suo
livello non era poi
così difficile portarlo sano e salvo sul suo pianerottolo.
Una volta davanti
alla porta cercò le chiavi dai suoi pantaloni, ma la voce
assonnata di Naruto
lo informò che non aveva chiuso a chiave quando era uscito.
Infatti appena tirò
giù la maniglia la porta si aprì e
poté entrare nel disordinatissimo
appartamento. Sentì una morsa appena mise piede nella casa,
come tutte le rare
volte che ci entrava. Non solo perché il profumo di Naruto
era fortissimo e gli
faceva girare la testa, ma perché gli tornava alla memoria
tutte le volte che
era entrato lì per cenare a casa di Minato-sensei.
Pensò
che
se le cose fossero andate diversamente, se non avesse mai attaccato
Konoha, ora
entrando avrebbe trovato Kushina furiosa per l’ora tarda e lo
stato in cui
aveva riportato il figlio. Minato avrebbe cercato di rabbonirla come
meglio
poteva, allo stesso tempo invitandolo a entrare e chiedendo se la
serata fosse
andata bene.
Invece
c’era solo un appartamento vuoto, buio e disordinato.
Per
colpa
sua.
“Mhhh,
Obito?” biascicò Naruto e lui si riscosse,
rendendosi conto di essere rimasto
fermo sull’uscio per tutto il tempo.
Lottò
contro il rimorso e i ricordi per entrare e chiusa la porta alle
spalle, accese
la luce e poi attraversò il soggiorno fino a raggiungere la
camera da notte.
Buttò Naruto su letto con poca grazia.
Lo
guardò
mentre si rigirava sul letto, apparentemente incapace di fare qualsiasi
altra
cosa. Sospirò e perciò si accucciò a
togliergli e le scarpe.
“Yamato
aveva ragione, dovevamo fermarti” ridacchiò.
“Sciono
il
grande Usumaki Nar’do!” esclamò in
risposta.
“Già,
il
grande Uzumaki Naruto messo a tappeto dall’alcool. Ad averlo
saputo allora…”
Si
bloccò,
rendendosi conto dove portava quel pensiero. Si oscurò
mentre gli liberava i
piedi dalle scarpe e si alzava. Perché in momenti del genere
il suo cervello doveva
tradirlo e ricordargli chi era stato?
Una
seria
di versi e sbuffi incoerenti lo fece tornare a concentrarsi sul ragazzo
disteso, notò che stava litigando con la chiusa dei
pantaloni.
“Tosglimi
anche queshsti!” ordinò infastidito dai suoi
inutili tentativi.
Arrossì.
“Non puoi dormire vestito?”
“Mi
danno
fascitidio i veshtiti!” sbottò come se stesse
lottando contro terribili nemici.
Tentennò
ancora incerto, per quanto avessero avuto un continuo crescendo nella
loro
amicizia non era ancora arrivato al punto di spogliarlo. Vedendolo per
come si
stava per strozzare nel tentativo di liberarsi della maglietta , decise
che non
poteva permettere che morisse in quel modo indegno, aveva ancora una
promessa
da mantenergli. Perciò si sedette sul bordo del letto e
iniziò a liberarlo
dalla temibile maglietta lasciandolo a petto nudo. Indugiò
solo un secondo
sulla pelle tesa e abbronzata dei pettorali, poi distolse lo sguardo
lontano.
Doveva
ricordarsi che non c’era nessun doppio fine in tutto quello.
Non
riuscì
comunque a evitare di soffermarsi con le dita sulla pelle del bacino
mentre
raggiungeva i bottoni dei pantaloni e poi li sfilava. Naruto si
sollevò con il
bacino ad aiutarlo in quella manovra, senza rendersi conto che
così in realtà
metteva ancora più in difficoltà la sua
determinazione di non approfittarne.
Naruto
aveva un corpo perfetto, allenato e scattante. Tentò di non
soffermarsi troppo
sulle gambe atletiche e sul suo inguine. Si morse l’interno
della guancia
imponendosi di smettere di fissarlo, alzarsi e allontanarsi da lui. Ma,
nonostante la sua risolutezza, fu proprio Naruto a bloccarlo e tenerlo
seduto
sul materasso. Anzi, afferrandolo per la spalla lo costrinse ad
abbassarsi con
il busto verso di lui.
Lo stava
osservando con gli occhi socchiusi, concentrati, riusciva a vedere
nell’iride
blu il tentativo di guardarlo oltre l’alcool. Si rese conto
che stavano
cercando disperatamente qualcosa sul suo viso.
“Perché
lo
hai fatto?” domandò alla fine, un controllo
sorprendente sulla voce tremante.
Non
c’era
bisogno che Obito chiedesse a cosa si riferisse, gli era fin troppo
dolorosamente chiaro e sentire quella domanda –
quell’implicita accusa – fu una
piccola pugnalata al cuore. Da quando si era risvegliato
all’ospedale, non gli
aveva mai chiesto nulla di simile, non aveva mai fatto riferimenti
personali a
quanto successo in passato. Ma ora, con tutto quell’alcool in
circolo nel suo
cervello non dovevano esserci freni che gli impedissero di dire tutto
quello
che pensava e significava, che nonostante gli avesse donato la sua
amicizia,
rivedeva ancora in lui l’assassino dei suoi genitori.
Mosse le
labbra, cercando di articolare a parole il suo senso di colpa, ma smise
di
respirare quando Naruto alzò una mano a sfiorargli il viso.
Rimase fermo mentre
sentiva quel palmo scivolare fino a coprire tutto il lato destro del
suo viso.
In quel
modo, oltre al senso di colpa provò anche vergogna. Sapeva
che quelle cicatrici
deturpavano il suo aspetto rendendolo grottesco, per nulla attraente;
sapeva di
essere rovinato per sempre. Ma si sentì comunque triste nel
pensare che Naruto
le trovasse brutte, disturbanti al punto di doverle coprire.
Fu
distratto dal movimento dell’altra mano, che andò
a posarsi a coprire il lato
sinistro del volto mentre quello destro veniva scoperto e la mano si
spostava
al lato. Osservò attentamente i solchi delle cicatrici, come
la pelle sembrava
quasi crepata, gli occhi restavano socchiusi e interrogativi. Poi
lasciò
scivolare anche quella mano fra i capelli e guardò il volto
nel suo insieme
sempre più corrucciato.
Obito
cominciava a sentirsi a disagio sotto quel silenzio prolungato e dallo
sguardo
fisso e circospetto. Pensò di dire qualcosa, ma
avvertì la presa sui lati del
suo viso aumentare e, prima che potesse effettivamente rendersene
conto, lo
tirò forte verso il proprio volto.
Il
panico
si trasformò in confusione non appena sentì le
loro fronti scontrarsi e un
dolore lancinante partire dal punto di contatto e scuotergli tutta la
scatola
cranica.
“Ahia!”
sbottò incredulo allontanandosi, una mano sul punto leso. Lo
guardò sconvolto.
“Perché lo hai fatto?!”
Gli
aveva
dato una testata! E, diamine, se
Uzumaki aveva un testone duro!
Naruto
arrossì fino alla radice dei capelli, di un rosso
così violento da farlo
sembrare un pomodoro.
“Mi
shembrava
la cosha giushta da fare!”
Lo
guardò
stralunato. “Sei serio?!”
In quel
momento gli era sembrato giusto prenderlo a testate? Okay, forse aveva
ragione,
ma non era quello che si aspettava! Arrossì, rendendosi
conto che aveva sperato
succedesse un’altra cosa
mentre lo
tirava per far scontrare le due fronti.
Naruto
si
imbronciò come un bambino. “Scusa”.
Sospirò
a
quel borbottio. “No, non preoccuparti” lo
rassicurò mentre finalmente si
alzava. “Ma è meglio se ora ti metti a dormire.
Buonanotte”.
“Mmpf…
buonanotte” grugnì mentre si arrotolava su un
fianco, lasciandogli la visione
perfetta delle sue scapole e del suo fondoschiena. Si prese qualche
secondo per
poter osservare quella figura nella semioscurità, poi
rassegnato a doversi
davvero separare da lui cercò di raggiungere
l’uscita. Non era ancora uscito
però quando sentì Naruto parlare, il tono
soffocato come se tenesse la bocca
premuta sul cuscino.
“Perché
fa
sempre così?” domandò e Obito non era
sicuro stesse parlando con lui o meno.
“Perché deve andarsene ogni volta? Non puoi
restare qui con me? Perché mi
lascia sempre solo?”
Rimase
immobile, il cuore così pesante che gli sembrò
precipitasse di colpo nello
stomaco.
Stava
parlando di Sasuke?
Sicuramente
stava pensando a lui e alla sua ovvia partenza una volta terminata la
questione
con l’Hokage. Come le altre volte, si fermava solo pochi
giorni per poi
ripartire e non mostrarsi più per mesi.
Sentì
il
suo odio per il parente aumentare.
Non era
solo invidia, era anche rabbia per la sua ottusità. Come
poteva comportarsi in
quel modo quando Naruto lo guardava con così tanta
attenzione? Come poteva dare
quell’affetto così per scontato, quasi gli fosse
dovuto? Proprio non si rendeva
conto quanto fosse fortunato ad avere una persona meravigliosa come
Naruto al
suo fianco, e in più trattava con così poca
sufficienza quella fortuna. Obito
non sapeva che cosa avrebbe dato per trovarsi al suo posto, per essere
guardato
con altrettanto amore da quegli occhi blu.
Non te lo meriti,
ricordò a se stesso.
Uscì
ripetendoselo.
Ecco il secondo
capitolo ^^
Cosa ne
pensate? Sakura e Sasuke hanno avuto una bella chiacchierata, mentre
Obito si è
preso una testata. Scommetto che
come
lui anche voi stavate sperando facesse altro
xD Ma non sono così scontata, almeno spero ahahahahah
Nel prossimo
capitolo abbiamo
Naruto post-sbornia, compare Iruka a prendersi cura di lui, Naruto e
Obito
bisticciano e Obito ha uno scambio interessante con Sasuke (:
Se vi
va,
un commento
è sempre gradito <3
Ci
vediamo
la prossima settimana^^
Hatta.
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