Killin' my love

di _sweetnightmare_
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Killin' my love

 


Louis, 1978

 

Non perdi l'anima anche se la consacri a un dio inesistente e menzognero.

Quando per l'ennesima volta in una sera arrivi al fondo della bottiglia e ti soffermi a pensare al perchè ti sei ridotto in quello stato, diventando ormai l'ombra di te stesso, comunque troppo tardi ti accorgi che apparteneva a qualcun altro.

E quando quel qualcuno è morto, capisci che la piccola parte di ciò che credevi essere tuo è andata via con lui.

Quella sera ho imparato all'improvviso ciò che molti sanno dalla nascita e di cui, in fondo, ero cosciente anche io: che si vive soli e che gli altri sono solo un accidente contro cui andiamo a cadere.

 

370 giorni.

370 bottiglie di whisky.

 

Una bottiglia di whisky al giorno, l'unico modo per anestetizzare un dolore lancinante al petto e dimenticare l'incubo di ogni notte.

 

Guardo il cielo stellato.
Fa caldo, ma il mio corpo è condannato ad un perenne freddo.

Le stelle mi ricordano l'Irlanda e la mia infanzia. E' passato troppo tempo.

Sdraiato sul prato di questa terra non mia, guardo la flebile luce della luna che mi ricorda che l'ultimo giorno della mia umanità si è lentamente consumato come quando, all'alba, il fuoco del falò che accendevamo per la festa di Litha* che ardeva nella notte, si trasformava pian piano in un cumulo di cenere e legna.

Questo sono io, ora: il residuo di una combustione.
Quella fiamma perenne che ardeva nel mio cuore per lei e che non aveva bisogno di ossigeno per tenersi viva.
 

L'ossigeno era lei.
 

Rivolgo lo sguardo a sinistra della mia visuale.

Il cielo è limpido: riesco a vedere le costellazioni.

Poi abbasso lo sguardo: quella bellezza è troppo accecante per me.


Io non la merito.
 

Frugo in tasca, cercando l'unica arma di difesa che porto sempre con me: un coltellino svizzero. Me lo aveva regalato mio padre quando ancora ero un bambino, quando ancora la mia vita era degna di essere vissuta.

Lo osservo, l'argento dell'acciaio riflette la luminosità delle stelle. Alzo il braccio e traccio un segno che presto si colora di rosso.

Rosso, i miei capelli.

Rosso, l'amore per lei.

Rosso, il sacrificio.

Rosso, il sangue che scorre piano e mi colora il polso e l'erba sotto i miei piedi.

 

Bevo l'ultima goccia dell'ennesima bottiglia di whisky.

Chiedo perdono agli dei.

Chiudo gli occhi, sotto lo sguardo bugiardo della luna e godo dell'aria fresca che lentamente si impossessa del mio corpo.

Aspetto.

 

Sto per raggiungerti, amore mio. A prescindere da tutto ciò che ci ha divisi, ti prometto, mia stella, che supererò ogni ostacolo e, in un altro tempo, in un altro modo, vivremo per sempre la vita e l'amore che ci sono stati negati.

 

 




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