So cold

di Roberta 0401
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Il vento lo trasportava. Bastava chiedere con gentilezza e Jack sapeva che il suo amico l'avrebbe accompagnato ovunque desiderasse. Continuava ad ondeggiare nel cielo mentre l'aria fredda gli accarezzava il viso. Il vento invernale gli pungeva la pelle e gli arruffava i capelli bianchissimi; eppure non lo infastidiva - al contrario - lo trovava invece risalassante. Ogni tanto si domandava se chiudendo gli occhi in volo potesse addormentarsi affidandosi completamente al vento. Questa sera però il panorama era troppo bello per potervi rinunciare chiudendo, anch'e se per pochi secondi, le palpebre. Il buio stava per calare e sancire così la fine della giornata e la luna si stava facendo pian piano sempre più luminosa. Il cielo arancione si rifletteva sulla neve creando piacevoli giochi di colore e contrasti talmente abbaglianti da costringere gli occhi a socchiudersi. Le calde sfumature che dava il sole tingevano tutto il paesaggio circostante trasformando quasi l'essenza stessa della neve. Sorrise a quel pensiero. Jack nonostante non si considerasse un tipo romantico amava immergersi in questi momenti e riempirsi gli occhi di queste immagini. Respirò a fondo l'aria inebriante tipica delle forti velocità che solo il vento poteva fargli raggiungere e prese a spingersi in avanti con ancora più forza. Rise di una risata liberatoria lasciando che tutte le emozioni suscitate dal momento lo attraversassero e lo guidassero lungo i monti, scegliendo al posto suo la prossima meta da raggiungere. "Ovunque tu voglia, amico mio!" gridò al nulla. Una piroetta e poi un altra risata scosse il suo corpo magro. Non avrebbe mai potuto rinunciare a tutto quello. Quindi Jack Frost amava i bei paesaggi, il vento e la velocità. Amava il freddo e la neve e amava ridere e divertirsi. Se esisteva qualcosa al mondo che era certo di conoscere meglio di chiunque altro erano proprio questi ultimi punti. Chi mai meglio di lui poteva conoscere il ghiaccio? E fu probabilmente per questo motivo che riuscì a notate qualcosa che non andava. Quella luce che proveniva da là in fondo... Per quale motivo dietro quella montagna esisteva una fonte in grado di creare così tanta luce riflessa? Si trattava ovviamente di un dettaglio che (durante un tramonto, poi!) sarebbe potuto passare inosservato ai più; tuttavia Jack Frost sapeva riconoscere perfettamente il tipico luccichio dato dalla luce riflessa dal ghiaccio. Eppure quello che i suoi occhi vedevano adesso era decisamente troppo! Possibile che la natura gli avesse giocato un brutto tiro e lo spirito dell'inverno in persona non si fosse reso conto dell'accumulo in eccesso di così tanta neve? Per quale motivo gli era passato così inosservato? Stava decisamente perdendo colpi, riflettè. Girò intorno al monte e si bloccò improvvisamente, come congelato. Non era possibile, quello che i suoi occhi vedevano non era reale. Come poteva esserlo? La natura non era in grado ri riprodurre una struttura del genere. Perché avrebbe dovuto? E gli essere umani? Possibile che fosse opera loro? Sembrava assolutamente impossibile, eppure Jack non riusciva a trovarsi un altra risposta. Qualunque fosse la sua origine, bisognava ammettere che fosse un'opera sensazionale e di unica bellezza. Una castello immenso, aggrappato al lato sinistro del monte più alto. La luce si rifletteva su di esso rendendolo sempre più luminoso agli occhi e donandogli quasi una vita propria. I dettagli erano minuziosi e creati con così tanta precisione da renderla un'opera unica anche per uno spirito centenario come Frost. Dopo i primi attimi di sbalordimento Jack si riprese in fretta e si avvicinò velocemente all'immenso portone d'entrata. Avrebbe potuto tranquillamente scavalcare una finestra, ma preferiva di gran lunga godersi il momento e ammirare tutto quello che si trovava di fronte a lui. Spinse quindi gli enormi blocchi di ghiaccio che ancora lo separavano dall'origine di quella magia sconosciuta ed entrò.




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