Era un bar anonimo e poco frequentato, ma era l'ideale se Heather non
voleva che li vedessero insieme in quella fredda domenica mattina.
-I cornetti fanno schifo.- la ragazza gettò il croissant
morso al ragazzo all'altro lato del tavolino, Harold non era troppo
contento della mossa, ma provò ad assaggiarlo.
-E' mezzo crudo...- constatò il ragazzo, posandolo fra loro.
-Che schifo, l'hai morso davvero...- commentò Heather,
Harold fece spallucce.
-Quindi... perchè mi cercavi?- Heather si era presentata in
casa sua qualche giorno prima, ma il ragazzo le era parso l'ombra di
sé stesso, trasandato come non uscisse da giorni, indolente
e senza alcuna intenzione di ascoltarla. Non era rimasta sorpresa di
scoprire il motivo del suo comportamento, era prevedibile. L'aveva
sorpresa di più che l'avesse richiamata per mettersi
d'accordo e vedersi.
Si era sistemato quei disordinati peletti che gli crescevano
timidamente sulla faccia, e che magari chiamava ottimisticamente barba,
e si era pettinato nel tentativo di apparire più ordinato.
Ma il tentativo, come la pettinata, era superficiale ed Heather poteva
scorgere un fastidioso groviglio castano ramato... lei che si era
ritrovata rasata a zero non poteva tollerare una simile dimostrazione
di cattiva cura dei capelli!
Accorgendosi delle occhiate truci di Heather, Harold cercò
prima di sciogliere, poi di nascondere il nodo, mentre Heather
accarezzava un paio di grosse forbici che teneva in borsa. -Heather?-
-Giusto, giusto...- La ragazza smise di concentrarsi sui capelli. -Devi
aiutarmi a introdurmi in casa di Alejandro, ho scordato una preziosa
collana da lui, la rivoglio!- in un primo momento si godette
l'espressione confusa di Harold.
-Tutto qui?- chiese dubbioso. In realtà Heather
avrebbe voluto approfittarne per giocare qualche tiro mancino all'ex,
ma non riusciva a decidere. Il coinvolgimento emotivo la metteva in
difficoltà, odiava ammetterlo. -Non ne sono sicuro...- era
lusingato che Heather riconoscesse le sue doti di scassinatore, ma gli
sembrava azzardato.
-In cambio potrei aiutarti a prenderti una piccola vendetta su
Leshawna.- ma al suo sorriso si vide rispondere con un'occhiataccia.
Forse non avrebbe dovuto esserne sorpresa. “Strategia
sbagliata? Oh... gli piace ancora? Patetico... non cambiare mai,
eh?”
-Potremmo non funzionare come coppia, ma... siamo ancora amici...-
disse un po' titubante. Si accorse che Heather stava ridendo,
aggrottò le sopracciglia.
-Ci credi davvero? Poi l'importanza che da Leshawna all'amicizia...
dovresti sperare che si scordi di te e ti stia lontana.- Harold era
troppo irritato per percepire l'amarezza nel suo riso. Si
alzò per andarsene. -Perchè voi due non capite
mai quando vi do un consiglio o un avvertimento?- sembrò
frustrata, ma non ne era sicuro, Heather sapeva essere una brava
attrice.
-Ah, quindi saresti preoccupata per me?- doveva risultare sarcastico,
ma era troppo insicuro mentre tornava al tavolo.
-No, non intendevo questo... Ma saresti più intelligente a
evitarla, insomma, è un'energumena manesca. Io almeno non
picchio nessuno.- Harold la guardò incredulo.
-Ehm... Mi hai preso a pedate giusto l'altro giorno, solo
perchè non volevo ascoltarti...-
-Erano pedate di incoraggiamento! Così abbattuto eri
raccapricciante, più del solito...- le aveva fatto provare
senso di disagio quel giorno. -Allora, visto come sono premurosa?-
sbottò infastidita. -Poi non sembravi neanche
farti male, era come stuzzicare un cadavere. Se ti avessi danneggiato
non mi avresti richiamato, no? O sei così masochista?- non
era stato dell'umore per pensarci quel giorno, ma ora
ricordò quasi divertito il modo in cui Heather sembrava
frustrata dal non riuscire a fargli fare neanche una piega.
“Ho una buona resistenza, che credevi?”
pensò sorridendo.
-Sì... masochista probabilmente...-
-Eh? No... non era per quello...-
-Però non hai lividi e hai ancora tutti i denti mi pare.-
gli fece notare sorridendo amaramente, il dente d'oro era stato
sostituito, ma quello che le era stato fatto saltare da lei non sarebbe
ricresciuto.
Harold cercò nuovamente di sciogliere il nodo con fare
nervoso. -Leshawna è molto impulsiva e può
lasciarsi trascinare senza tenere conto degli altri.- disse tornando a
guardarla. -Ma non lo fa per cattiveria.-
-Questo non la giustifica!- ”Che altro potevo aspettarmi da
lui?”
-Credo si sia trattato di una questione di orgoglio... Aveva fatto una
pessima figura, si era sentita manipolata. Sentiva il bisogno di
concentrare l'attenzione su altro e nessuno le stava facendo problemi
per quello che ti aveva fatto, al contrario...-
-Mi ha usato come capro espiatorio, quindi? Ho capito...- sorrise in
qualche modo divertita. -E tu senti così tanto il bisogno di
prenderne le difese e giustificarla come fosse una creaturina
indifesa?- chiese beffarda. -Oppure non ce ne è bisogno, se
sono io la vittima, va bene a tutti.-
-La differenza fra voi è che sei più debole,
quindi fai meno danni? Per questo saresti nel giusto?-
-Ah, ma a me non interessa essere nel giusto, io voglio...- si
bloccò. “Voglio cosa?”
-Sì, chi ha più forza ha anche più
responsabilità, credo...- sospirò Harold
strofinandosi le mani fredde. -Ma indipendentemente da questo, anche se
non sei mai stata una buona amica, ma nemmeno così
terribile...-
“...Non terribile? ...Io?”
-Avrei dovuto dirle qualcosa per il modo in cui ti aveva trattata...-
Heather si sentì di nuovo a disagio.-Non mi aspettavo niente
da te!- sbuffò. -E nemmeno da lei... Certo, magari se non la
lodassi per ogni cosa che fa...- aggiunse infastidita.
-Forse non ero esattamente il più adatto a ispirarla ad
essere una persona migliore...- ammise abbattuto, chinando leggermente
il capo.
-Eravate una combinazione terribile! Tu poi per prenderne le difese! Mi
sorprende che non siamo finiti per tirarci i capelli avvicenda quando
ho parlato male di lei!- ma il ragazzo rimaneva con lo sguardo basso e
perso nel vuoto. Se non si lasciava smuovere neanche da quelle parole
c'era davvero qualcosa che non andava... “Ti sei lasciato
indebolire così?” pensò inorridita.
-Hai ragione ad avercela con Leshawna...- finalmente la
guardò. -Ma evita di agire contro di lei...- aggiunse serio
e vagamente minaccioso.
“Si è ripreso?” -Bravo cavalierino!
Anche se al servizio della signora sbagliata!- rimase stranito dalla
presa in giro. -Però dovresti riconoscere che da me certi
comportamenti te li aspetti, da Leshawna invece... quindi mi ha solo
manipolata! Anche quando mi ha detto quelle cose per guadagnarsi la mia
amicizia... in effetti solo qualche giorno dopo rideva già
di me al dopo show...- disse fra sé e sé
infastidita. Harold era sbigottito. -Che c'è?!-
ringhiò lei.
-Eh, a parte che Leshawna non ha peli sulla lingua e ha da ridire e
ridere su tutti, nemici e amici...- “Non fa caso ai
sentimenti altrui... ma amo questa sua crudeltà
inconsapevole...” Harold si riprese e continuò -Ma
Heather... quando parli di essere manipolata... ti riferisci a quella
specie di canzone di incoraggiamento dell'episodio sui film sportivi?-
interpretò il silenzio della ragazza come un sì.
-La canzone esplicitamente ruffiana, fatta a posta per farsi perdonare
di aver detto delle cattiverie?!- era incredulo e divertito, a
differenza di Heather. -Non ti ha neanche detto chissà che
cosa di così carino, si è limitata a un
complimento sul tuo aspetto fisico! Era ovvio che non potevi prenderla
sul serio! Mi sono dimostrato più freddo io di te nei suoi
confronti!- disse intenerito mentre Heather arrossiva e digrignava i
denti. -Le è bastato un complimento da poco per farti
sciogliere... sei così abituata ad essere trattata male da
chi sa come sei fatta...- sospirò, ora si sentiva
in colpa per non aver considerato i suoi sentimenti. -E' normale che ti
sia sentita ferita... e so come ci si sente a cercare di essere amico
di qualcuno che non ti considera...- se non trovava un modo per
sfruttarli nell'immediato, Heather mal sopportava i tentativi di
entrare in empatia, erano una perdita di tempo.
-Ok! Ho sbagliato ad abbassare la guardia nei suoi confronti!
È che non me lo aspettavo! Poi lei ha detto che potevo
contare sulla sua amicizia... la devo rivalutare come bugiarda e come
stratega probabilmente...-
-Non le era di alcuna utilità strategica, oltre a non essere
da lei, lo sai anche tu... Non penso volesse mentirti, forse vedendo
quanta importanza avevano avuto per te le sue parole e come ti eri
fatta affettuosa nei suoi confronti...-
-Ok! Finiamola qui!- lo interruppe irritata -Anzi! Un corno! Se era
sincera è peggio! Non riesce proprio a mantenere un rapporto
quella!- pensò ad alta voce.
-Veramente con me...-
-No, lasciamo perdere!- cambiò idea di nuovo.
-...Stai bene?-
-Sì... torniamo Alejandro invece...-
-Perfetto. Come ti ha fatto sentire la rottura? Parlami di cosa
sent...- Heather lo interruppe di nuovo.
-Non in quel senso! Ma mi stai prendendo in giro?- lui si
limitò a sorriderle, non sapeva come interpretarlo. Forse
era solo più rilassato perchè non si parlava di
Leshawna. -Vuoi aiutarmi, sì o no?-
-Eh...-
-Davvero non ti piacerebbe fare un torto ad Alejandro? Quello che ha
manipolato sia te che Leshawna?- cercò di essere
accattivante. Il volto di Harold si deformò in un sorriso
maligno, ma durò un attimo, poi il ragazzo distolse lo
guardo.
-Non saprei davvero...-
-Hai sorriso, ti ho visto!- Il ragazzo cercò di fare il
finto tonto mentre Heather continuava ad incenerirlo con lo sguardo.
-Va bene!- Heather era finalmente soddisfatta. -Ma mi aspetto parte dei
guadagni della vendita della collana.- Heather non ci aveva nemmeno mai
pensato. Harold fu incuriosito da quell'espressione titubante.
-Eh... Perchè no? Venderla... sì...-
Dovettero vedersi varie volte per organizzare il piano. L'atmosfera fra
i due era meno tesa, Heather aveva anche rinunciato a tagliargli i nodi
a tradimento.
-Sei proprio sicura di voler violare una proprietà privata?-
chiese Harold, mentre ricontrollavano le piantine di casa Burromuerto
che aveva disegnato sotto la guida di Heather.
-Perchè non dovrei?-
-E' che a volte mi sembri quasi una brava persona...- disse Harold.
Probabilmente era solo una scusa, ma Heather lo guardò con
pietà.
-Tu hai problemi...-
-Se ci sei rimasta male per Alejandro, ci sono altri modi in cui
potresti sfogarti.-
-Di la verità, hai paura, ma non hai il coraggio di tirarti
indietro, così vuoi che sia a cambiare idea.- lo prese in
giro. -Oppure sei scocciato all'idea di rischiare di perderti le
festività invernali per andare fin in Sud America. Io tutta
questa voglia di passare del tempo in famiglia non ce l'ho... In ogni
caso, ti sbagli, non ci sono rimasta male, è lui ad averci
perso.-
-E allora perchè non gli chiedi di ridarti la collana come
farebbe una persona normale?- le chiese infastidito. -Era un suo regalo
e hai paura che lui pensi che ci tieni?-
-Vai troppo di fantasia, tu!- lo avvertì minacciosa. -Ho
detto “preziosa collana”, è normale che
la rivoglia. E poi se ci tenessi non la venderei...- si osservarono,
che l'avrebbero venduta non ci credeva fino in fondo nessuno dei due.
-In ogni caso, ti stai impicciando troppo per i miei gusti.-
-Cavolo, se devo essere coinvolto, voglio almeno saperne il motivo!- Se
Heather preferiva chiudersi a riccio, Harold avrebbe dovuto lasciarla
fare, ma un po' la curiosità, un po' la scarsa
capacità di capire quando non parlare, glielo impedivano.
“Però questo atteggiamento potrebbe ritorcesi
contro di lei.” Forse c'erano stati dei momenti in cui la
difesa di spine di Heather si era diradata lasciando intravedere una
ragazza leggermente diversa. “Ma se sono le stesse persone a
farti abbassare la guardia a ferirti, le cose si fanno più
complicate...”-Se le avessi detto quello che provavi,
forse...- si lasciò sfuggire. Heather lo
guardò di traverso, Harold sospirò. -Magari se
avessi detto a Leshawna come ti aveva fatta sentire, lei avrebbe capito
di aver sbagliato...-
-Ah...- fece con una nota amara. -Ha bisogno che le si dica
esplicitamente “AHI” perchè capisca che
sta facendo male?- chiese sprezzante. -Inoltre perchè avrei
dovuto farlo? Per aiutare la tua bella a crescere come persona?- disse
con fare melodrammatico.
-Non lo dicevo per lei! O forse un po' sì... Ma lo dicevo
soprattutto per te, maledizione!- Heather lo guardò
sorpresa, come osservasse uno strano fenomeno. Lei non era una persona
magnanima e incline al perdono. Se era arrabbiata con qualcuno trovava
il modo di fargliela pagare. Ma con Leshawna non aveva tentato nulla e
finchè non avevano parlato e non l'aveva in qualche modo
stuzzicata, non aveva neanche dimostrato rancore per quello
che le era accaduto. “Come se avesse accettato tutto
passivamente, come se in qualche modo sentisse di meritarlo... non
meritava un'amica di cui potersi fidare e quella era la sua punizione
per aver abbassato la guardia... Sarebbe così
triste...” Quell'ipotesi stava perseguitando Harold da
qualche giorno. “Forse vado davvero troppo di fantasia e mi
preoccupo per niente... magari è colpa del suo
corpo...” si giustificò. Era bella, senz'altro!
-E in che modo avrebbe dovuto aiutarmi? Sentiamo...-
-Beh, poteva farti chiarire e razionalizzare magari... anche per
evitare di ritrovarti a compiere atti stupidi per sfogare la
frustrazione... come un furto per esempio...-
-Non è un furto, la collana è mia! Quindi...
accetti che la tua cara Leshawna sia stata pessima nei miei confronti?-
osservando quell'espressione contrariata, Heather si preparò
a sentirlo mentre la giustificava come al solito.
-Può capitare di non tenere conto dei sentimenti altrui...-
non lo sopportava quando faceva così ma sembrava
più forte di lui. -Nessuno di noi due può dire di
non averlo mai fatto... anzi, si può dire che uno di noi due
lo faccia quasi per sport.- le sorrise, Heather alzò le
sopracciglia mente i lati delle labbra erano tesi e continuavano a
puntare verso il basso, poi si rilassarono, alla fine sorrise anche lei.
-Già, modestamente in questo sono una campionessa.- si
vantò. -Ma sei comunque insopportabile. Non state insieme,
perchè devi farle da avvocato?- domandò
stiracchiandosi. Harold sviò il discorso
-Anche tu ed Alejandro vi siete mollati, eppure sembra che io non possa
nemmeno nominarlo.- era rimasto un po' sorpreso e abbastanza deluso, si
era aspettato di sentirla parlar male di Burromuerto continuamente,
invece sembrava un argomento doloroso o forse non voleva dare
l'impressione che le interessasse. -E poi, la nostra azione peggiore
non rappresenta ciò che siamo davvero. La penso
così...-
-Magnifica giustificazione per mettersi in situazioni di merda!-
sorrise con aggressività. Le dava sui nervi, si... ma una
parte di lei cominciava ad apprezzare le loro chiacchiere. -Se non per
le azioni, attraverso cosa dovremmo conoscere le persone?- disse un po'
più costruttiva.
-Sì, ma io conosco già Leshawna, posso andare
oltre un suo momento di fragilità, è questo il
punto.- spiegò determinato nella sua posizione.
-E di me?- domandò sotto un impulso di curiosità
-Cosa pensi di me?- ripetè come fosse una sfida. Harold si
sentì preso alla sprovvista, la prima parola che gli venne
in mente il quel momento fu “preoccupante”, ma ebbe
la fortuna di riuscire a riflettere prima di parlare o forse il
pensiero era stato più veloce della lingua proprio
perchè ciò che voleva dire era incerto. Nel
mentre Heather tamburellava sul tavolo con le dita, con ritmo sempre
più veloce.
“Sei minacciosa, ma mi fai preoccupare per te... o forse mi
preoccupo proprio perchè sei minacciosa... sì,
forse ho un debole proprio per le ragazze così, bel destino
tragico... però...” -Continuo a pensare che se
fossi un po' meno perfida e ti aprissi agli altri anziché
respingerli preventivamente, piaceresti a molte persone.- Heather
accolse la risposta con una smorfia di fastidio, poi rise.
-Sì, certamente! Se fossi più gentile piacerei a
tutti, come no...- si innervosì. -A volte stare per conto
proprio è la scelta migliore! È andata male anche
con chi teoricamente era più simile a me quindi figuriamoci
con gli altri! Ale... si lamentava che non lo tenevo abbastanza in
considerazione, che volevo primeggiare in tutto... Bleah! Come se lui
fosse Capitan Modestia e Romanticismo! E poi quando mai gli ho detto
che era l'amore della mia vita o che per me era più
importante di qualunque altra cosa?- “Forse mi sarei potuta
innamorare, lo credevo possibile... ma quell'essere lamentoso e viziato
non me ne ha dato il tempo!” sperava fosse rimasto un
pensiero e non l'avesse detto ad alta voce. Harold, col suo volto
pensieroso, non l'aiutava a capirlo. Rimase in silenzio prendendosi il
tempo per sbollire. Non voleva piangere per la frustrazione, preferiva
preservare le lacrime per quando le sarebbero state utili.
-Trattare gli altri come oggetti di poco conto fa parte della tua
natura o è una reazione difensiva?-
-Eh?- cominciava a credere che a pensare ad alta voce, fra i due, fosse
lui.
-Considerando la variabilità della della specie umana
è improbabile, ma mettiamo che esista qualcuno che non possa
piacere agli altri, anche se non nuoce a nessuno, se non cambiando la
sua natura e che questo faccia sentire la persona repressa e non
realmente accettata. La situazione sarebbe tragicamente ingiusta.-
disse quasi solenne. -Bisogna avere il diritto di esistere per
sé stessi e stare bene, non si può avere il
diritto all'esistenza solo in base a quanto si piace agli altri. Non si
può essere condannati solo perchè si è
nati con un determinato temperamento...- sospirò. -Non penso
sia questo il tuo caso, però.-
-Perchè non sono una poveretta che non fa del male a una
mosca?-
-Non sei neanche un'assassina o una che si renderebbe colpevole di
tortura e sevizie varie e mi sembri meno cattiva di quello che vuoi
pensare, inoltre...-
-Hai degli standard di brava persona davvero ampi!- scherzò.
Harold si innervosì.
-Quello che intendevo è...-
-Però mi congratulo con te, hai migliorato le tue
capacità di analisi.- lo interruppe.
-Oh... grazie!- rispose lusingato. -Ovviamente crescendo ho imparato ad
articolare meglio il mio pensiero, sono maturato e ho sviluppato un
metro di giudizio tutto mio. Non sono più un ragazzino di
sedici anni...- era buffo quando si sentiva apprezzato e autorizzato a
vantarsi, quasi le dispiaceva prenderlo in giro.
“Quasi...” -Certo, ormai a diciotto anni sei un
uomo vissuto.-
-Diciannove...- precisò meno entusiasta. Ma anche
offendendolo lui non si sarebbe vendicato col silenzio. Era
insopportabile stare con una persona che respirava, ma la ignorava come
fosse morta.
“E' troppo solo per ignorarmi e perchè io non gli
piaccia...” se avesse voluto avrebbe potuto procurarsi
compagnia anche se temporanea, ma erano soli entrambi...
-Aspetta! Non era di questo che volevo parlare!- disse esasperato.
Heather riprese a ridere. -Guarda che avevo da dire qualcosa di carino
su di te...- la guardò di traverso. Anche se non voleva, il
viso di Heather si illuminò di curiosità.
-Perfida o no, il tuo modo di essere piace a diverse persone.-
“Potrei essere un po' invidioso forse, ma...”
-Piaci a me per esempio...-
Aveva il dubbio di piacergli davvero... -Non c'è bisogno che
sia tu a dirmelo, so di piacerti.- disse eccessivamente compiaciuta,
tanto che Harold si sentì a disagio.
-Però non è che trovarti attraente e interessante
significhi amarti...-
-Che fai? Lanci la pietra e poi nascondi la mano?- lo prese in giro.
-Beh, probabilmente metà della popolazione ti troverebbe
attraente!- si infastidì di più vedendola ridere,
o forse no... aveva una bella risata.
-Oh, ti ringrazio!- “Quanto fai schifo a sminuire, santo
cielo!” ma col diminuire del riso, scomparve anche
l'entusiasmo. -Beh, poi non capisco come tu possa preferire Leshawna a
me...- interruppe Harold prima che potesse dire qualcosa. -Lo so, lo
so. L'amore e bla bla, cose così...- sbuffò.
-Però è frustrante, con o senza Leshawna,
piacerti non mi è servito a nulla...- lo guardò
storto.-Il milione poteva essere mio, invece...-
-Non capisco. Che avrei dovuto fare, scusa?-
-Vedi, quando ho pensato di aver bisogno di aiuto per riprendermi la
collana, ho pensato di scegliere te o Duncan. Così ho
cercato di riflettere sui nostri trascorsi per capire chi fosse il
più adatto e mi sono accorta di alcune cose che non mi sono
chiarissime... Per esempio, tornando all'episodio sulla sfida sportiva,
capisco che non volessi eliminare Leshawna, ma com'è che ti
sei alleato con Duncan contro di me?!-
-Beh... lui un'alleanza me l'ha proposta per prima, tu non ci hai
pensato... forse rispetto alla prima stagione hai perso qualche colpo.-
-Davo per scontato che non avessi motivo di fare l'amicone con Duncan!-
-Non è che tu con me sia stata così
più carina con me di Duncan! Perchè avrei dovuto
preferirti a priori?-
-Perchè in teoria dovevi provare rancore nei suoi confronti
ed essere attratto da me, forse?-
-Sbarazzarmi di Duncan non mi interessava molto... Non sono uno che non
serva gelosamente rancore, consideralo un difetto se ti va...-
-Probabilmente sei semplicemente uno di quei tipi che esplodono quando
quando accumulano troppa rabbia repressa poi tornano tranquilli. Ho
sopravvalutato il tuo rancore come potevo prevederlo?!-
-Forse non sei nemmeno così brava a coltivare e mantenere le
alleanze, cara la mia geniale manipolatrice...-
-Credo invece che qualcosa nel tuo cervellino bacato ti impedisce di
eliminare Duncan quando sarebbe la cosa più sensata. Ne sa
qualcosa Courtney e... fra l'eliminare lui e Leshawna... ricordami, chi
hai scelto?-
-Facciamo tutti degli errori...- si giustificò.
-Ora che ci penso, tu hai votato per far vincere lui o Beth?-
-Non ricordo...- disse elusivo. -Ho scelto chi mi aveva divertito
durante le prove che avevo scelto per loro...- Heather lo
guardò storto. -L'ho detto, non sono uno che tiene rancore!-
-Già, sei troppo ingenuo per decidere saggiamente di chi
devi fidarti in base all'esperienza.- gli sorrise amabilmente. -Mi
spiace, visti i tuoi bassi standard immagino che il delinquentello ti
facesse simpatia, un peccato che non ti abbia più dato
conto. Tranquillo, quella mezza calzetta non ti merita come vittima.-
scherzò prima che potesse ribattere.
-Non abbiamo avuto molte opportunità di vederci.- poi si
interruppe. -Fortunatamente! Ovviante non mi interessa. Non mi riferivo
certo a lui quando ho detto di capire come ti sentivi per Leshawna! Non
sono così malato da ricercare le attenzioni di bulletti e
ragazzi sadici! N-nemmeno di ragazze sadiche ovviamente!- si
fermò vedendo che Heather stava per scoppiare. -Lieto di
farti divertire...- la fulminò con lo sguardo. Vide una
testa con due lunghe code scure sbucare da dietro la porta di una
stanza socchiusa. -Credo che la tua sorellina voglia salutarti...-
-Monique! Se hai qualcosa da dire esci fuori invece di origliare!-
disse brusca. Una quattordicenne con un vaporoso vestito viola si fece
avanti timidamente.
-Mi stupisce solo che nonostante il tuo fidanzato tu stia con questo
buffo tipo, tutto qui... le tue compagnie sono peggiorate, sorellina.
Ti ho visto con una gigantessa con i capelli viola e ora con questa...
pertica...- disse cercando un insulto.
“L'insulto meno sentito mai ricevuto...”
commentò fra sé e sé Harold.
-Eri molto più simpatica prima di cercare, maldestramente,
di fare la velenosa.- sentenziò Heather poco colpita.
-Questo ruolo neanche ti si addice.- disse scompigliandole i capelli
scuri. -E la tua bellezza non può neanche lontanamente
avvicinarsi a quella di tua sorella maggiore, modestamente.- sorrise
compiaciuta. -Poi se vuoi sembrare più matura dovresti
evitare lo stile bambola di porcellana.-
-Gotich lolita...- la corresse Harold.
-Tu non hai la minima idea di cosa sia l'eleganza!- disse Monique
rivolgendole una linguaccia e battendo in ritirata verso la tua stanza.
-Pensa ancora che stai con Alejandro e che tu debba andare a
trasferirti da lui come programmato prima che vi lasciaste?- Heather
sentì come la pelle d'oca.
-La mia vita privata non è affare di quella bimbetta!-
-Magari ha paura di sentirsi sola se tu lasci la casa...-
ipotizzò Harold.
-Ha sempre quel simpaticone di mio fratello, si preoccupa di
più del fatto che possa portarle via il gatto! E poi lo stai
rifacendo...- sospirò scocciata. -Smettila di vedere i tuoi
problemi nelle altre persone...-
-Ti assicuro che è triste quando una persona che sei
abituato ad avere fra i piedi quotidianamente lascia la casa...- Sua
sorella si stava trasferendo, tornava di tanto in tanto per prendere
roba. Era inevitabile che accadesse, ma c'era comunque qualcosa di
malinconico nell'assistere alla stanza della ragazza che si svuotava.
“Presto non avrà più oggetti per cui
tornare... beh, è giusto così.” ma in
un moto di infantilismo le aveva comunque nascosto dei libri... -Quali
sono le altre volte in cui l'avrei fatto? Sentiamo...- la
sfidò.
-Sei tu quello con i genitori divorziati, tanto per cominciare....-
-Trovavo più probabili i genitori divorziati piuttosto
che...-
-Piuttosto che una famiglia che mi odia?- continuò Heather
come se non le importasse.
-N-non stavo per dire...- forse gli sarebbe scappato. Più
per fare maldestro e poco tatto che per cattiveria. Sembrava che
Heather sapesse incassare e che le crudeltà non potessero
scalfirla, ma questo non rendeva Harold più tranquillo. -Non
ti odiano, forse li infastidisci solo un po'.- “Taglia!
L'ultima era da tagliare!” pensò nel panico.
-Certo, come no...- rispose Heather recitando la sua parte.
-Puoi passare il natale con la mia famiglia se ti va.- propose per
riparare.
-Anche il discorso sul diritto di esistere nonostante il piacere o no
agli altri, era riferito a te stesso, non è
così?- continuò Heather ignorandolo.
-In passato ho provato a compiacere gli altri.- si fermò ad
osservarla, non sarebbe stato stupito di scoprire che Heather in
passato avesse provato a fare lo stesso. A volte sentiva di conoscerla
anche se di lei sapeva poco. -Ma mi sentivo a disagio e gli altri non
mi accettavano comunque quindi ho cominciato a fregarmene dell'opinione
altrui... sì, parlavo un po' di me... ma siamo nella stessa
barca, non è così?-
-Io non cerco di fare la brava persona, so che non fa per me. Non che
tu ci riesca così bene nonostante la tua
ingenuità.-
-Non sono ingenuo! E non cerco di “fare il bravo”
per gli altri, lo faccio per me, aspiro ad essere una brava persona.-
ammise. -Ci provo... Anche se, in un certo senso, ammiro il tuo fare la
vile manipolatrice in mondovisione anche se questo si rivolta
inevitabilmente contro di te. Stupido e controproducente, ma
affascinante.-
“Che è? Una presa in giro travestita da
complimento?”
-Ma sei sicura che sia nella tua natura più profonda e che
ti faccia stare bene? In questo momento non mi sembri così.
E in generale, non mi sembri neanche psicopatica... Abbiamo tutti un
modo per difenderci dagli altri e non so che esperienze tu possa aver
avuto, ma non c'è niente di intrinsecamente repellente nel
tuo modo di essere, specie quando non sei perfida ad ogni costo...- lei
rimase zitta, poi si morse il labbro.
-Ma sì, anche io non disprezzo il tuo non curarti del fatto
che gli altri ti trovino imbarazzante, stupido, disgustoso,
infantile...- evitò di rispondergli seriamente. Harold
sbuffò -Ma dell'opinione di Leshawna ti preoccupi fin troppo
per i miei gusti.-
-Le persone a cui tengo sono le uniche di cui mi interessa l'opinione.-
ritrattò. -E' normale, no?-
-Meh...-
-Lei si è interessata e preoccupata per me, di come venivo
trattato. Mi trovava strano ma mi ha voluto conoscere comunque. In
quante dopo aver aver scoperto che ero interessato a loro avrebbero
fatto lo stesso? Potrà fare degli errori, anche grossi, ma
è una brava persona anche se non è perfetta.- pur
difendendola fin dall'inizio, c'era stata una parte di lui che si era
sentita presa in giro, ma ora i rimasugli della rabbia erano svaniti.
“ E' stato meglio prendermi una pausa di riflessione... per
non perdere anche un'amica.” Sentì un piccolo
applauso.
-Sai rendere esagerate, melodrammatiche e artefatte tutte le tue
dichiarazioni, ma 'sta volta sei stato inquietantemente sincero su te e
lei.- rise. -E quindi, mi stai dicendo che i tuoi sentimenti non
dipendono solo da una perversione masochista?-
-C-cos..? Ah...- sospirò. -Però devo
ringraziarti...- Heather fu sorpresa. -In un certo senso sei stata tu a
tirarmi fuori dalla mia stanza. Se non fosse stato per te avrei passato
un inverno molto noioso e deprimente! Comunque...- prese a sorridere
curioso. -Che opinione hai di me?-
Heather buttò una gomma contro Harold, lui si
spostò. -Che sei bravo a schivare.-disse con un sorriso
serafico. C'era già stata troppa sincerità per i
suoi gusti.
Il giorno in cui dovevano andare all'aeroporto per dirigersi da Al
arrivò -Allora, rispondimi per bene...- le chiese Harold
all'improvviso. -Perchè hai deciso, tu, di introdurci in
casa del tuo ex?-
-Per riprendermi una collana che ho scordato da lui...- rispose
perplessa. -Hai forse preso una botta in testa, di recente?-
-Inviato...- disse Harold schiacciando un tasto del telefono. -Leshawna
ha insistito che le inviassi una tua confessione in caso ti venisse
voglia di fregarmi o di riappacificarti con Alejandro dando a me tutta
la colpa dell'intrusione.- spiegò Harold. -Niente di
personale ma...-
-Hai parlato di questa cosa con Leshawna?!- esclamò
incredula e infastidita.
-Visto che le importa di me?-
-Forse le viene difficile non preoccuparsi di una persona che le fa
te... pena volevo dire... In fondo non è così
male...- si fece sfuggire. Poi si ricordò di come si era
comportata con lei. -Col cavolo che non lo è!- venne
interrotta dallo squillo del telefono, era sua madre.
-Dove diavolo credete di andare?!-
-All'aeroporto, non ti ricordi? Per...-
-I voli sono stati cancellati, è prevista una bufera di
neve! Tornate dritti a casa!- Heather si sentiva sollevata... La ferita
stava guarendo da sola e riprendere la collana le sembrava sempre
più una scusa per rivedere Alejandro.
-Heather? Chi era al telefono?- Il mal tempo era un ottima scusa per
rinunciare senza dover ammettere nulla. -Heather? Ci sei?-
-Cambio di programma, torniamo a casa... E' prevista una bufera di
neve, niente volo. Certo che potevi preoccuparti di controllare il
meteo!-
-Potevi farlo anche tu...-
-Di la verità, un po' ci speravi di avere una scusa per
delinquere, eh?- Heather era stranamente allegra per una a cui avevano
scombinato i piani.
-Ma che dici?!- sbuffò Harold. -Comunque sei ancora invitata
per Natale, se ti va...-
-Continua a chiedermelo. Forse potrei impietosirmi e accettare... o
forse no...- disse sommessamente, approfittando di una folata di vento.
-Che?-
-Niente.- rispose con un sorriso malevolo. -Assolutamente, niente...-
-Se il tempo peggiora posso fermarmi da te? È più
vicino...- disse innocentemente.
-Meh, se ti succede qualcosa non mi va di essere accusata, quindi va
bene.-
Angolo dell'autrice:
Questo capitolo è stato molto travagliato, anche
perchè è un periodo piuttosto travagliato. L'ho
riscritto, cambiato il finale e tagliato parti molte volte e alla fine
eccomi qui! In un finale avevo anche ammazzato una comparsa... poi ci
ho ripensato e l'ho fatta finire all'ospedale... poi l'ho tolta
completamente...
Spero davvero possa piacervi e non risultarvi pesante nonostante la
lunghezza. Si tratta di due personaggi e una
“coppia” per cui provo sentimenti contrastanti, ma
che in un certo senso sono il motivo per cui mi sono affezionata a
questo cartone, forse si tratta di personaggi con cui è un
po' difficile empatizzare, per cui spero di aver fatto un buon lavoro.
Non volevo né giustificare, né rendere innocente
Heather, volevo provare a trattare il suo punto di vista e
ciò che può provare, anche tramite Harold. Sarei
curiosa di sapere il vostro parere, positivo o negativo che sia.
Grazie a tutti quelli che sono arrivati a leggere fin qui, non so
quanto spirito natalizio possa trasmettere questa storia... In ogni
caso, spero stiate passando buone vacanze.
A presto!
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